Vendemmia in Val d’Orcia. Siccità ed ungulati, produzione in calo oltre la media toscana

La vendemmia non è ancora finita, per le uve di Sangiovese, ma è già possibile fare una prima stima dei cali produttivi per la Doc Orcia. Le zone più colpite dagli effetti del caldo e dalla mancanza di piogge sono quelle più periferiche della denominazione: da una parte la zona di Sarteano, dall’altra i territori di Trequanda e Buonconvento dove si sono registrati forti cali di produzione a causa del clima. A questa calamità si è sommato un autentico attacco da parte di cinghiali e caprioli che, da giugno, sono arrivati nelle vigne mangiando uva acerba nel tentativo di sfamarsi e dissetarsi. In alcuni casi la combinazione di questi due elementi ha provocato un risultato devastante con perdite che, in alcuni casi, arrivano all’80 per cento della produzione, oltre agli effetti delle scorribande degli ungulati. Nell’area della denominazione Orcia, le prime stime, causa siccità, si allontanano dal dato regionale di Ismea e Unione Italiana Vini che stimava il calo produttivo in un 32,5 per cento.

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Donatella Cinelli Colombini

Piaga unugulati «In questa particolare annata l’assenza di piogge e i terreni sabbiosi, presenti in alcune aree della denominazione – commenta Donatella Cinelli Colombini, presidente Consorzio vino Orcia -, hanno trasformato il bellissimo paesaggio in una zona arida con boschi di querce seccati dal sole. Inoltre, come è ben noto, in Toscana la selvaggina di grandi dimensioni è quattro volte superiore alla media nazionale ed è concentrata nella provincia di Siena dove, per anni, il contenimento degli ungulati è stato particolarmente carente».

 

 

vendemmia 2017 orcia doc-1Buona qualità Gli scarsi risultati in termini di produzione vengono compensati da una buona qualità dell’uva, che in certi vigneti è ottima, grazie alla presenza di grappoli sani con una gradazione più elevata rispetto agli ultimi cinque anni e con un’ottima concentrazione di estratti negli acini dal calibro inferiore alla norma. E’ il vitigno Sangiovese, il fil rouge che lega la denominazione Orcia, nata il 14 febbraio 2000 e prodotta in circa 60 cantine, nella maggior parte dei casi molto piccole. L’Orcia comprende la varietà Orcia ottenuto da uve rosse con almeno il 60% di Sangiovese e la tipologia “Orcia Sangiovese” con almeno il 90% di questo vitigno unito in blend a vitigni autoctoni. I vini rossi hanno anche la versione “Riserva”, ma la denominazione comprende anche le tipologie Bianco, Rosato e Vin Santo.

orcia vendemmia 2017 sangiovese-1Nonostante le condizioni climatiche che hanno messo a dura prova i vigneti – sottolinea il Consorzio -, siamo incoraggiati dagli studi condotti dal ricercatore Attilio Scienza e l’enologo Donato Lanati, che sostengono come i vitigni autoctoni dimostrino migliori capacità di adattamento alle condizioni climatiche degli ultimi anni. Nelle zone di maggiore vocazione il Sangiovese reagisce bene a questi cambiamenti. Anche il Foglia Tonda, vitigno autoctono riscoperto e valorizzato dal 2000 per la produzione di alcuni vini Orcia, sta regalando grandi soddisfazioni in termini di resistenza ai cambiamenti climatici.

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