Vendite in crescita per il CAP Bologna Modena

Tornano a crescere le vendite del gruppo Consorzio Agrario di Bologna e Modena. Dalla relazione al Bilancio 2006, certificato da PriceWaterhouseCoopers, presentata oggi all’Assemblea dei Soci per l’approvazione, emergono questi dati: un Valore della produzione della capogruppo Cap pari a 123,8 milioni di euro (119,4 nel 2005); ed un Valore della produzione aggregata di 283 milioni (262 nel 2005)
“I numeri di questo bilancio – commenta il presidente Marco Pancaldi – rappresentano la sintesi dell’efficienza ritrovata dall’azienda Cap in condizioni oggettivamente difficili e in una annata sicuramente non facile per le imprese agricole. E senza smettere di investire per il futuro”.
Con il 2006 viene a compimento il primo step di un piano di riorganizzazione iniziato nel 2003. “Il Cap – sottolinea il direttore generale, Angelo Barbieri – ha risolto nel corso dell’ultimo triennio molti dei suoi problemi, pur nelle difficoltà in cui è precipitata ed ancora si trova la nostra agricoltura. Altri ne rimangono da risolvere ed altri si intravedono all’orizzonte, ma il consolidamento di alcune funzioni chiave ed una struttura organizzativa molto più snella ed efficiente che in passato, ci consentono di affrontare i prossimi anni con maggiore fiducia. Abbiamo già predisposto un piano per i prossimi tre anni che prevede ulteriori interventi organizzativi, disinvestimenti ed investimenti per viaggiare di pari passo con la trasformazione in essere del nostro sistema di riferimento”. Ancora Barbieri: “Già i dati del bilancio 2006 mostrano un margine operativo netto finalmente positivo (420.000 euro) ed un risultato di gestione, seppur ancora negativo (-1.281 milioni), nettamente migliore rispetto a quello degli anni precedenti e del budget. Risultato che, in linea col piano triennale citato, conferma il trend di avvicinamento al totale equilibrio della gestione. I notevoli investimenti fatti per soddisfare le esigenze dei produttori agricoli, indispensabili per potenziare i centri di ritiro e conservazione dei cereali (Castelfranco, S.Giorgio, Crevalcore) hanno appesantito l’indebitamento. Purtroppo, per una serie di motivi non dipendenti dalla volontà dell’Amministrazione, non hanno poi trovato la contropartita in alcuni disinvestimenti, che avrebbero compensato ampiamente il notevole impegno finanziario. Questo squilibrio, unitamente ad alcune sopravvenienze passive, retaggio del passato, hanno impedito all’Azienda di presentare ai Soci un bilancio più coerente con l’attività svolta”.
“Riteniamo tuttavia – commenta il presidente Pancaldi – che un’analisi non superficiale che consideri le difficoltà del momento, unitamente ai notevoli investimenti fatti ed ai consistenti ammortamenti, riveli lo stato di salute dell’azienda e la sua ormai riconquistata efficienza”.
I numeri del 2006 confermano l’impresa cooperativa interprovinciale al primo posto in regione per giro d’affari e al secondo posto nel sistema Cap nazionale. I principali settori di attività restano le agroforniture (oltre 60 milioni di giro d’affari), la meccanizzazione (15 milioni), lo stoccaggio e la commercializzazione di cereali e proteici (35,6 milioni), il garden (8 milioni), i mangimi (10,7 milioni) ed i carbolubrificanti (79,8 milioni, attraverso la soc. Eurocap Petroli). Un vero exploit ha registrato l’attività assicurativa e finanziaria attraverso l’agenzia generale Fata del CAP che con 41,4 milioni di premi incassati (contro i 36,5 del 2005) si conferma la prima in Italia.
L’azienda CAP si conferma leader di mercato nelle due province nel settore dei mezzi tecnici, delle macchine e dello stoccaggio cereali con quote del 50% in provincia di Bologna e del 30% in quella di Modena.
L’Emilia Romagna si conferma la regione in cui si produce la maggior quantità di cereali estivi di buona qualità. Il Cap ha ritirato nel 2006 cereali e proteici per oltre 218.000 tonnellate, con un forte incremento del grano duro (+26%), dell’orzo (+26%), del mais (+16%). I prezzi nell’annata 2006/2007 sono lievitati di oltre un 30% per tutte le derrate agricole e di oltre il 50% per alcune. Il grano tenero è passato dai 124 euro/ton a 175, il duro dai 145 euro/ton ai 190 di fine anno; il mais dai 138 ai 170; il sorgo da 115 a 165. Per il futuro le analisi di mercato valutano questi prezzi stabili su valori medio-alti. Per la prima volta in Italia il Cap Bologna-Modena ha partecipato ad una filiera bioenergetica della soia ai fini della produzione di biodiesel e bioetanolo, con una forte aspettativa di ulteriori rialzi dei prezzi per il raccolto 2007. 
Di grande rilievo gli investimenti nel settore cerealicolo: dopo l’ampliamento del centro di Crevalcore, è pienamente operativo il nuovo complesso polifunzionale di Castelfranco Emilia (un investimento di circa 13 milioni di euro per un totale di oltre 8.500 mq. di superficie coperta) con agenzia, centro macchine, magazzino garden ed un imponente centro di stoccaggio cereali della capacità di oltre 30.000 tonn con capacità di essiccazione di 1.000 tonn/giorno. Complessivamente la capacità di stoccaggio del Cap è oggi di oltre 150.000 tonnellate, una potenzialità notevole, unica nel settore nel Nord Italia, ma probabilmente ancora insufficiente per le previsioni delle produzioni cerealicole in due province leader come Bologna e Modena.
Fra i disinvestimenti immobiliari previsti nel 2007 si segnalano quelli della sede di Bologna, e di alcune aree a Castelfranco Emilia e a San Giovanni in Persiceto.
In linea con gli obiettivi anche l’andamento del fatturato aggregato del gruppo Cap, che ha superato i 283 milioni di euro, con un incremento di 21 milioni principalmente per effetto dell’aumento dei listini dei cereali. Ottima la performance di Sis (sementi), grazie al forte incremento delle vendite nel settore cerealicolo. L’andamento delle partecipate Esperia (commercializzazione cereali) ed Eurocap Petroli, e delle controllate Sicap (logistica), Quality Seeds, Emilcap (mangimi) è in linea con il budget programmato.
 “Da qui al 2010 proseguiremo – conclude il presidente Pancaldi – sulla strada della ricerca di efficienza, sulla riduzione dei costi e sulla razionalizzazione nell’utilizzo delle risorse umane e strutturali dell’azienda, senza ridurre la qualità dei servizi stessi, senza aumenti di prezzo alla clientela, se non quelli fisiologici, in un’ottica di servizio alla crescita dell’agricoltura nei nostri territori”.

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