Lavori usuranti, il coltivatore escluso da requisiti pensionistici

Il Ministero del lavoro ha presentato alle parti sociali la bozza del decreto legislativo che individua i lavori usuranti e le conseguenti riduzioni dei requisiti anagrafici e contributivi per il collocamento in pensione. Nonostante le rivendicazioni della Confederazione non sono compresi nell’elenco i coltivatori diretti.

Il lavoro – E’ definito usurante, tra gli altri, il lavoro notturno. Per lavoro notturno si intende quello svolto per almeno 7 ore consecutive comprendenti l’intervallo tra mezzanotte e le cinque del mattino. Per poter beneficiare della riduzione dei requisiti anagrafici e contributivi il lavoratore deve aver lavorato per almeno tre ore nel periodo tra la mezzanotte e le cinque per tutte le notti lavorative, oppure, per almeno 78 giorni all’anno per almeno sei ore. Previste agevolazioni anche per chi ha lavorato per 64 notti l’anno. Se manca la disciplina del lavoro notturno nel Contratto collettivo, il lavoro deve essere svolto per almeno 80 giorni all’anno per almeno tre ore di lavoro notturno.

Novità – Oltre al lavoro notturno sono state individuate le lavorazioni in serie, a catena, ripetute in maniera costante e quelle svolte dai conducenti di mezzi pesanti adibiti al trasporto pubblico di persone. A queste vanno aggiunte le attività già individuate da un apposito decreto del 1999 (lavori in cava, galleria, sotterranei, nei fondali, ad alte temperature, asportazione d’amianto, ecc..). La pensione anticipata spetta, nel periodo 2010/2012 con 37 anni di contributi e 57 anni di età. Dal 2013 sono necessari 36 anni di contributi e 58 anni di età.

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