Agricoltura sociale, le mille sfaccettature di un fenomeno rurale

“La realtà agricola è una delle più importanti per le persone che vivono un momento o una situazione di difficoltà, di disagio, di inabilità. L’agricoltura, per le sue caratteristiche, per i ritmi di lavoro, per la manualità, per il rapporto con esseri viventi e con la natura, per il rapporto con gli altri lavoratori, si presta benissimo al recupero di queste persone”. E’ solo una delle numerose testimonianze raccolte nel volume “Agricoltura sociale e agricoltura di comunità” edito dall’Arsia, l’Agenzia della Regione Toscana per lo sviluppo e l’innovazione nel settore agricolo e forestale, a cura di Marco Noferi (http://www.arsia.toscana.it/vstore/ cliccando su ‘sviluppo rurale’).

La pubblicazione – presentata nell’ultima giornata di FestAmbiente, alla presenza di Luca Marcora, Commissione agricoltura del Senato – raccoglie materiali, documenti e riflessioni nati da un progetto di animazione rurale avviato nel 2003 in Toscana, e tuttora in corso, sul tema ‘agricoltura sociale’, promosso dall’Arsia con la collaborazione dell’Università di Pisa, delle organizzazioni di categoria e delle associazioni dei produttori biologici toscani.

"L’agricoltura è da sempre storia di inclusione sociale – sottolinea il senatore Luca Marcora – , ma solo oggi in Italia si sta iniziando di riconoscere il termine agricoltura sociale  inserendolo in alcuni Psr, come in Toscana, grazie all’ottimo lavoro portato avanti dall’ Arsia, nel Lazio e Sicilia. Per il resto siamo in assenza completa di normative, mentre sono convinto che sia giunto il momento di predisporre leggi che regolamentino il fenomeno. Inoltre ci vogliono forme di agevolazione che permettano una più ampia diffusione dell’agricoltura sociale, perché  a livello nazionale siamo ancora l’anno zero. L’agricoltura, insomma, non ha più solo una valenza economica, ma una fondamentale funzione sociale (oltre che per la difesa ambientale e della biodiversità) che ancora non è conosciuta se non fra gli addetti ai lavori".

C’era l’esigenza di rappresentare con un approfondito e ‘sfaccettato’ reportage questa particolare realtà che è riuscita a coniugare le specifiche funzioni produttive dell’agricoltura con lo svolgimento di diverse attività di rilievo sociale quali la formazione, l’inserimento e  la riabilitazione di persone svantaggiate. Il lavoro agricolo, l’ambiente, i ritmi della campagna rappresentano in tal senso importanti risorse e occasioni per intervenire su diverse forme di disagio. Il volume racconta, come un vero e proprio ‘diario di campo’, il percorso che, dal 2003, è iniziato in Toscana con il progetto “Agricoltura sociale in Toscana” che è servito a conoscere un numero importante di realtà e di esperienze. Animatori, imprenditori agricoli, famiglie di coltivatori, tecnici e operai sono i protagonisti di questo volume, accomunati – pur nella differenza di esperienze, età, formazione e storie di vita, dalla ricerca di nuove forme di economia – da una particolare tensione etica oltre che dalla capacità progettuale e dalla professionalità e coerenza.

Le realtà conosciute e ‘contattate’ dal progetto sono oltre 50, diffuse in tutte le aree rurali della Toscana, con una leggera prevalenza nell’area di Firenze, Siena e Arezzo, e sono molto diverse fra loro: si tratta di cooperative agricole, forestali, comunità di persone o comunità terapeutiche, famiglie di coltivatori diretti, associazioni, cooperative sociali.

Tra gli utenti principali a cui si rivolge l’agricoltura sociale, i bambini (attraverso l’organizzazione di nidi familiari, ludoteche, laboratori, percorsi verdi), i minori e i giovani in difficoltà (attraverso pratiche abilitanti, il contatto con esperienze concrete e pratiche di avvicinamento al lavoro), persone diversamente abili sul piano fisico e mentale (con azioni di ‘terapia colturale’ o legata al contatto con animali, formazione, inserimento lavorativo), anziani in difficoltà (con forme di accoglienza temporanea, organizzazione di servizi di prossimità, forme di turismo sociale), detenuti e ex-detenuti (attività di formazione o forme di inserimento lavorativo esterne al carcere), persone affette da dipendenze da alcol o droghe.

Le risorse dell’agricoltura sociale, per il recupero e il reinserimento di fasce deboli e svantaggiate, sono evidenti: da un lato il paesaggio agricolo, la gestione dei processi agricoli e il contatto con i cicli biologici e, dall’altro, stili e tempi di vita meno ripetitivi e ossessivi, una gestione più diretta delle relazioni umane, basata più sulla reciprocità che sullo scambio impersonale.

I progetti che si stanno susseguendo dal 2003 sono basati sulla multifunzionalità dell’agricoltura e hanno fatto tesoro delle esperienze acquisite nelle aziende e nelle realtà locali dove l’agricoltura sociale viene da tempo praticata e, allo stesso tempo, hanno acquisito il patrimonio di competenze, relazioni e metodologie che in Regione Toscana sono state acquisite grazie all’azione della Direzione generale sicurezza sociale e da quella dello Sviluppo economico, sempre con il contributo delle organizzazioni professionali agricole. E la Toscana, in questo importante segmento dell’agricoltura, è assolutamente all’avanguardia, non solo per le esperienze attive nelle diverse aziende, ma proprio per l’attenzione che trova da parte delle istituzioni: dalla misura 9.4 presente nell’ultimo PSR, a quelle previste nel PSR 2007-2013, dalle attività del progetto So-Far (social service in multifunctional Farms, iniziativa internazionale a supporto delle ricerca per le politiche sociali e in particolare orientata al tema dell’agricoltura sociale), fino alle molteplici attività dei progetti Arsia (che hanno compreso, negli anni, un  lavoro di documentazione e indagine sulle esperienze toscane, l’avvio di una rete di scambio tra le aziende individuate, la creazione di una partnership che si è andata via via allargandosi a diversi attori, con attività di formazione degli operatori agricoli, l’informazione attraverso seminari, convegni e redazioni periodiche di news e una tensione specifica al consolidamento di iniziative progettuali innovative, di partecipazione al trasferimento delle competenze acquisite a livello regionale, in un’ottica nazionale e comunitaria).

I progetti portati avanti in questi anni e il percorso testimoniato dalle esperienze vissute dalle diverse aziende, fanno di questo volume un valido strumento di lavoro, che da un lato riflette il coinvolgimento diretto delle istituzioni, delle aziende, degli operatori, dei fruitori e fa riflettere sui temi del welfare locale e sul rapporto città-campagna.

Nella foto: un momento della presentazione del volume durante Festambiente a Rispescia (Gr)

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