Clementine di Calabria Il prezzo «non è giusto» per i produttori. Consorzio cerca dialogo con la grande distribuzione

Una maggiore aggregazione fra le aziende delle clementine di Calabria e la ricerca di un prezzo più remunerativo per i produttori, magari passando da un dialogo più costruttivo con la grande distribuzione. E’ questo in sintesi quanto è emerso al convegno di Corigliano Calabro (Cs) dedicato alle Clementine di Calabria IGP ed organizzato dal Consorzio per la Tutela, che si è svolto nei giorni scorsi. La criticità principale del settore, secondo quanto è emerso, è proprio lo sviluppo commerciale del prodotto.

Il presidente del Consorzio Salimbeni
Il presidente del Consorzio Salimbeni

Calo produttivo Le 22 mila aziende, che producono Clementine, forniscono il 66 per cento delle 400 mila tonnellate di clementine italiane. «In un annata, particolare come quella in corso – sottolinea ad agricultura.it Giorgio Salimbeni, presidente del Consorzio delle Clementine di Calabria IGP -, caratterizzata dal caldo, prendiamo atto che ci sia stato un decremento produttivo, di circa un terzo; allo stesso tempo abbiamo avuto un sensibile incremento della qualità del prodotto finale». Il calo produttivo sembra non aver influito sulla commercializzazione: «Rimangono da risolvere alcune criticità – continua il presidente del consorzio -; un ruolo ancor più centrale del Consorzio, con le stesse aziende, sarebbe importante per la promozione delle clementine calabresi, attraverso azioni di marketing ben mirate, nel tentativo di rafforzare l’identità del luogo di origine e del suo prodotto di punta».

I nodi della distribuzione Problemi da risolvere con la grande clementine_calabria_igp_confezionedistribuzione organizzata. «Non possiamo negare che gli accordi sul prezzo che riesce a spuntare oggi la Gdo non ci soddisfano – aggiunge Salimbeni -; con i prezzi a cui le clementine partono dalle nostre campagne si deprezza il valore del prodotto, a scapito soprattutto delle piccole aziende, non rendendo giustizia all’impegno e allo sforzo profuso dalle singole aziende verso una qualità sempre maggiore. Stiamo cercando di avere un dialogo con la grande distribuzione, per poter concordare insieme un giusto prezzo, che possa soddisfare produttori, addetti ai lavori, e ovviamente il consumatore finale, che, rispetto al passato è più consapevole di ciò che mangia, ed è in grado di riconoscere un prodotto di qualità, come l’Igp. Consumatori che fra l’altro, sono disposti a pagare un prezzo maggiore, se il prodotto è di ottima qualità e certificato».

clementine_calabria_igp_alberoPiù aggregazione I produttori, insomma, attraverso l’aggregazione e il comune impegno, la certificazione e la fase della distribuzione possono garantire ciò che arriva nelle tavole, ma devono essere protagonisti delle decisioni sui costi e sui prezzi, dalla produzione alla commercializzazione. «L’impegno profuso per un comune mercato – conclude Salimbeni -, che possa favorire lo sviluppo del prodotto, per rispondere ad un mercato sempre più esigente, in termini di qualità, è fondamentale per il sostentamento delle aziende impegnate».

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