A Palermo il primo bovino a prova di dna

Sbarca a Palermo la carne di bovino a prova di Dna, con il primo vitello che presenta un sistema di rintracciabilita’ assicurato dal Corfilcarni, il Consorzio regionale di ricerca sulla filiera delle Carni, creato
dall’ assessorato regionale all’ Agricoltura in collaborazione con la facolta’ di Medicina veterinaria dell’ Universita’ di
Messina. Il vitello proviene dall’ allevamento Orlando di Corleone e la sua carne e’ in vendita nella macelleria ”Carni di Sicilia”, in piazza Uditore. La ricerca applicata sul campo permette di avere un quadro preciso di tutti i passaggi della
filiera e quindi di raggiungere alcuni importanti risultati sul piano della tracciabilita’, attraverso l’ identificazione dei
bovini prima, insieme con le analisi poi, effettuate attraverso prelievi sugli animali allevati, sugli alimenti (mangimi, fieno,
paglia etc..), al mattatoio e nei punti vendita (campioni di carne destinati al consumo alimentare).
"Il Consorzio di Ricerca fortemente voluto dall’ ex assessore all’ Agricoltura, Giuseppe Castiglione – afferma il
professore Vincenzo Chiofalo, presidente del Corfilcarni – si occupa ormai da quasi due anni della tracciabilita’ delle carni
bovine su tutto l’ intero territorio siciliano, ma l’ attenzione alle razze autoctone si traduce anche e soprattutto in
attenzione alla qualita’ del prodotto finale nell’ ambito di un progetto di valorizzazione delle stesse razze autoctone. Infatti
e’ solo intervenendo sui punti critici della filiera, studiati e monitorati dai tecnici del consorzio che si sta tentando di raggiungere degli standard produttivi di qualita”’. A parlare sono i numeri del progetto: 4mila animali codificati, oltre 170 aziende testate e 120 punti vendita convenzionati. Il progetto con il Dna ha precorso i tempi, visto che l’ Ue ha indicato l’ 1 gennaio 2005 come data di partenza della rintracciabilità. Proprio qualche settimana fa, il Consorzio aveva messo a
segno un altro successo: dal 27 luglio, infatti, il primo vitello di razza Cinisara ”tracciato” e’ stato macellato e la carne tracciata e’ stata venduta presso l’ affiliato Sma di Giardinello (Palermo). E proprio Giardinello e’ il comune capofila del comprensorio della Cinisara nel palermitano che da diverso tempo ha avviato un’ azione di valorizzazione della razza Cinisara. ”Oggi – conclude Chiofalo – questi sforzi sono stati applicati anche nel comprensorio della Cinisara e si sta
avviando un progetto di ricerca ancora piu’ specifico per risalire alle fonti del processo produttivo di qualita’, tramite lo studio e la messa a punto delle tecniche di allevamento tradizionali alla luce dei risultati dei miglioramenti ottenuti con le innovazioni, lo studio dei pascoli, per individuare cosa fa ”tipicita”’ e come poter ottenere nel tempo, nell’ ambito del progetto di tracciabilita’ e sicurezza alimentare un prodotto locale dalla qualita’ costante”.

Franco Cervelin

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