Caro prezzi, Andria: nessun impegno per difesa potere acquisto

“Il DPEF è sprovvisto di una seria linea politica sul piano dell’equità sociale. Un approccio più responsabile con i temi dell’agricoltura avrebbe consentito di affrontare, in radice, uno dei problemi più drammaticamente avvertiti, nel quotidiano, dalle famiglie italiane: l’irrefrenabile incremento dei prezzi al consumo dei generi di prima necessità, con conseguenze che incidono sul livello di qualità della vita”. Lo dichiara il senatore del Pd, Alfonso Andria, ministro ombra delle Politiche Agricole. “Ci saremmo aspettati – afferma Andria –  ben altro impegno per difendere il potere d’acquisto della stragrande maggioranza degli italiani, a maggior ragione, nel momento in cui questo tema – sul piano internazionale – occupa la riflessione dell’Unione Europea e il dibattito all’interno delle sue istituzioni, intrecciandosi con l’emergenza della fame nel mondo. Ma, più complessivamente, è deludente il modo in cui il Governo italiano risponde alle esigenze di un settore trainante per l’economia nazionale come l’Agricoltura e i comparti interconnessi. Dall’esecutivo solo tagli per un valore di circa 223 milioni di euro e nessuna indicazione sulle agevolazioni fiscali, in particolare per il comparto pesca, sui sostegni per superare la criticità attuale, rilanciando l’eccellenza del Made in Italy. Nulla sull’incremento del Fondo di Solidarietà per coprire i rischi in Agricoltura o sulla individuazione di misure per una gestione razionale della Risorsa Acqua, con attenzione al Mezzogiorno, più esposto al fenomeno della siccità. Nessun riferimento alle incentivazioni per l’occupazione giovanile e per l’imprenditoria femminile”. “Per fronteggiare l’aumento delle materie prime e dei carburanti – spiega Andria – il Governo ha invece approvato, nell’ultimo CDM, un decreto legge che individua una parte della copertura finanziaria necessaria, attraverso lo scioglimento degli organi di amministrazione di una serie di Enti ed Istituti di Ricerca vigilati dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Un metodo molto discutibile e del tutto improprio, poiché priva il Parlamento e i gruppi di opposizione di interloquire costruttivamente ed evita il doveroso approfondimento all’interno della  Conferenza Stato – Regioni”. Andria conclude: “Il Governo, con questo DPEF e con i decreti che ne hanno anticipato la natura e il contenuto, non interpreta affatto le esigenze del presente e non offre risposte in grado di tracciare una politica di sostegno e di sviluppo per l’immediato futuro del settore primario, attraverso il quale il Paese esprime uno dei suoi forti segni identitari”.

 

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