Turismo del vino, l’Umbria diventa un modello

Quello delle Strade del Vino è un fenomeno in continua osservazione da parte di analisti del mondo turismo e nonostante la normativa sulle strade del vino vada verso i 10 anni di vita, molto spesso capita ancora di assistere a fenomeni di strade del vino tracciate sulla carta ma effettivamente inesistenti. Fortunatamente per chi ci lavora e perché no, per chi ci viene in vacanza, quello umbro è uno di pochi casi di Regioni concretamente operative sul fronte degli itinerari enogastronomici. Quattro strade del vino attive oramai da 5 anni, un’unica strada dell’olio regionale a cui spetta l’importante compito di mettere in rete le tante centinaia di frantoi presenti nelle cinque sottozone della Dop Umbria ed un neonato coordinamento regionale che avrà il ruolo di tracciare le linee strategiche generali e soprattutto rappresentare un importante interlocutore per la Regione Umbria e per l’Agenzia regionale di Promozione Turistica, anche in virtù delle nuove misure del Piano di Sviluppo Regionale che l’assessorato all’agricoltura si appresta a presentare a tutti i soggetti interessati. Questo, unitamente a dati sempre più interessanti sull’evoluzione del turismo del vino è quello che sta emergendo dalle due giornate di lavoro de “Gli Stati generali del Turismo del Vino e delle Strade del Vino”, convocati dall’Associazione nazionale Città del Vino in occasione della Biteg, Borsa del Turismo Enogastronomico che si sta svolgendo a Riva del Garda in questo fine settimana. In occasione del suo intervento al forum, il coordinatore regionale delle strade del vino dell’Umbria Avelio Burini ha presentato agli addetti ai lavori anche quelle che sono le opportunità di una rete unica in cui si trovano a dialogare le eccellenze enogastronomiche della nostra regione: da Torgiano a Montefalco passando per il Trasimeno, l’orvietano in unico itinerario regionale che mette insieme i nostri migliori vini, l’olio dop Umbria e le tante risorse turistiche che ciascuna zona, con le sue peculiarità, è in grado di offrire ai turisti.
Un caso quindi quasi unico, nel panorama dell’offerta enoturistica nazionale che va a rafforzare il ruolo che sempre più viene riconosciuto ad alcuni attori del settore: basta infatti ricordare che sono proprio in Umbria le presidenze nazionali dei due principali soggetti che si occupano di turismo del vino.

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