Agronomi, innovazione e formazione per superare il gap dello sviluppo del Meridione

Conoscenza, innovazione tecnologica e trasferimento delle esperienze. In una parola, formazione. Senza formazione non ci può essere uno sviluppo economico e sociale della Sicilia e del Meridione in particolare, ma del Paese Italia in generale. E‘ il messaggio uscito dal seminario ”Formazione della persona e sviluppo della società” che si è tenuto quest’oggi a Catania, presso l’Aula Magna della Facoltà di Agraria, organizzato dal Conaf (Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali), dalla Federazione regionale degli ordini dei dottori agronomi e dottori forestali della Sicilia e dall’Ordine provinciale di Catania. Nell’occasione è stato annunciato dal Conaf e dalla Federazione regionale dei dottori agronomi e dottori forestali che il Congresso 2011 della categoria (che conta 22mila iscritti in tutta Italia) si terrà proprio in Sicilia, che è la regione che conta il più alto numero di iscritti a livello nazionale (3.700).

Il seminario – Tanti gli interventi qualificati del mondo istituzionale, economico, ordinistico, universitario e delle professioni: “C’è la necessità diffusa che  lo standard qualitativo  fra i professionisti e nel mondo del lavoro – ha sottolineato Andrea Sisti, presidente Conaf – sia più elevato rispetto al passato, sempre più corrispondente alle esigenze che cambiano e che sono richieste dal mercato. Per questo è fondamentale una formazione permanente  che parta dall’Università e continui nello svolgimento della professione”. Il Consiglio nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali, dal primo gennaio 2010 ha attivato la formazione permanente per tutti gli iscritti, per un periodo sperimentale di tre anni, come ha ricordato la vicepresidente Conaf Rosanna Zari. Per Giuseppe Sopranzetti, direttore della sede di Palermo della Banca d’Italia, è necessario ridurre il gap a livello di innovazione e competitività della Sicilia e dell’Italia Meridionale con il resto del Paese e  d’Europa: “La produttività del Meridione – ha detto Sopranzetti – si è attestata nell’ultimo anno al -18% rispetto al Centro-Nord. Le cause sono il fattore umano e la scarsa capacità di innovazione tecnologica. Il Pil pro-capite dell’Italia meridionale non supera il 60% dell’equivalente del Nord e Centro Italia. Lo sviluppo economico e la formazione vanno di pari passo – ha aggiunto – bisogna investire sui giovani per avere risultati nel lungo periodo; nel Sud ancora oggi il 5% dei giovani ha la sola licenza elementare”. “Il capitale umano anche in agricoltura – ha sottolineato Agatino Russo, preside della Facoltà di Agraria di Catania – è un valore che genera prodotto; c’è bisogno di trasferimento delle innovazioni, delle tecnologie e conoscenze. Ma i tagli alla ricerca e all’Università rendono non vanno nella direzione di incentivare  la ricerca e lo sviluppo”. A fare gli onori di casa Salvatore Rizzo, presidente della Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Sicilia e Giovanni Toldonato, presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Catania, che hanno ricordato ai molti presenti le attività degli Ordini locali sul territorio in fatto di formazione professionale. 

 

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