Veneto, l’agroalimentare vale 5,7 miliardi di euro. Stabile sul 2016 (+0,2%)

Giuseppe Pan, assessore agricoltura Veneto
Giuseppe Pan, assessore agricoltura Veneto

“L’andamento climatico non è stato favorevole per l’agricoltura veneta nel 2017, ma alcuni settori hanno saputo reagire bene, grazie anche al Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 che finora ha impegnato 770 milioni di euro dei circa 1,2 miliardi a disposizione, ponendo così il Veneto in cima alla graduatoria europea delle Regioni che meglio hanno saputo impegnare le risorse a disposizione”. Lo ha ricordato oggi a Verona in Fieragricola l’Assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan in occasione della presentazione dei primi dati sull’andamento del comparto agroalimentare regionale 2017 elaborati da Veneto Agricoltura. “La ‘grande’ Veneto Agricoltura – ha sottolineato l’Assessore ricordando il trasferimento all’Agenzia degli oltre 600 operai forestali che fino allo scorso 31 dicembre erano in carico alla stessa Regione Veneto -. Un’operazione, questa, che ha messo in sicurezza i lavoratori di un importante settore regionale”.

Da parte sua, il Direttore di Veneto Agricoltura, Alberto Negro, ha ribadito “il costante impegno dell’Agenzia a favore del settore primario veneto attraverso le tante iniziative e progetti in corso, il cui denominatore comune è quello di contribuire al rafforzamento dell’agricoltura veneta”.

All’iniziativa ha partecipato anche Claudio Valente, vicepresidente di VeronaFiere, che ha sottolineato l’importante rapporto di collaborazione con Veneto Agricoltura, peraltro socio della Fiera veronese.

Per quanto riguarda l’andamento del comparto agroalimentare regionale nel 2017, l’Agenzia ha presentato questa mattina presso lo stand della Regione i primi dati che indicano il valore complessivo della produzione lorda agricola veneta in 5,7 miliardi di euro, sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente (+0,2%). Inoltre, in linea con la tendenza nazionale, risultano essere in calo del -1% le imprese agricole iscritte alle Camere di Commercio, sceso nei primi nove mesi del 2017 a 63.885 unità rispetto al medesimo periodo del 2016. Ricordiamo che la flessione ha riguardato esclusivamente le ditte individuali (52.687 unità), scese dell’1,8% ma che costituiscono ancora l’82,5% del totale delle imprese agricole venete. In calo del -0,2% anche il numero di imprese del comparto alimentare veneto in controtendenza con l’andamento delle industrie alimentari italiane che segnano invece un +0,4%. Nei primi nove mesi del 2017 si evidenzia un lieve decremento degli occupati agricoli a livello regionale (-0,9%), rispetto allo stesso periodo del 2016, con gli occupati indipendenti che aumentano notevolmente (+21,9%) a scapito degli occupati dipendenti (-27,8%).

Relativamente al commercio con l’estero, il deficit della bilancia commerciale veneta è aumentato di circa il +70% rispetto allo stesso periodo del 2016: il saldo negativo è aumentato a circa 410 milioni di euro (nello stesso periodo del 2016 era di circa 240 milioni di euro), a causa di un incremento delle importazioni (5,2 miliardi, +7,9%), più che proporzionale a quello delle esportazioni, comunque in crescita a 4,8 miliardi (+4,7%).

Singoli settori I tecnici di Veneto Agricoltura, per quanto riguarda i cereali e le colture industriali, hanno evidenziato quanto le condizioni climatiche invernali e primaverili, nella norma per questo settore, abbiano inciso positivamente sulla produttività dei frumenti che hanno visto incrementare le rese (+14% per il tenero e +18% per il duro) malgrado il calo consistente delle superfici dedicate (-8% il tenero, -20% il duro). Rese in aumento anche per orzo (+8%) e riso (+5%). Il mais ha invece risentito delle ondate di calore e della siccità che hanno danneggiato lo sviluppo vegetativo portando le rese (-14%) ad uno dei valori più bassi dell’ultimo decennio. Il contestuale calo della superficie ne ha determinato una flessione produttiva a 1,5 milioni di tonnellate (– 16,5%). Stesso problema per la soia che, a fronte di un aumento della superficie del 15%, la diminuzione delle rese del 23% ha portato la produzione a 404 mila tonnellate (-11%). In aumento invece la produzione della barbabietola da zucchero (+9%), che ha manifestato rese elevate ad ettaro (+12%) grazie al clima favorevole, e anche del tabacco (+13%). Continua la forte ripresa produttiva delle colture bioenergetiche: +21% per girasole e +49% per la colza grazie al raddoppio della superficie investita.

