Montalcino-Ferragamo, connubio felice tra griffe

La notizia è stata data pochi giorni prima del Vinitaly: Massimo Ferragamo rilancia la sua presenza a Montalcino e annuncia investimenti di rilievo nel paese del Brunello. E nel 2007, c’è da scommetterci, vi saranno all’interno della tenuta di Castiglion del Bosco un albergo a 5 stelle (con 50 stanze, un ristorante da 120 posti e wine bar) un campo da golf a 18 buche e il recupero delle oltre 20 case coloniche annesse, compresa la chiesa di Santa Maria alle Grazie (nella foto) di proprietà del comune ilcinese. In un momento di crisi del settore, dunque, un grande della moda mondiale dimostra che bisogna reagire e continuare a credere in un territorio che “rappresenta una miscela esplosiva tra ricchezze paesaggistiche e architettoniche e una denominazione prestigiosa” e che può continuare ad “attrarre visitatori da tutto il mondo”.

Castiglion del Bosco – Dal 2003, anno in cui Ferragamo scese nel senese alla testa di una cordata di soci italiani e stranieri, nei 50 ettari della tenuta di Castiglion del Bosco sono stati investiti già 5 milioni di Euro per la nuova cantina e 2,5 milioni per il reimpianto di nuovi vigneti. Adesso è la volta dell’ospitalità. A regime la struttura sarà in grado di dare lavoro a 200 persone “tutte del luogo”, come ha ribadito lo stesso Ferragamo. Interessante anche la collaborazione con il Comune di Montalcino e la Provincia di Siena che assicureranno l’organizzazione di corsi professionali specifici. Il presidente della Provincia Fabio Ceccherini ha espresso apprezzamento per l’intervento imprenditoriale che appare “in piena coerenza con un territorio recentemente insignito dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità e che tiene conto anche della manutenzione e gestione del territorio”. Soddisfazione anche da parte del sindaco di Montalcino Massimo Ferretti che ha ricordato come “le sinergie pubblico-privato comportano risultati non solo sotto l’aspetto della tutela dei beni storici ma anche dell’aumento dell’occupazione e ricchezza di un territorio”.

Michele Taddei

 

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