Crisi latte: per Zaia insufficienti le proposte Fischer Boel

“Macché fortezza europea o italiana! Non sono in questione interessi nazionali o locali. Il Commissario Mariann Fischer Boel deve sforzarsi di comprendere le ragioni delle proteste degli allevatori italiani ed europei. Pur non essendo protezionisti, vogliamo un mercato nel quale vengano valorizzate le identità nazionali, che sono la ricchezza dell’Europa e non il suo limite.” Così il Ministro delle politiche  agricole alimentari e forestali, Luca Zaia, commenta le comunicazioni rese oggi del Commissario per l’agricoltura e lo sviluppo rurale.

Il ministro Zaia – “Nella sua comunicazione odierna il Commissario europeo Mariann Fischer Boel  prende atto della grave situazione in cui versa il mercato del latte in tutta Europa ma non indica una strada che – prosegue Zaia – ci consenta di uscire da questa crisi. La filiera del latte deve approfittare di questa situazione per una reale e concreta ristrutturazione, che guardi al futuro con coraggio e lungimiranza". “Le misure illustrate sono in larga misura già note, il provvedimento principale proposto dalla commissione riguarda gli acquisti di burro e latte in polvere. L’Italia non crede – ha proseguito il Ministro – che questi provvedimenti siano sufficienti ad affrontare una crisi che è strutturale e che richiede, dunque, soluzioni durature e sostenibili". “Noi continuiamo a proporre una ristrutturazione dell’intero settore lattiero caseario che parta da una selezione delle stalle: un piano di abbandono per le aziende che si trovano già in condizioni produttive di marginalità".

Le ragioni dell’Italia – “Il Commissario ha sostenuto che i nostri formaggi hanno bisogno del latte straniero, e che una chiusura delle frontiere arrecherebbe danni considerevoli anche ai prodotti di qualità che esportiamo con il nostro Made in Italy . Non credo che questo corrisponda al vero. Le manifestazioni dei nostri allevatori non mirano a chiudere le frontiere ma a tutelare e garantire i nostri produttori e i nostri consumatori, compresi quelli non italiani. E quanto ai nostri formaggi di qualità è noto che i disciplinari prevedono che vengano fatti con latte italiano e non straniero". “Domani, proprio al tavolo della filiera del latte, presenterò il decreto per l’etichettatura d’origine obbligatoria del latte che, sono certo, sarà un elemento utile per tracciare un percorso che consentirà al comparto di uscire dalla situazione in cui ritrova". “Restiamo al fianco degli allevatori d’Italia e d’ Europa – ha continuato Zaia – che in questi giorni stanno manifestando tutto il loro malcontento per una crisi che le autorità comunitarie, finora, non sono riuscite ad affrontare in modo adeguato. Credo, invece, che la controproposta italiana possa dare le risposte che oggi gli allevatori ci chiedono.”

 

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