Qualità del miele. La Regione Emilia Romagna stanzia 490mila euro di contributi

Ammontano a circa 490 mila euro le risorse messe a disposizione dalla Regione Emilia Romagna per lo sviluppo dell’apicoltura, il miglioramento della qualità dei prodotti dell’alveare, miele in primis, lo studio di nuovi trattamenti per combattere le malattie delle api e aumentare la sicurezza per i consumatori. La dotazione finanziaria del bando approvato nei giorni scorsi dalla Giunta regionale dà attuazione alla terza ed ultima annualità del Programma regionale 2017-2019 di aiuti a favore del settore apistico.
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Il progetto Le risorse sono per il 50% di provenienza comunitaria, mentre l’altra metà è messa a disposizione dal governo italiano. Il budget assegnato dal ministero delle Politiche agricole e forestali alla Regione Emilia Romagna è stato calcolato in base al numero degli alveari censiti all’Anagrafe apistica nazionale, circa 110mila nel 2017, e sarà utilizzato per finanziare un’ampia gamma di interventi. Ai finanziamenti pubblici si aggiunge poi la quota a carico dei privati, pari a quasi 270 mila euro, per un ammontare totale di investimenti di oltre 756 mila euro. Le domande possono essere presentate a partire da oggi e fino al 19 novembre prossimo attraverso la piattaforma informatica di Agrea (Sop). Ad usufruire dei fondi saranno gli apicoltori singoli e associati, comprese le associazioni apistiche e le Organizzazioni dei produttori, enti di ricerca e l’Osservatorio nazionale del miele di Castel San Pietro Terme, la capitale dell’apicoltura emiliano-romagnola. I contributi si riferiscono a spese sostenute nel periodo 1° agosto 2018-31 luglio 2019 e le percentuali di aiuto variano dal 40 al 100% in relazione alla tipologia di intervento e al beneficiario.
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La ripartizione Oltre la metà del budget – circa 260 mila euro – sarà utilizzato per finanziare le azioni di assistenza tecnica, tra cui anche seminari di formazione e divulgazione per migliorare le condizioni ambientali per l’apicoltura e l’acquisto di attrezzature per la conduzione degli apiari e per la lavorazione, confezionamento e conservazione dei prodotti dell’alveare. Poi, in ordine decrescente di importo, figurano gli incentivi per l’acquisto di macchine ed attrezzature per l’esercizio del nomadismo, cioè lo spostamento degli alveari per seguire le fioriture stagionali, e per la realizzazione di una banca dati apistica regionale per la mappatura delle aree nettarifere e la georeferenziazione degli apiari (80mila euro); la lotta alle malattie dell’alveare, in particolare i contributi per l’acquisto di arnie antivarroa (60mila euro); le misure di sostegno ai laboratori di analisi del miele e degli altri prodotti dell’apicoltura (55mila euro); lo studio da parte del Crea – Agricoltura e Ambiente di Bologna di nuove strategie di lotta contro la varroasi (circa 28mila euro); infine gli aiuti per l’acquisto di materiale apistico vivo (sciami, nuclei e pacchi d’api) per il ripopolamento degli alveari (circa 3.500 euro). Entro il 4 marzo 2019 sarà approvata una graduatoria unica regionale, stilata secondo le priorità indicate nel bando: giovani, produzione con metodo biologico o integrato, assistenza tecnica, numero degli alveari posseduti.

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