Cresce l’export delle produzioni agroalimentari certificate e si conferma fattore di traino

Un volume prodotto pari a 1,27 milioni di tonnellate, di cui oltre un terzo esportato per un valore pari a circa 2,4 miliardi di euro con un aumento del 5%; un fatturato alla produzione di 6,6 miliardi di euro e al consumo di circa di 13 miliardi di euro (anno produzione 2013). L’Italia rimane leader mondiale del comparto per numero di produzioni certificate, con 269 prodotti iscritti nel registro Ue, di cui 161 DOP, 106 IGP, 2 STG (dati 30.11.2014). Un comparto che garantisce la qualità anche attraverso i 120 Consorzi di tutela riconosciuti dal MIPAAF, 48 Organismi di Certificazione autorizzati, per un complessivo numero di oltre 60.600 visite ispettive e 75.700 controllianalitici (campione di 150 prodotti).

Nuove registrazioni – Europa  Dal 1° Gennaio al 30 Novembre 2014 sono state iscritte nel registro dei prodotti a marchio DOP, IGP e STG 53 nuove denominazioni, di cui 52 europee e 1 extraeuropea; da segnalare che è stata cancellata un’intera categoria, quelle delle acque minerali, con ben 23 prodotti a marchio DOP. Il numero totale di denominazioni al 30 Novembre 2014 è di 1249, suddivise in 583 DOP (46,7% sulle denominazioni totali), 617 IGP (49,4% delle denominazioni) e 49 STG (che continuano
ad avere un ruolo marginale con il 3,9%). Rispetto allo scorso anno il numero delle denominazioni registrate è stato inferiore, a crescere di più sono le IGP con 28 unità seguite dalle DOP con 19 unità e dalle STG con 6 unità. Per quanto riguarda i comparti, gli ortofrutticoli e cereali si confermano a livello europeo la prima categoria per numero di prodotti con il 27,3% del totale (341 prodotti), seguito
a forte distanza dai formaggi con il 17,8% (223 prodotti), dai prodotti a base di carne con 12,4% (155 prodotti), dalle carni fresche 11,8% (147 prodotti) e dagli oli e grassi con 10% (125 prodotti).
L’Italia si conferma leader per il numero complessivo di registrazioni, con 269 prodotti; seguono la Francia con 219, la Spagna con 180, il Portogallo con 125, la Grecia con 101. Per quanto riguarda la Germania, il numero totale delle sue denominazioni scende notevolmente a causa della cancellazione della categoria delle acque minerali. Si conferma anche nel 2014 il ruolo attivo dei Paesi dell’Europa dell’Est, che continuano ad aumentare il numero di prodotti registrati.

Nuove registrazioni – Italia  – Nel 2014 l’Italia ha registrato 8 nuovi prodotti, di cui 3 DOP e 5 IGP: Patata dell’Alto Viterbese IGP, Strachitunt DOP, Miele Varesino DOP, Torrone di Bagnara IGP, Pescabivona IGP, Piadina Romagnola IGP, Salama da Sugo IGP, Pecorino Crotonese DOP. Nel corso dell’anno è stata registrata la Piadina Romagnola IGP, un prodotto street food, artigianale, basato sull’unicità del metodo di produzione e delle materie prime. Il settore dello street food si sta dimostrando molto attento a mantenere la tradizione attraverso una proposta innovativa, e come dimostrano i numeri di settore, è ormai diventato un canale distributivo efficace e strategico per le produzioni territoriali italiane. Nell’insieme si tratta di registrazioni molto interessanti, ben strutturate già nella fase di protezione transitoria, che arricchiscono il comparto con filiere che portano sostanza e completano il già interessante panorama nazionale della qualità certificata.

