Pesca tonno rosso, Italia fuorilegge denuncia il Wwf

La gestione della pesca del tonno rosso è insostenibile e totalmente fuori controllo in Italia: è quanto dimostra un dossier del WWF Internazionale e del WWF Italia lanciato oggi in tutto il mondo e commissionato a una società di consulenza indipendente che ha svolto un’indagine a tutto campo. Un’illegalità diffusa e reiterata negli anni dovuta a mancati controlli, pescherecci pirata e porti fantasma, trasferimenti non registrati di tonni vivi in allevamenti all’estero, mercati irregolari, criminalità organizzata presente e operante sui mercati remunerativi del tonno rosso, registrazioni di vendite e catture improprie e fuori dal dettato comunitario. Il WWF consegnerà i risultati della ricerca al Ministro delle Politiche agricole e forestali Luca Zaia, alla Commissione pesca dell’Ue, alle autorità preposte ai controlli in uno spirito collaborativo e nella convinzione che solo un lavoro di stretta sinergia tra tutti gli enti preposti possa davvero dare i risultati sperati nel controllo dell’illegalità nella pesca del tonno rosso nei nostri mari. 

Stop UE – Nel corso dell’estate 2008 l’UE aveva deciso, infatti,  di chiudere la stagione di pesca del tonno con due settimane di anticipo, chiusura che ha di fatto – a detta del Ministero – impedito all’Italia di raggiungere le quote fissate dall’ICCAT (Commissione Internazionale per la Conservazione del Tonno Atlantico) vale a dire 4162,71 tonnellate. Secondo il WWF invece la quota di tonno rosso pescata in eccedenza è stata minimo di  oltre 700 tonnellate nel 2008. I risultati cui si giunge nel dossier sono in contrasto quindi con i dati che il Ministero italiano aveva inviato questa estate a Bruxelles.

Tragico 2007 – “Dopo un drammatico 2007 con quote di pescato eccedenti il 40% le quantità assegnate, al tonno rosso, in Italia, è andata meglio quest’anno, grazie alla decisione dell’UE di chiudere la stagione di pesca con 2 settimane di anticipo. – commenta Enzo Venini, Presidente del WWF Italia –  Dai dati che abbiamo potuto incrociare, quest’anno si sono pescate come minimo 700  tonnellate in più, mentre nell’anno precedente la quota eccedente ammontava a 1.653 tonnellate (e non 327 come i dati ufficiali dicono). Ma il dossier che consegneremo al Ministro Zaia, alla Commissione Pesca dell’Ue e alle autorità preposte al controllo dice di più. Molte quantità di pescato di pregio, tra cui rientra il tonno rosso, non viene registrato nei porti al momento dello sbarco: a Pozzuoli, Vibo Valentia, Portopalo e Cetraro, nel 2008 non è stato registrato neppure un tonno rosso. Altre quantità sono vendute illegalmente in mercati chiusi per infiltrazioni mafiose. Le catture in mare sono svolte con metodi fuori legge, vale a dire con l’ausilio di aerei d’avvistamento. Altre quantità consistenti, è provato che siano trasferite vive in fattorie al largo della Croazia, di Malta e della Tunisia. Ma non tutto il tonno trasferito è stato registrato.”

Barche non autorizzate – Dal dossier risulta inoltre che le imbarcazioni italiane registrate e autorizzate alla pesca e all’allevamento del tonno rosso siano 185: dall’indagine svolta in mare e nei porti dai consulenti del WWF la flotta coinvolta nella stagione 2008 conta 283 unità di cui 27 parangali, 162 tonnare volanti (reti a circuizione), 73 reti a strascico e 21 rimorchiatori, 47 delle quali prive di sistemi di monitoraggio, 160 sprovviste di licenze di pesca per tonno rosso,  82 mai inserite nei registri dell’ICCAT nel 2008.

Richiesta una moratoria –  “Lo scenario obbliga tutti gli attori coinvolti a smettere ipocrisie e scorciatoie – conclude Venini –  La popolazione del tonno rosso è prossimo al collasso commerciale e questo è dovuto a chi gestisce in modo non sostenibile e senza scrupoli la pesca. Il WWF chiede dunque una moratoria di 3 anni sulla pesca del tonno rosso in Mediterraneo e invita il Ministro Zaia a ritirare il ricorso presentato presso la Corte europea, per chiedere di rivedere le decisioni prese. Con il nostro dossier, da oggi Ministro, Commissione e autorità avranno uno strumento in più per capire quanto fuori controllo sia la pesca di questa specie, avranno dati e notizie per poter avviare indagini contro illegalità e irregolarità di ogni genere. E’ chiaro che siamo al fianco di tutti i settori della pesca che svolgono la loro attività rispettando le leggi e in maniera sostenibile. Ci auguriamo di incontrare il loro consenso e la loro alleanza. In sostanza è in gioco il loro futuro, non solo quello del tonno”

Le iniziative – La scorsa settimana, la Commissione scientifica dell’ICCAT ha reso noto il suo verdetto sulla pesca del tonno rosso in Mediterraneo nel 2007: 61.000 tonnellate sono state prelevate, vale a dire il doppio della quota legale, con uno stock riproduttivo in crisi, essendo solo il 36% rispetto a 30 anni fa. Il prossimo incontro dell’ICCAT si terrà a Marrakech, in Marocco, dal 17 al 24 novembre 2008. L’auspicio, come perfino la prestigiosa rivista scientifica Nature raccomanda in un articolo dedicato al Tonno rosso, è che le Parti decidano la chiusura, seguendo le indicazioni del WWF, fin tanto che permarranno forme di illegalità e insostenibilità tanto diffuse.

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