Fame e povertà, più agricoltura per sfamare il mondo

Il potenziamento dell’agricoltura come strumento per risolvere la povertà nel mondo. E’ quanto suggerisce Giuseppe Politi, presidente della Cia in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione che si svolge oggi su iniziativa della Fao.   “La crescita dell’agricoltura, della disponibilità di cibo e dei redditi degli agricoltori genera un incremento della domanda locale per beni e servizi non-agricoli. Tale processo può dare avvio ad un circolo virtuoso ed è una delle ragioni primarie per cui, ai fini della riduzione della povertà, lo sviluppo del settore agricolo è fondamentale”.

Nuove politiche e sfide per vincere la povertà – ”Davanti agli ultimi drammatici dati della Fao che parlano di oltre un miliardo di affamati nel mondo, non si può restare insensibili. Occorre avviare al più presto -ha sottolineato Politi- politiche e strategie che permettano di affrontare e vincere la sfida posta da fame e povertà. Politiche che devono essere indirizzate soprattutto ad una adeguata crescita dell’agricoltura. Più volte, del resto, abbiamo evidenziato (in particolare nel vertice degli agricoltori del G14 che la Cia ha promosso nell’aprile scorso insieme alla Fipa-Federazione internazionale dei produttori agricoli, i cui risultati sono stati ripresi sia dal G8 agricolo che dal vertice dei “Grandi” a L’Aquila) che con più agricoltura si sfama il mondo. Ecco, quindi, l’esigenza di uno sviluppo agricolo che, oltretutto non permette solo di contrastare efficacemente la fame, la malnutrizione e la povertà, ma può avere un impatto molto positivo e rilevante sull’economia delle aree rurali. Una maggiore produttività agricola e maggiori redditi per gli agricoltori -ha rimarcato il presidente della Cia- portano, infatti, ad una maggiore domanda per beni non-alimentari e, di conseguenza, ad un incremento dell’occupazione in generale e degli standard di vita”.

Politiche internazionali più incisive – “C’è, dunque, la necessità -ha detto ancora Politi- di una politica internazionale realmente incisiva tesa a dare impulso e slancio al mondo agricolo. In questo contesto assume un’importanza cruciale l’azione delle organizzazioni agricole che possono dare forma ad una cooperazione in cui proprio lo sviluppo agricolo abbia un ruolo di primo piano e, nello stesso tempo, fare in modo che gli agricoltori siano coinvolti in modo diretto nelle strategie e politiche di carattere socio-economico”.

Il ruolo centrale dell’agricoltura – “L’agricoltura ha un’importanza vitale nelle economie dei paesi in via di sviluppo, per cui, una crescita del settore si traduce in un sensibile sviluppo del sistema economico nel suo complesso. Nelle economie basate sulla produzione agricola -quali, ad esempio, molte di quelle dell’Africa sub-Sahariana- il settore, infatti, riveste un ruolo cruciale non solo per la sicurezza alimentare, ma anche -ha aggiunto il presidente della Cia – per il contributo che può dare in termini di progresso economico. Nelle economie a prevalenza agricola, l’agricoltura conta per circa un terzo della crescita economica totale e rappresenta una quota rilevante del prodotto interno”.

Reddito e accesso alle risorse – “Si deve anche considerare che -ha sostenuto Politi- il problema della sicurezza alimentare non si pone solo in termini di quantità prodotte, ma anche di accesso alle risorse alimentari. Molti poveri, per assoluta carenza di reddito, non hanno alcuna possibilità di accedere ai beni agricoli, indipendentemente dal loro prezzo. Poiché il problema della sicurezza alimentare è inscindibile da quello del reddito, una strategia di sviluppo locale e di lotta alla povertà è un indispensabile strumento di promozione proprio della sicurezza alimentare. E, all’interno delle aree rurali, l’agricoltura è certamente il primo e fondamentale strumento di sviluppo”.

Piccoli produttori protagonisti – “Comunque, una strategia di riforma dell’agricoltura che punti all’incremento della sicurezza alimentare e ad una crescita della produttività agricola legata alla riduzione della povertà, deve porre al centro della propria azione – ha evidenziato il presidente della Cia- i piccoli produttori, specialmente nelle economie basate sull’agricoltura. Tradurre in pratica il potenziale che la produzione agricola ha nel ridurre la povertà e la malnutrizione dipende, in gran parte, da quanto è possibile coinvolgere i piccoli produttori in attività produttive e remunerative, sia all’interno che all’esterno dell’impresa agricola. A conferma di quanto potrebbe pesare in termini di impatto il contributo dei piccoli agricoltori, è sufficiente pensare che, secondo i dati della Fao, i piccoli produttori rappresentano il 90 per cento della povertà rurale, con 500 milioni con meno di 2 ettari ciascuno”.

Tutela ambientale – “Oltre ad avere come obiettivo il miglioramento dei sistemi agricoli locali e la crescita della produzione, i programmi di sviluppo agricolo a favore della sicurezza alimentare e dello sviluppo rurale -ha concluso Politi- devono necessariamente tenere in considerazione anche gli aspetti relativi alla sostenibilità ambientale. Insieme all’inquinamento, i maggiori pericoli cui l’ambiente è sottoposto da modelli non sostenibili di sviluppo agricolo, sono l’eccessivo sfruttamento delle risorse idriche e della terra. La gestione dell’acqua è, pertanto, un elemento cruciale non solo per la salvaguardia dell’ambiente, ma per la stessa sicurezza alimentare. Secondo la Banca Mondiale, nel giro di 20 anni un terzo della popolazione mondiale potrebbe vivere in paesi che soffrono di scarsità di risorse idriche"

Rosanna Paliotta

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