Giovani agricoltori sulla Pac: Se resta così, meglio nessuna riforma

Meglio nessuna riforma che una cattiva riforma. Perché ad oggi le proposte della Pac post 2013 sono riduttive e del tutto insufficienti a rispondere alle esigenze degli agricoltori, soprattutto di quelli giovani. E’ questo il messaggio che esce dalla Conferenza europea promossa dall’Agia, l’associazione dei giovani imprenditori della Cia-Confederazione italiana agricoltori, che si è tenuta oggi a Bruxelles presso la sede del CESE. “Nella proposta di riforma della Pac 2014-2020 è sì positiva la decisione di assegnare ai giovani un pagamento diretto aggiuntivo fino al 2 per cento del budget nazionale -ha detto il presidente dell’Agia, Luca Brunelli-. Ma crediamo che sarebbe utile, per dare reali certezze agli agricoltori ‘under 40’ e favorire il ricambio generazionale, aumentare questa percentuale e soprattutto renderla obbligatoria. Visto che la formulazione attuale ‘fino al 2 per cento’ oggi renderebbe di fatto facoltativa la scelta per gli Stati membri”. In più ha aggiunto Brunelli, “continuano a sembrarci assolutamente incomprensibili i limiti relativi alla superficie. I 25 ettari previsti per l’Italia rischiano di diventare una barriera competitiva per i nostri giovani rispetto ai Paesi che hanno maglie molto maggiori, come Francia e Germania”.

Giovani agricoltori europei – Sulla stessa posizione dell’Agia-Cia il presidente del Ceja, Joris Baecke: “I giovani agricoltori europei -ha spiegato- hanno bisogno di una Pac forte per affrontare le sfide future, che sono quelle della sicurezza alimentare globale e della sostenibilità ambientale. Siamo d’accordo con i miglioramenti alla Pac proposti dall’Agia, perché ora come ora l’enveloppe fino al 2 per cento nel primo pilastro per i giovani risponde solo in minima parte allo squilibrio demografico che viviamo nel settore”, che va verso “una progressiva senilizzazione”. Inoltre, ha osservato Baecke, è vero che nella Pac post 2013 “l’esigenza verde va portata avanti, ma le condizioni non possono essere quelle contenute nella proposta di riforma”. La componente “greening” dovrebbe essere “volontaria”, ha affermato il numero uno del Ceja, “l’azienda giovane cioè deve poter scegliere”.

De Castro – Anche il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, ha rilanciato l’urgenza di rivedere l’impianto della proposta di riforma della Pac 2014-2020. “Oggi stiamo vivendo un cambiamento epocale, con squilibri inaccettabili tra domanda e offerta -ha sottolineato- volatilità dei prezzi e speculazioni sui mercati internazionali, fenomeni immorali come il ‘land grabbing’”. Eppure, ha continuato De Castro, “di fronte a tutto questo, la futura Pac resta muta: manca di visione, di prospettive di ampio respiro”. Senza contare che “oggi c’è bisogno di strumenti nuovi, quelli che abbiamo adesso di gestione del mercato sono incapaci di affrontare le emergenze. Come si è visto con il caso E.Coli”. E poi “nella proposta di riforma post 2013 non è presente in nessun modo il tema dell’innovazione, della ricerca, che è una prerogativa delle aziende agricole giovani”. Per risolvere tutte queste criticità “noi come Parlamento europeo ci faremo carico dei problemi delle nuove generazioni e -ha promesso De Castro rivolgendosi alla platea dell’Agia- diventeremo portavoce delle vostre istanze. Dovete aiutarci a disegnare la vera Pac del futuro”.

Giovane sicurezza – “I giovani agricoltori – ha quindi ribadito il presidente della Cia, Giuseppe Politi, nelle sue conclusioni-  vogliono sicurezza. Vogliono poter operare con efficacia e competitività sui mercati. Vogliono avere quei mezzi e quegli strumenti adeguati per sviluppare le loro imprese”. Insomma, ha affermato Politi, “serve una politica mirata che apra nuove prospettive di crescita e permetta veramente il ricambio generazionale”. Purtroppo “la proposta di riforma della Pac post 2013 così com’è è inefficace. Ma noi non ci arrendiamo e lavoreremo al tavolo negoziale -ha chiosato il presidente della Cia- per creare un reale futuro di equità ai giovani agricoltori”. Sono intervenuti alla conferenza anche Mario Campli, presidente della sezione Nat del CESE; Gianni Pitella, vicepresidente del Parlamento europeo; Giovanni La Via e Luis Capoulas Santos, membri della Commissione agricoltura del Parlamento europeo; Massimiliano Benelli, esperto delle Regioni presso la Rappresentanza permanente d’Italia all’Ue; Pekka Pesonen, segretario generale del Copa-Cogeca.

 

 

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