Vino è allarme Paesi terzi. A rischio leadership export negli Usa. Avanzano Francia e Cile

export-vino.jpg«Per il mercato del vino si profila un anno di sorpassi, con l’Italia che rischia di cedere alla Francia lo storico scettro nel mercato più importante al mondo – gli Usa – mentre è in netto recupero in Cina, dove si appresta a scippare il quarto posto alla Spagna». A lanciare l’allarme la Ceo di Business Strategies Silvana Ballotta commentando i nuovi dati elaborati dall’Osservatorio Paesi Terzi realizzato in collaborazione con Nomisma Wine Monitor – sulle importazioni dei principali mercati di sbocco (Usa, Cina, Giappone, Svizzera, Brasile, Norvegia e Sud Corea) che hanno aggiornato le proprie statistiche doganali ai primi cinque mesi di quest’anno.

Secondo l’analisi l’Italia complessivamente esce malconcia dai primi 5 mesi di export nei Paesi terzi rispetto ai competitor francesi e ai cileni, i primi perché riescono a impiegare meglio del Bel paese le risorse Ue per la promozione, i secondi perché invece cominciano a monetizzare al massimo gli accordi di libero scambio, come in Giappone e Cina.

Nel complesso, il dato italiano nei 7 mercati – che è certamente ancora parziale ma già indicativo sull’anno – segna un incremento delle proprie quote di mercato solamente in 2 Paesi (Cina, dal 5,6% al 6,2%; Brasile, dal 9,2% al 10,5%), mentre perde in Usa, Giappone, Svizzera, Norvegia e Corea del Sud. Assieme alla Francia, che migliora le proprie quote di mercato in 5 Paesi su 7 (con perdite in Cina e Corea del Sud), è invece ottima anche la performance del Cile, che grazie ai Free trade agreement vola in Cina, a +24,3% e in Giappone (+15,6%), dove attualmente i dazi sul vino europeo sono i più alti tra i top buyer. E se nel gigante asiatico il Belpaese mette la freccia sulla Spagna grazie a una crescita del +13% in valore (a 57 milioni di euro), negli Usa la battuta d’arresto italiana (-0,1% sul pari periodo 2016 con il dollaro come valuta) pesa ancora di più perché è a tutto vantaggio della Francia, che segna un incremento del 14,2%. A oggi – secondo le elaborazioni dell’Osservatorio – il valore in dollari delle importazioni di vino italiano è di circa 727 milioni di dollari, contro i 674 milioni di quello transalpino: se il trend dovesse rimanere tale, entro il prossimo autunno potrebbe avvenire lo storico sorpasso nel principale ‘feudo’ italiano del vino. Altro sorpasso, ancora più imminente, può verificarsi in Norvegia, e in ballo c’è la leadership di mercato che ancora una volta l’Italia rischia di cedere alla Francia. Qui il made in Italy, che cede il 22,3% in valore, ha esportato per 36,4 milioni di euro, con i cugini a 33,9 milioni. Altro rischio arriva da un mercato terzo importante come quello della Svizzera: qui la Francia (+23,9%) insidia la leadership italiana, ferma a +0,8% e un controvalore di 144milioni di euro, contro i 138 dei francesi. Infine, in Brasile l’Italia (+45,3%) prova il recupero di una posizione – questa volta ai danni della Francia al quarto posto – mentre in Corea del Sud il sorpasso è appena stato effettuato dagli Usa (+14,2%) ai danni dell’Italia (-6,7%), che scende dal podio.

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