Le principali colture orticole hanno risentito dell’andamento climatico sfavorevole e hanno segnato rese negative con diminuzione della produzione per radicchio (119.500 t, -5%), lattuga (-16%) e fragola (-4%), in leggero aumento la patata (129.500 t, +1%). Le superfici investite a orticole sono aumentate a circa 27.600 ettari, in crescita dell’1% rispetto all’anno precedente. Si stima che le orticole in piena aria, che rappresentano il 75% degli ortaggi coltivati in Veneto, possano attestarsi su circa 20.500 ettari (+2%), in aumento le piante da tubero (3.100 ha, +5%), mentre si riducono le orticole in serra, stimate in circa 4.000 ettari (-6%).

Gelate tardive e siccità hanno avuto ripercussioni negative sulle frutticole, eccetto ciliegio, che hanno presentato cali nelle rese e nella produzione che vanno dal -6% delle mele (245.000 t), al -8% delle pesche (52.100 t) fino al -19% per le pere (73.300 t) e addirittura al -41% per l’actinidia (41.100 t), anche per via di una riacutizzazione delle note fitopatologie. Come detto, in aumento solo il raccolto di ciliegio (+23%), ma al di sotto dei normali standard produttivi della coltura. In questo caso il calo del prezzo del -19% e la mancanza di prospettiva economica hanno indotto molti agricoltori a non raccogliere gran parte della produzione. Il calo della produzione è stato compensato in parte da un aumento dei prezzi solo per mele e kiwi, rispettivamente del +15% e del +24%, mentre il prezzo di pere e pesche è calato dell’1,5% circa.

Annata tutto sommato buona per la vitivinicoltura, che ha subìto gli effetti di gelate primaverili e di una estate molto calda che hanno inficiato le rese ma non la qualità del prodotto finale. La produzione di uva è stimata in calo del -18,6%, raggiungendo gli 11 milioni di quintali per i quali si stima una quantità di vino ottenibile pari a 8 milioni di ettolitri, in calo del -21,5% rispetto al 2016. L’incremento del +5% della superficie a vigneto, aumento che per questo anno è dovuto al nuovo sistema di autorizzazione agli impianti e non più all’acquisizione di diritti d’impianto da fuori regione, porta la superficie vitata a 91.350 ettari.

I prezzi delle uve sono risultati in forte aumento (+22,6% in media), sospinti dalle diminuzione di prodotto disponibile e dall’andamento crescente delle esportazioni (+6,4% in valore nei primi 9 mesi del 2016).

Per quanto riguarda il settore zootecnico, la quantità di latte prodotta dovrebbe superare le 1,16 milioni di tonnellate su base annua, con un incremento produttivo intorno al +2,7% rispetto la 2016 e anche il prezzo ha invertito la tendenza con un aumento su base annua dell’11%. Timidi segnali di ripresa dei consumi interni (+0,7% in quantità e +1,5% in valore), confermato in Veneto da un incremento delle macellazioni  del +3,8% e ad un aumento dei prezzi di circa il +3%. Per i suini, al calo produttivo nazionale vicino al -4% il dato veneto evidenzia una diminuzione del -1,3% compensato da un aumento del prezzo di circa il +15%. Il mercato è segnato da una forte contrazione delle importazioni del mercato cinese (-30%) solo in parte compensata da un certa ripresa dei consumi interni e dalle esportazioni verso altri paesi.

Nei primi 10 mesi del 2017 la produzione avicola si è leggermente contratta rispetto l’anno precedente (-0,4%) in numero di capi macellati cui ha fatto riscontro un prezzo di mercato in sostanziale aumento (+9,2%), ma non sufficiente a garantire la remuneratività delle imprese.

Continua la fase di calo della produzione della pesca marittima sbarcata nei mercati ittici regionali che segna un -9,8% rispetto all’anno precedente, mentre è in decisa ripresa il settore dei molluschi bivalvi di mare con un +21,4% rispetto al 2016. Sostanzialmente stabili flotta e imprese.

Il Report di Veneto Agricoltura può essere scaricato dal sito: www.venetoagricoltura.org

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