Vendemmia nell’aretino. Il rebus di un’annata anomala

Gianni Iseppi

Che vendemmia sarà quella del 2017 ormai alle porte tra siccità ed alte temperature? E’ questa la domanda ricorrente che le imprese agricole si pongono in questi giorni di agosto. «Le prime previsioni Assoenologi indicano una produzione di vino e mosto inferiore di ben 13 milioni di ettolitri rispetto allo scorso anno pari ad una flessione di circa il 25% – esordisce Gianni Iseppi, direttore della Cantina dei Vini Tipici dell’Aretino di Ponte Chiani – tutte le regioni italiane fanno registrare consistenti decrementi produttivi con punte anche del 35-40% in Sicilia ed Umbria. Noi in Toscana dovremmo attestarci su una diminuzione rispetto al 2016 di circa il 30%. Percentuale di previsione anche per i soci della nostra cantina».

Gianni Iseppi
Gianni Iseppi

Stagione anomala A memoria d’uomo non si ricorda una stagione come quella in corso, dove gli eventi climatici si sono accaniti con un’inusuale ed eccezionale portata iniziando prima con l’ondata di gelo e poi con la grande siccità di questi ultimi mesi. «La gelata di aprile ha determinato grappoli più spargoli con acini molto più piccoli, soprattutto per i vitigni a bacca rossa (Sangiovese e Syrah) – prosegue Iseppi – mentre la siccità di questi ultimi mesi estivi, che ancora persiste, ha messo a dura prova i nostri vigneti che hanno dovuto subire anche una straordinaria ondata di caldo con la colonnina del termometro che ha fatto spesso registrare valori al di sopra dei 40°C.”. Problemi che fortunatamente non si riscontrano in alcune zone grazie a qualche pioggia estiva e soprattutto all’oculata e scientifica gestione dei vigneti, o all’eventuale disponibilità di acqua da irrigazione e alla naturale resistenza a questo clima estremo di alcune cultivar specialmente indigene. Presupposti questi che lasciano invece ben sperare ad una buona vendemmia per alcuni viticoltori. «In alcuni siti produttivi dei nostri soci registreremo sicuramente quantità e qualità buone se non ottime – conclude Iseppi – il tutto grazie alla professionalità raggiunta dai viticoltori, che hanno saputo fronteggiare situazioni avverse che non si registravano da anni in virtù di un’oculata gestione dei loro vigneti».

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