Poco ma buono. Viaggio nell’Italia dell’olio. Calo della produzione (-50%) ma olive sane e qualità ottima

Un’annata difficile per la produzione di olive, caratterizzata, da nord a sud, dalle temperature torride, che hanno inciso significantemente sull’olivicoltura nazionale. Il caldo costante e la siccità duratura, hanno messo sotto stress le piante di olivo, già in primavera nel periodo della fioritura, ed a seguire nel periodo dell’allegagione. Il calo produttivo è stimabile in un 50 per cento in tutta Italia, ha riguardato gran parte delle zone vocate, ma laddove si sono avuti meno problemi e le olive sono rimaste sulla pianta la qualità sembra ottima, anche per l’assenza della mosca olearia che aveva imperversato nelle passate stagioni.

GARDA_DOP_CESTOIl nostro viaggio nell’Italia olivicola inizia dalle colline del Lago di Garda, dove la raccolta prende il via dieci giorni prima rispetto alla media degli ultimi anni. «Il problema della mancata allegagione – commenta ad agricultura.it Andrea Bertazzi, del Consorzio di Tutela olio Extravergine di Oliva Garda DOP – ha influito notevolmente sulla produzione, in tutta la zona, portando ad un calo del 40 per cento, rispetto al 2016». A soffrire maggiormente quest’annata difficile, sembra essere stata la cultivar di Leccino: «Le alte temperature – aggiunge – hanno comunque favorito la crescita delle olive, senza l’attacco della mosca; e ha garantito ai frutti di arrivare a maturazione e di avere un prodotto sano, con una qualità del prodotto davvero eccellente».

Giampiero Cresti, direttore OTA
Giampiero Cresti, direttore OTA

Non molto diversa è la situazione in Toscana. «Un’annata difficile per il caldo costante che ha ridotto notevolmente la produzione – sottolinea Giampiero Cresti, direttore degli Olivicoltori Toscani Associati (Ota) -. Una stagione che ha però portato ad un prodotto sano, privo di malattie; e nonostante, un calo sensibile (almeno del 50%), della produzione rispetto allo scorso anno, le ultime piogge hanno rafforzato e ridato il normale vigore alle olive, permettendo di allungare i tempi di raccolta (sempre in anticipo rispetto al normale iter produttivo di due settimane), arrivando così alla metà di ottobre».

Nelle campagne senesi, la siccità non ha risparmiato gli olivi, ed il calo è superiore al 50 per cento rispetto allo scorso anno. «Le piante hanno raccolta_olive_agriculturaITsofferto molto – sottolinea Lamberto Ganozzi, tecnico della Cia di Siena -, alcune sono arrivate fino al punto di appassimento delle foglie, altre hanno scaricato le poche olive che avevano allegato. Gli olivi che hanno resistito hanno mantenuto le olive con dimensioni molto ridotte, senza polpa. Allora, tutto è perduto? No, guardiamo anche il bicchiere mezzo pieno. Le olive rimaste hanno in parte recuperato e con le ultime piogge sono cresciute bene; a macchia di leopardo in alcune zone della provincia si ci sono anche alcuni oliveti con una buona carica di frutti. Le alte temperature estive, hanno decimato la mosca ed evitato attacchi consistenti almeno fino alla fine di settembre». La raccolta avverrà mediamente a metà ottobre, come negli anni scorsi.

 

Stefano Gaudenzi
Stefano Gaudenzi nell’oliveto a Trevi

In Umbria è iniziata nei giorni scorsi la campagna olearia 2017 al Frantoio Gaudenzi, a Trevi (Terni). Quinta Luna, come sempre, sarà la prima selezione a nascere nel frantoio di Trevi. «Nonostante l’anomalo andamento stagionale dell’estate e la siccità che l’ha caratterizzata – spiega Stefano Gaudenzi -, le piante si presentano con carichi importanti di olive, che solo in alcuni casi mostrano una pezzatura leggermente inferiore alla norma. Le piante hanno reagito bene alla siccità e le piogge arrivate in settembre hanno riequilibrato l’andamento stagionale anomalo». La campagna olivicola in corso dunque, prevede quantitativi importanti, ma soprattutto fa presagire una qualità assai elevata, visto la sanità dei frutti e la grande concentrazione di polifenoli che proprio la siccità estiva ha favorito.

olio-di-oliva_2.jpgContinuando il viaggio lungo la penisola, notiamo come i principali problemi della scarsa allegagione abbiano caratterizzato tutto il processo evolutivo per l’annuale raccolta. Eccoci da Flaviano Di Giovanpietro, che in Abruzzo produce olio Dop Petruziano colline teramane: «Il troppo caldo, la scarsità di piogge, oltre che alla riduzione delle olive – spiega – hanno influito anche sulla grandezza dell’oliva stessa, che però ha ripreso vigore grazie alle piogge degli ultimi giorni permettendo così un ritardo sostanziale sull’inizio della raccolta, che vedrà un notevole incremento qualitativo dell’olio».

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Maria Provenza del Frantoio Torretta

E’ già pronto l’olio extravergine del Frantoio Torretta, a Battipaglia (Salerno), dove si è fatta una raccolta, anticipata ma solo di qualche giorno: «Nel 2015 la raccolta è iniziata il 30 settembre, mentre lo scorso anno il 25 – dice Maria Provenza, titolare di Torretta». Quest’anno il 21 di settembre in uno degli oliveti dell’azienda sono state raccolte le olive di varietà Frantoio, e la sera ecco uscire l’olio extravergine, nuovo di giornata, che sarà un Dop Colline Salernitane: «Il frutto del nostro lavoro è sempre una grande soddisfazione – sotolinea -, ottima la qualità, uno splendido profumo ed un colore caratteristico»

Un caso a parte per gli olivicoltori della Puglia, già fortemente indeboliti dalla xylella, soprattutto nel versate jonico dove si riscontrano cali ingenti, rispetto al versante adriatico. «Ci sono stati grossi problemi dovuti alla stagione secca, che porteranno ad un anticipazione sulla raccolta di 10-15 giorni rispetto alla norma» assicura Giovanni Melcarne, presidente del Consorzio di tutela DOP Terre d’Otranto.

OLIO_monti_IBLEIIn Sicilia Giuseppe Arezzo, presidente del Consorzio di Tutela dell’Olio Extravergine di Oliva DOP Monti Iblei, parla di «un’annata buona, caratterizzata dalle proibitive temperature e tutto ciò che ne ha conseguito, che ha reso possibile il non attacco della mosca sull’oliva garantendo, sicuramente, una ottima qualità di olio». Inoltre, puntualizza, come «ci sia stato un incremento produttivo rispetto al 2016 (inferiore riguardo le aspettative di inizio anno), dato che in alcune aziende olivicole, e dal 18 settembre scorso si sia iniziato la molitura delle prime olive». Annata positiva insomma e ottimismo per il futuro: «Il mercato per gli olivicoltori dei Monti Iblei – commenta Arezzo – è in forte espansione negli Stati Uniti ed in Giappone, con un incremento nella richiesta, anche in Cina».

Non ci resta quindi che aspettare la fine della raccolta per assaggiare un olio, sì indebolito da una difficilissima annata, ma carico di aromi e piccantezza, che ne caratterizzeranno il valore finale. Il tutto a sottolineare come l’oro verde sia un prodotto di punta in tutto il panorama italiano, ma soprattutto simbolo del Made In Italy nel mondo.

La foto in home page è del Frantoio Torretta di Battipaglia, con la prima bruschetta con l’olio nuovo 2017

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