Sintesi dei dati produttivi ed economici – Nel 2013 la produzione certificata nel suo complesso – pari a 1,27 milioni di tonnellate – è diminuita del 2,7%. Questa flessione è stata determinata però principalmente dal calo produttivo degli ortofrutticoli e cereali (-7%), mentre i formaggi e i prodotti a base di carne hanno registrato una sostanziale stabilità, mostrando di fatto un consolidamento del livello della loro produzione. In lieve flessione (-0,9%) il certificato degli aceti balsamici, mentre risulta in controtendenza il dato delle carni fresche (+14,4%) che è in aumento ormai da un triennio. Sale anche la produzione certificata degli oli extravergini di oliva (+2,1%) dopo il calo del 2012. Passando ad analizzare i valori di mercato, si osserva un giro di affari potenziale di 13 miliardi di euro di fatturato al consumo – di cui 9 registrati sul mercato nazionale – e di 6,6 miliardi di euro di fatturato alla produzione – di cui 2,4
miliardi sono il fatturato all’export alla dogana (+ 5%). Osservando il fatturato alla produzione generato dai singoli prodotti, si continua a rilevare una forte concentrazione dei valori su poche denominazioni. Nel 2013 le prime dieci DOP IGP assommano infatti all’81% del fatturato. Inoltre si registra per questo valore un calo dell’1,7%, generatosi a causa esclusivamente della flessione del mercato interno (-5,2%) che sconta ancora le conseguenze della crisi dei consumi. Per lo stesso motivo, il fatturato al consumo sul mercato nazionale registra una flessione del 3,8%. Continua ad essere sempre asimmetrico il peso sul totale in termini di numero di denominazioni e di fatturato per alcuni comparti (come gli ortofrutticoli e gli oli di oliva). Tale asimmetria deriva dal fatto che, nonostante il grande numero di riconoscimenti, soltanto poche denominazioni sviluppano apprezzabili valori di mercato, mentre la gran parte dei
prodotti realizzano fatturati estremamente limitati.

Formaggi – Rappresentano il principale comparto delle DOP e IGP, con un’incidenza nel 2013 tra il 54 e il 58 % circa, rispettivamente sul fatturato al consumo nazionale e sul fatturato alla produzione, comprensivo dell’export. Come accennato, la produzione certificata di formaggi a denominazione di origine ha registrato una sostanziale stabilità, attestandosi a circa 472mila tonnellate, dovuta al compensarsi di fenomeni espansivi delle quantità certificate, come nel caso del Parmigiano
Reggiano DOP (+3,3%) e del Gorgonzola DOP (+4%), e flessivi, come è avvenuto per il Pecorino Romano DOP (-4,4%) e in misura minore per il Grana Padano DOP (-0,7%). Risulta invece sostanzialmente in linea con la media la produzione di Mozzarella di Bufala Campana DOP. Il segno meno accomuna ancora il Provolone Valpadana DOP (-18,7%), il Montasio DOP (-11,7%), e l’Asiago DOP (-6,6%), mentre il Quartirolo Lombardo DOP e il Taleggio DOP segnano incrementi dal 4 al 6 per cento circa. Il comparto dei formaggi DOP e IGP ha sviluppato complessivamente nel 2013 un fatturato alla produzione di 3,8 miliardi, 2,5 sul mercato nazionale e 1,3 sui mercati esteri, e di 4,8 al consumo sul mercato nazionale; entrambi i dati in flessione, rispettivamente del 2,6% e del 3,7%. Il comparto continua a essere molto concentrato: i primi due prodotti, Grana Padano DOP e Parmigiano Reggiano DOP, rappresentano il 71% del valore totale alla produzione, i primi cinque quasi il 90% e i primi dieci circa il 97%.


