Il primo in Italia. «L’olfatto è la vista dell’anima». Non vedente diventa sommelier Ais

Passione e determinazione, si sa, possono essere un mix incredibile, capace di vincere e superare ostacoli di ogni tipo. Anche quelle difficoltà oggettive, proprie di chi, per esempio, è un non vedente.  E così, il fatto di essere privato di un senso cosi “essenziale” per chiunque, come la vista appunto, non ha impedito al salentino Antonio Tramacere di coronare il suo sogno: è lui infatti il primo sommelier AIS non vedente d’Italia. Antonio si è diplomato nei giorni scorsi, insieme a 66 colleghi neo sommelier, dopo aver seguito i tre livelli del corso nella sede leccese dell’Associazione Italiana Sommelier, guidata da Amedeo Pasquino e aver sostenuto l’esame finale.

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Antonio Tramacere al centro con i membri Ais dopo l’esame superato

Commissione commossa Una prova superata «brillantemente, nonostante le difficoltà oggettive di approccio alla parte visiva della prova»  sottolinea il presidente Pasquino,  che non nasconde la profonda commozione, la stessa provata da tutta la commissione, composta da Mauro Carosso e Giuseppe Baldassarre, rispettivamente presidente e componente della Commissione Didattica Nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier e Manuela Cornelii di AIS Abruzzo, e da tutti i colleghi aspiranti sommelier.

L’altra metà Le cose belle non accadono così per caso: accanto ad Antonio una donna forte, Rosaria, che lo ha non solo sostenuto emotivamente ma lo ha aiutato praticamente, lezione per lezione, sino al giorno dell’esame. Una coppia straordinaria supportata da tutta la delegazione leccese di Pasquino che ha fatto di tutto affinché le difficoltà oggettive si potessero superare. Il resto l’ha fatto la possibilità di utilizzare la sintesi vocale di un pc.

Convinto dagli amici «E’ nato tutto per gioco – commenta il 49enne Antonio Tramacere, di San Pietro in Lama, in provincia di Lecce – mia moglie ed io siamo sempre andati per cantine. Poi, gli amici di AIS Lecce mi hanno convinto a fare il corso. Il primo livello è stato facile, perché mi ha fatto tra l’altro conoscere un gruppo di persone fantastiche e ha cambiato il mio modo di considerare il vino. Il secondo è venuto in automatico».

Dure prove Il terzo livello, invece, è arrivato dopo una pausa, perché Antonio ha dovuto affrontare una serie di difficoltà tecniche. Tramacere è riuscito infatti a portare a termine il corso grazie a un team di persone che l’hanno aiutato a superare i suoi limiti. In primis, dicevamo, la moglie Rosaria, che ha preso appunti per lui alle lezioni e che ha scritto ciò che Antonio dettava durante la prova d’esame. Poi la stessa Commissione, che si è adoperata per superare le difficoltà del caso e rendere tecnicamente possibile l’esame e Manuela Cornelii di AIS Abruzzo, «che – aggiunge lo stesso Tramacere – sta lavorando ad un progetto mirato a consentire la frequenza al corso a tutte le persone nelle mie condizioni, e poi, soprattutto, la delegazione AIS Lecce, con Amedeo Pasquino in testa, che mi hanno fatto sentire un grande affetto intorno».

Ricordando Tachis «Oggi sono finalmente sommelier, anche se non ho potuto portare a termine la prova visiva dell’esame – conclude Antonio Tramacere – perché, come diceva Giacomo Tachis, l’olfatto è la vista dell’anima e delle emozioni. Una frase che costituisce la mia stella polare».

 

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