Investimenti e rilancio. La vecchia cava di Castagneto Carducci diventerà una cantina

Un progetto di investimento vitivinicolo e per una nuova cantina del valore di circa 15 milioni di euro riqualificando l’ex cava di arenaria di Cariola, dismessa da oltre trenta anni, nel comune di Castagneto Carducci in provincia di Livorno. È questo l’oggetto del protocollo d’intesa che Regione Toscana, Comune e Società agricola Dievole Spa hanno firmato oggi a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze. Sono intervenuti il presidente della Regione Enrico Rossi, l’assessore regionale alle attività produttive Stefano Ciuoffo, il sindaco Sandra Scarpellini e il general manager di Dievole spa Stefano Capurso. Alla cerimonia ha partecipato anche l’ingegner Alejandro Bulgheroni, imprenditore argentino e principale azionista del gruppo.
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I commenti «A questo progetto la Regione ha dato il proprio assenso – ha spiegato Rossi – perché permette di coniugare la realizzazione di un investimento rilevante con il recupero di un’area dismessa e degradata. L’azienda in questione è molto attiva anche in altre aree della Toscana e rappresenta uno dei più importanti gruppi vitivinicoli a livello mondiale”. “La Regione – ha proseguito – grazie alla struttura Invest in Tuscany assiste gli investitori, sia nella fase di promozione che di insediamento, con un servizio dedicato proprio per favorire nuovi investimenti o l’espansione di imprese esistenti, anche attraverso l’attivazione di forme di partnership tra imprese multinazionali, grandi imprese e il tessuto delle Pmi. Per noi – ha concluso – è fondamentale affiancare le imprese del settore vitivinicolo, uno dei punti di forza dell’agricoltura toscana, su cui è necessario continuare ad investire con logiche di filiera coniugando valori, modernità e rispetto del paesaggio».

Il progetto e l’intesa La nuova cantina di Castangeto, progettata dallo studio Tori, sarà realizzata in un’area di 5.000 metri quadri all’interno dell’ex cava di Cariola, all’interno della Tenuta Le Colonne, proprietà della Dievole Spa, e sarà funzionale ad entrambe le tenute di Bolgheri, Tenuta Meraviglia (altra proprietà dell’azienda) e Tenuta Le Colonne, con un progetto edilizio, ambientale, produttivo fortemente rivolto al rispetto e alla sostenibilità dei valori ambientali e paesaggistici del contesto locale. Dal punto di vista paesaggistico la cava rappresenta la localizzazione meno invasiva tra quelle possibili, anche grazie ad un approccio progettuale che si integra profondamente con il contesto naturale. La struttura si svilupperà su tre livelli degradanti, con un tetto verde panoramico, i profumi della macchia mediterranea e uno scorcio sul mare. Nella parte più alta troveranno posto gli uffici, più sotto il piano di carico delle uve e in fondo l’ambiente dove i vini matureranno in botte. «Tini di cemento, com’è nella nostra tradizione – sottolinea l’amministratore dell’azienda – ed agricoltura rigorosamente biologica». Sarà lasciata intatta la corona della vecchia cava e la parete di roccia, che avrà un effetto positivo anche sul microclima interno.

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«Sarà un restauro d’autore, che ricuce una vecchia ferita lasciandone comunque visibile il segno» spiega l’assessore alle attività produttive Steano Ciuoffo, che sottolinea il percorso di riqualificazione che l’intervento avvierà e la collaborazione dimostrata dell’azienda. Sono già venticinque le cantine d’autore e di design in Toscana, griffate o che si distinguono per la loro linea e lo spirito culturale che le anime: quella delle Colonne potrebbe essere la ventiseiesima. «Ed è la dimostrazione – chiosa il presidente Rossi. che il piano del paesaggio toscano non ostacola sviluppo e interventi: costringe semmai ad alzare la qualità progettuale, ma offre anche riferimenti sicuri la cui interpretazione non può più essere arbitraria». Con la cantina nella vecchia cava Cariola saranno recuperati anche tre vecchi fabbricati storici, destinati ad ospitare un centro aziendale, un wineshop con foresteria per dipendenti (già in restauro) e una struttura di accoglienza di alto profilo. In azienda, che nel 2016 ha raccolto le uve delle prime vigne, oggi lavorano sei dipendenti. A regime tra quattro anni, spiega l’amministratore Capurso, i lavoratori assunti potranno diventare, tra parte agricola e struttura di accoglienza, tra i quindici e i venti, oltre all’indotto. Gli ambiti di collaborazione del progetto d’investimento, che saranno rafforzati grazie al protocollo d’intesa, saranno quelli relativi alla formazione del personale, all’alternanza scuola-lavoro, all’accesso ad eventuali strumenti di incentivazione regionale, alla comunicazione e al marketing e alla localizzazione in Toscana di potenziali partner. Regione e Comune stanno inoltre portando avanti i procedimenti urbanistici ed autorizzativi necessari e conformi alla normativa vigente.

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