Prodotti a base di carne
– I prodotti a base di carne DOP e IGP rappresentano il secondo comparto per fatturato alla produzione ed al consumo, con un’incidenza sul valore totale delle DOP e IGP tra il 27% e il 36% circa. Nel 2013 la produzione certificata di prodotti a base di carne – pari a circa 193mila tonnellate – è rimasta sostanzialmente immutata o soltanto lievemente aumentata, per un incremento di quella del Prosciutto di Parma DOP (+0,7%) che ha più che compensato le diminuzioni registrate dalla Mortadella Bologna IGP (-2,6%), dal Prosciutto San Daniele DOP (-7,2%), dalla Bresaola della Valtellina IGP (-1,2%) e dallo Speck Alto Adige IGP (-0,4%). E’ da segnalare che tra le produzioni di recente riconoscimento il 2013 è stato il primo anno in cui ha effettuato la certificazione il Salame Felino IGP che, con 2.400 tonnellate, si è subito collocato al settimo posto nella graduatoria produttiva dei prodotti a base di carne DOP e IGP. Il comparto dei prodotti a base di carne DOP e IGP ha realizzato nel 2013 un valore di mercato che si aggira intorno agli 1,8 miliardi (di cui 417 milioni realizzati sui mercati esteri) come fatturato alla produzione, stabile rispetto all’anno precedente, e di circa 3,2 miliardi al consumo sul mercato nazionale (in flessione del 2,2%). Anche questo comparto è molto concentrato: i primi cinque prodotti per fatturato alla prima fase di scambio (nell’ordine: Prosciutto di Parma DOP e Prosciutto San Daniele DOP, Bresaola della Valtellina IGP, Mortadella Bologna IGP e Speck Alto Adige IGP) rappresentano oltre l’89% del valore totale.

Ortofrutticoli e cereali – I prodotti ortofrutticoli, pur avendo un peso in termini di fatturati molto lontano dai due comparti leader nell’ambito delle DOP e IGP (appena 6-7%, una percentuale molto bassa, considerando soprattutto l’ingente numero di prodotti registrati), figurano al terzo posto nella graduatoria per valori di mercato. Lo scorso anno la produzione certificata (circa 508mila tonnellate) è diminuita del 7% dopo l’aumento dello stesso tenore del 2012 e la sostanziale stabilità registrata nel 2011. Tale tendenza è stata determinata soprattutto dalle flessioni produttive registrate dalla Mela Val di Non DOP
(-14,5%) e dalla Mela Alto Adige IGP (-4,9%), ma anche dal calo dei volumi certificati della Patata di Bologna DOP (-21%) e del Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese Nocerino DOP (-55%). In netta controtendenza ed in crescita superiore al 20% risultano invece le quantità certificate di Arancia Rossa di Sicilia IGP, Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP e Pomodoro di Pachino IGP. Il comparto ha realizzato nel 2013 un fatturato alla produzione di circa 451 milioni di euro (di cui 194 realizzati sui mercati esteri) e di 557 milioni circa al consumo sul mercato nazionale. Anche questo comparto è fortemente concentrato. Le due principali mele coprono in termini di fatturato alla produzione
quasi il 78% del valore complessivo.

Aceti balsamici – Il settore degli aceti balsamici presenta ormai una certa rilevanza nell’ambito del comparto delle denominazioni di origine. Nel 2013 la produzione certificata complessiva del comparto è passata dai 73,8 ai 73,1 milioni di litri, a causa della lieve flessione dei volumi di Aceto Balsamico di Modena IGP. In riferimento al fatturato alla produzione, nel 2013 gli aceti balsamici hanno registrato un valore di quasi 392 milioni di euro (di cui 373 sui mercati esteri) e di circa 888 milioni al consumo (74,4 sul mercato nazionale). Il primo dato è diminuito nel 2013 del 1,5%, mentre il secondo valore è rimasto sostanzialmente stabile.

Oli e grassi – Il comparto degli oli extravergine di oliva si pone al quinto posto nella graduatoria del valore del fatturato alla produzione delle DOP e IGP, con un giro d’affari di oltre 84 milioni di euro. Nel 2013 la produzione certificata – pari a circa 11mila tonnellate – è aumentata di poco più del 2%, grazie ad incrementi diffusi dalle principali produzioni. Nel 2013 infatti si registrano, tra le principali Indicazioni Geografiche, aumenti rilevanti della produzione per l’olio Toscano IGP, il Val di Mazara DOP, il Valli Trapanesi DOP ed il Sabina DOP, mentre più contenuti sono risultati gli incrementi per l’Umbria DOP, il Riviera Ligure DOP e il Bruzio DOP. Al contrario flessioni più o meno forti si registrano per il Terra di Bari DOP, il Garda DOP e, in misura più importante, il Monti Iblei DOP. I restanti prodotti segnano un
complessivo -7,6%. Dei circa 84 milioni di euro sviluppati dal comparto nella fase a monte della filiera, quasi 54 sono realizzati sui mercati esteri, mentre il fatturato al consumo sul mercato nazionale si aggira sui 62 milioni di euro. In termini di fatturato alla produzione (comprensivo dell’export), il comparto degli oli appare lievemente meno concentrato degli altri già esaminati, anche se è pur sempre importante il peso delle prime due IG, il Toscano IGP e il Terra di Bari DOP, che insieme coprono
quasi i 2/3 del valore complessivo. I segni sono positivi per i valori economici: nel 2013 il fatturato alla produzione è aumentato di quasi il 4%, in seguito anche ad un rialzo dei prezzi, mentre quello al consumo sul mercato nazionale risulta in crescita del 5,1%, anche in questo caso a causa di un aumento dei listini medi al dettaglio.

