Alluvione Messina, ancora morti e distruzione per assenza prevenzione

Ancora piogge violente, ancora frane e purtroppo ancora delle vittime. L’Italia si sta letteralmente sgretolando sono i nostri piedi con una tragica continuità da nord a sud. Una trentina di vittime in poche settimane, piani di prevenzione assenti o non applicati, case costruite su frane o nei fiumi senza che i proprietari siano consapevoli del rischio. Eppure le Amministrazioni comunali, le Province, le Regioni, lo Stato sanno perfettamente quale sia il livello di rischio nel proprio territorio ricorda il WWF Italia.
A seguito della legge sulla difesa del suolo, 183/89, poi integrata e modificata dal Dlgs. 152/06, sono stati redatti dalle Autorità di bacino i Piani di Assetto idrogeologico a partire dal 2001 (il primo quello del bacino del Po nell’agosto 2001)  che identificavano il rischio idrogeologico per ogni comune e ogni amministrazione comunale è stata specificatamente informata dei risultati con richiesta di adeguare i propri strumenti urbanistici. Fin dal 2003 si sa che in Sicilia almeno 206 comuni su 272 hanno aree a potenziale rischio idrogeologico (fonte ISPRA) per cui il tempo, per definire piani di emergenza e almeno per evitare o ridurre le vittime, c’era.  A  Giampilieri i messinesi coinvolti nelle tragiche frane e alluvioni di due anni fa ancora aspettano gran parte dei finanziamenti.

Richieste al Governo – Il WWF rinnova le proprie richieste anche al nuovo Governo per:
– un intervento urgente e straordinario affinché si applichino le direttive europee sulle acque (2000/60/CE) e sul rischio alluvionale 2007/60/CE). Per far questo devono essere istituite le Autorità di distretto nazionale previste fin dal 2006 (Dlgs.152/2006) che devono provvedere alla redazione ed applicazione, ad esempio, ai “Piani di gestione delle alluvioni”.
– Un controllo della presenza di Piani di protezione civile nei Comuni, con particolar riferimento alle zone a più alto rischio ed intervenga con poteri commissariali laddove questi non siano presenti o non siano stati applicati;
– Avviare  una grande e diffusa azione di informazione presso i comuni e i cittadini per promuovere la conoscenza del rischio nel proprio territorio e informi sui comportamenti necessari durante alluvioni, frane ed altri dissesti. Sarebbe importante un sito internet dove ogni cittadino, inserendo l’indirizzo di casa propria, possa immediatamente e facilmente venire a conoscenza del grado di rischio e delle caratteristiche del territorio dove vive
– Avviare un piano di manutenzione del territorio che consenta di agire soprattutto laddove il rischio si forma e promuova una vasta azione di rinaturazione soprattutto dei terreni collinari e montani.
– Blocchi qualsiasi forma di condono per case ed edifici in modo categorico per le aree con rischio idrogeologico anche basso.

Il ministro Clini – "Bisogno di aggiornare al più presto la mappa di tollerabilità del territorio, concentrare risorse per fare prevenzione, intervenire sui fattori che nel suolo possono causare disastri. Bisogna intervenire anche sui corsi d’acqua – ha proseguito il ministro – ed iniziare a considerare la possibilita’ che zone esposte vengano svuotate da attivita’ produttive e residenze". "E’ urgente – ha aggiunto Clini – che l’italia prenda atto che siamo in una situazione climatica nuova, dobbiamo sapere che gran parte
del nostro territorio e’ vulnerabile e ha bisogno di un lavoro di manutenzione e gestione. Altrimenti, rincorreremo solo le emergenze, con gravi perdite di vite umane e danni economici. Quarant’anni fa avevamo disegnato sistemi fognari sulla base di un certo regime di pioggia e ora dobbiamo ripensarli, perche’ il regime e’ cambiato. Meglio lavorare piuttosto che sperare nella buona sorte".

AGRONOMI – «Prima le Cinque Terre, poi Genova, oggi l’alluvione di Messina. Ancora cronache di morti e distruzione nelle città e nelle campagne. Ancora una volta la causa è la mancanza di prevenzione: è necessaria, nel più breve tempo possibile, una legge che fermi il consumo di suolo e introduca strumenti finanziari finalizzati alla realizzazione di opere di manutenzione del territorio in grado di inserire diritti ecologici e paesaggistici che devono sostituire gli oneri di urbanizzazione». Lo sottolinea Andrea Sisti, presidente del CONAF (Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali), in occasione dell’alluvione che ha colpito nelle ultime ore la città di Messina, con conseguenze ancora una volta tragiche. «Non c’è più tempo da perdere – aggiunge il presidente Conaf, Sisti – occorre invertire la rotta, altrimenti non ci sarà sviluppo senza territorio. Dobbiamo riqualificare le città nell’ottica di interconnettere e interconnetterle con il territorio circostante. Un’operazione non più procrastinabile che deve necessariamente portare a cambiare i sistemi di tassazione sul territorio per migliorare la qualità degli insediamenti. Le amministrazioni comunali e gli enti preposti – è l’appello di Sisti – devono essere obbligati con questa modalità di contribuzione a fare interventi per la salvaguardia del territorio e non deturparlo». 

GEOLOGI – "Oramai siamo in guerra contro il dissesto idrogeologico e continuiamo a non fare assolutamente nulla . E’ una lotta impari". Ancora una volta Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, lancia il suo secco j’accuse contro la mancanza di interventi di prevenzione a tutela del territorio, intervenendo cosi’ su quanto e’ accaduto in queste ultime ore in Sicilia ed in Calabria a causa del maltempo. "Per fronteggiare e vincere questa guerra dobbiamo assolutamente puntare sulla prevenzione e dobbiamo farlo presto" afferma Graziano. Il geologo quindi rivela che, "nonostante i morti", nel messinese e’ stato evitato il peggio "perche’ in questa situazione drammatica i geologi dei presidi territoriali sono riusciti a mettere in salvo famiglie che non volevano inizialmente lasciare le loro abitazioni". "Ringrazio questi geologi e non da Presidente ma proprio da cittadino italiano, e siciliano quale sono, perche’ stanno veramente facendo un’opera meritoria" aggiunge Graziano. "Alcuni colleghi -riferisce ancora- sono stati un’ora a convincere una famiglia ad evacuare". "Dopo anni di totale assenza mi auguro -afferma ancora Graziano- che il nuovo governo dia priorita’ alla difesa del suolo". "Abbiamo ascoltato le prime dichiarazioni del nuovo ministro Clini che ha preannunciato un tavolo per dare priorita’ alla difesa del suolo e speriamo -prosegue- che questo venga veramente messo in atto". "Ci auguriamo, insomma, che questo Governo affronti il dissesto idrogeologico ed anche con tempestivita’. Si salverebbero vite umane, si difenderebbe il territorio e si creerebbero condizioni per uno sviluppo economico". E sulle incurie: "Ad ogni pioggia -dice- contiamo i morti o siamo costretti a temere il peggio. Dobbiamo puntare a mettere in sicurezza il territorio e ad avere la cultura della prevenzione. Siamo stanchi di ripetere sempre le stesse cose. Nell’arco di un mese in Italia abbiamo avuto frane ed alluvioni con decine di vittime". Invochiamo ancora una volta la prevenzione”. Intanto proprio venerdi’ prossimo, a Firenze, geologi da tutta Italia si sono dati appuntamento per sottoscrivere un appello al nuovo Governo Monti, un appello, conclude Graziano, che sara’ reso pubblico "e consegnato alla stampa".

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