Chianti Classico: continua la risalita, grazie soprattutto all’export

Segno + nel 2011 per il Chianti Classico, che proprio nel bel mezzo della crisi finanziaria globale, chiude l’anno con un confortante +4% nelle vendite sul 2010. Un risultato che arriva dopo un’accelerazione notevole compiuta l’anno scorso, conclusosi con un sostanzioso +24% di vendite sul 2009. Un bilancio rassicurante che accompagnerà il celebre vino toscano alla “Chianti Classico Collection”, l’anteprima delle annate 2011, 2010 e della Riserva 2009 del Chianti Classico (il 20 febbraio, riservata agli operatori, ed il 21 e 22 febbraio per la stampa; www.chianticlassicocollection.it), di scena alla Stazione Leopolda a Firenze.

Export decisivo – Ancora una volta l’elemento decisivo per la crescita delle vendite del Chianti Classico è rappresentato dall’export, analogamente a quanto è accaduto in tutti i principali territori a vocazione vitivinicola del Bel Paese. Si tratta di una “base” solida e che anche per il futuro promette di regalare alla denominazione del Gallo Nero una certezza nelle vendite, e capace di far guardare al futuro, almeno con un moderato ottimismo, nonostante la congiuntura globale stia attraversando un momento particolarmente delicato. “La nostra quota di vino esportata all’estero è ormai pari al 78%, è quindi da questo punto di forza che dobbiamo guardare per il futuro del vino Chianti Classico – spiega Giuseppe Liberatore, direttore dell’omonimo Consorzio – e la crescita nelle nostre vendite che si è verificata anche nel delicatissimo 2011, soprattutto dovuta all’export, ne è l’ennesima riprova”.

Triennio 2009-2011 – Per quanto riguarda la penetrazione commerciale del Chianti Classico, nel triennio 2009-2011, si configura una sostanziale tenuta dei mercati storicamente di riferimento per questa denominazione con quote di mercato distribuite soprattutto nei mercati storici. Gli Stati Uniti si confermano al primo posto (27% nel 2009, 28% nel 2010 e nel 2011), seguiti dall’Italia (26% nel 2009, 24% nel 2010 e 22% nel 2011), dalla Germania che si rivela un mercato in buona crescita (12% nel 2009 e nel 2010 e 13% nel 2011), dal Canada, (6% nel 2009, 7% nel 2010 e 8% nel 2011) altro mercato in tendenziale crescita e che si sostituisce in questa posizione al Regno Unito (8% nel 2009 e 2010, 7% nel 2011), Svizzera (6% nel 2009, 7% nel 2010 e 2011), Giappone (5% nel 2009, 4% nel 2010 e 2011), altri Paesi (3% nel 2009, 2010 e 2011), a pari merito nel 2011 con Olanda e Svezia, mentre la quota di mercato in Russia è pari al 2%. Dal quadro emerge un dato in linea con le tendenze complessive del mondo del vino italiano: a tirare la volata della ripresa sono essenzialmente i mercati esteri, mentre il mercato interno, progressivamente si ridimensiona.

Nel mondo – Il Chianti Classico, quello che nel mondo del vino può essere a ragione definito come un vero e proprio “distretto agroalimentare”, può contare sui numeri di una “grande impresa”: fatturato stimabile in oltre 500 milioni di euro, valore della produzione vinicola imbottigliata di 360 milioni di euro, valore complessivo della produzione olivicola pari a 10 milioni di euro, valore delle altre produzioni agricole stimabile in 90 milioni di euro, fatturato medio degli agriturismi 75 milioni di euro; 70.000 ettari, di cui 7.200 vitati a Chianti Classico e 10.000 coltivati ad oliveto. La produzione di vino Chianti Classico ha raggiunto nel 2011 i 280.000 ettolitri, i soci consorziati sono 570, di cui 350 sono imbottigliatori.

Dal 20 al 22 febbraio c’è Chianti Classico Collection 2012

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