Sistema dei controlli  – Per il secondo anno consecutivo la Fondazione Qualivita ha stimato i dati sulle attività di controllo di parte terza. Sulla base dei dati comunicati dagli Organismi di certificazione, nel 2013 sono state effettuate, su 150 prodotti a denominazione, 60.663 visite ispettive e 75.750 controlli analitici. Per completare il quadro del funzionamento e della complessità del sistema dei controlli sul comparto, alle attività degli Odc vanno aggiunte quelle di competenza delle autorità pubbliche preposte a garantire il livello istituzionale di controllo ICQRF; Corpo forestale dello Stato, Comando Carabinieri Politiche Agricole, che hanno realizzato complessivamente nel 2013 oltre 10.400 controlli sul comparto delle DOP IGP, e quelle dei 180 agenti vigilatori dei Consorzi di tutela riconosciuti al 30 novembre 2014.

Comunicazione–  Il budget dichiarato che viene investito in comunicazione si aggira intorno ai 30 milioni di euro, per il 76% speso dal comparto dei formaggi a DO e per il 15% dei prodotti a base di carne a DO. La scelta preminente tra i media rimane quella della televisione, seguita dalla partecipazione a fiere (nazionali ed estere) e dalla stampa. Marginali gli investimenti sul web. Da segnalare come i Consorzi di tutela non si avvicinino ancora alla comunicazione social, probabilmente la migliore soluzione comunicativa in termini di rapporto costi-efficacia. Solo il 43% degli organismi di tutela dichiara, infatti, di
gestire un canale social per valorizzare la propria IG.

Legislazione – Il 2014 ha visto il completamento del lavoro sul pacchetto qualità iniziato a livello europeo nel 2008. La Commissione europea ha infatti emanato il Regolamento delegato (UE) n. 664/2014 che integra il regolamento (UE) n. 1151/2012 con riguardo alla definizione dei simboli dell’Unione per le denominazioni di origine protette, le indicazioni geografiche protette e le specialità tradizionali garantite e con riguardo ad alcune norme sulla provenienza, ad alcune norme procedurali e ad alcune norme transitorie supplementari, nonchè il regolamento di esecuzione 668/2014 che reca le modalità
di applicazione dell’atto base sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari. Ultimo atto che completa il pacchetto qualità è il Regolamento delegato (UE) n. 665/2014 che riguarda le condizioni d’uso dell’indicazione facoltativa di qualità “prodotto di montagna”. Sul piano nazionale l’Italia risponde con il decreto ministeriale 14 ottobre 2013 recante le disposizioni per l’attuazione del regolamento (UE) n. 1151/2012 pubblicato alla fine del 2013. Inoltre, sempre sul piano nazionale, vi è stata l’attivazione
del tavolo della filiera bufalina per discutere le problematiche inerenti la tracciabilità del latte di bufala imposta dall’art. 7 della legge 4/2011 e l’obbligo della separazione prevista dall’art 4-quinquiesdecies del decreto-legge 171/2008. La discussione ha portato all’emanazione del decreto legge 24 giugno 2014, n. 91 convertito con legge 116/2014 che ha disposto, all’articolo 4, le misure per la sicurezza alimentare e la produzione della Mozzarella di Bufala Campana DOP e che abroga sia 4-quinquiesdecies del decreto-legge 171/2008 sia l’art. 7 della legge 4/2011.

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