Sulla qualità del latte ovino si spacca l’agricoltura toscana

Un decisivo passo in avanti verso la strada della qualità per il latte ovino toscano, ma nel mondo agricolo regionale c’è una profonda spaccatura. L’incontro finale per la definizione della tabella tecnica per il pagamento del latte sulla base di parametri di qualità (grassi e proteine), che si è tenuta nei giorni scorsi presso la Regione Toscana, ha infatti segnato la marcia indietro della Coldiretti, che pure aveva sottoscritto l’accordo di filiera. 

"Cia e Confagricoltura, in piena coerenza con le posizioni tenute fino ad oggi – sottolinea Enrico Rabazzi, vice presidente della Cia di Grosseto e Coordinatore regionale del settore Ovino -, hanno confermato la loro impostazione accettando la proposta di “tabella qualità” assumendosi coraggiosamente la responsabilità di un cambiamento importante. Il sistema proposto, che ha carattere sperimentale e valenza solo premiante – spiega Rabazzi – ha lo scopo di far prendere ai produttori una integrazione di 0,025 centesimi di euro (al litro) a conguaglio sul prezzo del latte per l’annata in corso, e al tempo stesso fare una prima esperienza di applicazione della tabella senza rischi ne costi per gli allevatori".  

Accordo con la Regione – L’accordo di filiera, siglato da tutte le organizzazioni professionali e dalle Associazioni di Prodotto, prevede, tra l’altro, lo stanziamento di fondi da parte della Regione finalizzati al monitoraggio delle qualità del latte ovino del territorio, all’impostazione di un progetto di tracciabilità geografica sull’intero territorio regionale, il finanziamento di bandi di filiera per la riduzione di costi di raccolta e la valorizzazione del prodotto trasformato con il coinvolgimento della grande distribuzione commerciale. In sostanza una strategia di rafforzamento della filiera dalla produzione al consumo.

Marcia indietro – "Questa brusca ed imprevedibile inversione di marcia in fase conclusiva di Coldiretti – aggiunge Rabazzi – pare avere una connotazione più populista e velleitaria nell’approccio ai problemi degli allevatori, e ci si domanda come sia possibile che gli stessi associati che quattro mesi fa hanno optato per un Patto di Filiera, dove la tabella era parte integrante dell’accordo, oggi abbiano potuto così drasticamente fare marcia indietro". 

Allevatori a rischio – "Un passo indietro che pagheranno tutti gli allevatori, che rischiano di tornare alle trattative individuali" sostiene Alessandro Del Carlo della presidenza della Cia Toscana, che definisce "chiaramente strumentale l’atteggiamento di Coldiretti, perché pare avere a cuore più la propria immagine di “sindacato di protesta a tutti i costi” piuttosto che impegnarsi responsabilmente a trovare delle soluzioni ai problemi, per esempio, degli allevatori ovini che continuano a trovarsi in una condizione di crisi drammatica dove il prezzo del latte non riesce a contenere in nessun modo l’aumento continuo dei costi di produzione". Per Del Carlo "c’è bisogno invece di impegno e responsabilità" perché "il settore ovino ha bisogno di politiche forti e mirate per rafforzare la filiera, tutelare la produzione toscana, valorizzare il prodotto trasformato, in sostanza rafforzare le alleanze nell’ambito della filiera".   

 

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