Vino: per la ripresa del settore origine e territorio fanno la differenza

Timidi segnali di ripresa dal comparto vino aretino, in particolare nei volumi di prodotto scambiato, più che nei prezzi all’origine. E’ quanto è emerso dal convegno organizzato da Coldiretti Arezzo, che si è svolto giovedì 2 febbraio, presso la Camera di Commercio e a cui hanno preso parte l’assessore provinciale all’agricoltura Roberto Vasai, il presidente della Camera di Commercio di Arezzo, Pietro Faralli, il presidente del Consorzio Vino Chianti, Nunzio Capurso, Giuseppe Battistuzzi responsabile del settore vitivinicolo di Confcooperative e Pierluigi Boschi presidente di Confcooperative, oltre ai vertici della Coldiretti aretina.

«La strategia vincente per la ripresa del settore – ha detto Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Arezzo – sta nel profondo legame del prodotto con il suo territorio. Gli imprenditori agricoli devono essere in grado di garantire al consumatore la certezza dell’acquisto di un prodotto locale e di alta qualità, sgombrando il campo da possibili rischi, sempre in agguato, di agropirateria». E tra le attività in corso per promuovere il settore, la proposta di realizzazione di una nuova Doc ‘Terre di Arezzo’ per la promozione di un prodotto legato sempre più fortemente al territorio.

Quali le strategie possibili da applicare sul territorio aretino, per il rilancio del comparto?

«E’ auspicabile – sottolinea ancora Marcelli – una nuova, maggiore attenzione alla viticoltura aretina anche da parte del Piano di Sviluppo Rurale in fase di redazione, che consenta di effettuare investimenti nel settore e la realizzazione di uno strumento finanziario che permetta il rinnovo degli impianti ormai vetusti». Ancora, la creazione di una rete in grado di veicolare la produzione locale, attraverso sistemi di promozione e di marketing che esaltino i processi produttivi, le aree di produzione e, di conseguenza, il legame con il territorio.

Tutto ciò, a favore di un settore che rappresenta uno degli elementi fondamentali dell’economia aretina e che può contare su oltre 10.200 aziende che producono uva da vino, di cui 1.181 per vini doc e docg.

«Occorre inoltre – ha sottolineato Pierluigi Boschi, presidente di Confcooperative Arezzo – creare una rete fra sistema cooperativo, produttori privati e distribuzione per valorizzare ulteriormente la produzione locale».

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