Inchiesta olio: nel Senese si promuove la qualità locale. ‘3 euro contro 9, concorrenza Gdo è impari’

Olio d’oliva venduto come olio extravergine. Ancora una volta sotto attacco l’agroalimentare italiano: nell’occhio del ciclone è finito il comparto olivicolo, con un’indagine della Procura di Torino per “frode in commercio” per sette grandi aziende nazionali dell’olio. «E’ indubbio che si tratta di un’altra macchia per l’agricoltura italiana a danno delle aziende agricole oneste e dei consumatori – sottolinea il presidente della Cia Siena Luca Marcucci –. E’ importante però fare subito chiarezza, e ribadire che l’indagine del pm Guariniello non ha niente a che vedere con le produzioni del nostro territorio. L’olio extravergine d’oliva che le aziende senesi producono con grande passione, sacrifici e professionalità è il frutto esclusivamente del nostro territorio, dei nostri olivi e del lavoro di tante persone. La qualità e la sicurezza alimentare la garantiscono direttamente i produttori che ci mettono la faccia».

La Cia Siena invita ad acquistare l’olio extravergine d’oliva direttamente nelle aziende agricole, nei frantoi del nostro territorio e nei punti vendita di Spesa in Campagna per avere un prodotto garantito e dal gusto inconfondibile. «Quando si parla di olio – aggiunge Marcucci – non ci possiamo ‘accontentare’ di un prodotto commerciale; l’olio è un alimento basilare per la dieta mediterranea, che rappresenta un simbolo, l’olivo, della campagna senese».

In tempi non sospetti, già nelle passate campagne olivicole la Cia Siena aveva “denunciato” la grande forbice dei prezzi fra un’azienda agricola senese e la grande distribuzione: «La grande distribuzione organizzata sta uccidendo le aziende agricole e i frantoi della provincia senese – aveva dichiarato Marcucci alla stampa nel 2012 -. La concorrenza è impari e non so fino a che punto sia leale: dobbiamo confrontarci con dei prezzi tre volte inferiori a quelli minimi di vendita che può permettersi l’azienda agricola. Perché le aziende olearie non si aprono al pubblico e fanno vedere quale olio lavorano? Perché la grande distribuzione nata nel territorio non vende i prodotti del territorio stesso – come Dop e Igp – per sostenere l’economia dell’agricoltura locale?».

«Il problema denunciato in passato – aggiunge il direttore Cia Siena Roberto Bartolini – è sempre attuale: le aziende agricole medio-piccole devono scontrarsi con un mercato ‘selvaggio’ da parte della Gdo. Ogni anno proprio nelle settimane in cui si raccolgono le olive, e nei frantoi si vende l’olio extravergine nuovo, la grande distribuzione lancia offerte promozionali che fanno sensazione verso il consumatore. Il prezzo medio per garantire un minimo di reddito all’olivicoltore è di 9 euro al litro – considerando costi di produzione di 7,70€/lt – mentre negli scaffali della Gdo troviamo olio d’oliva, genericamente ‘italiano’ con prezzi che oscillano dai 2,50-3,00€/lt. Come è possibile? E’ chiaro – prosegue Bartolini – che così il nostro sistema agricolo non può competere: mentre nella vendita diretta o al frantoio il produttore ci mette la faccia e si garantiscono qualità organolettiche elevate, sicurezza e salubrità alimentare; ci troviamo a dover fronteggiare contro prezzi del genere per un olio di cui sappiamo ben poco su origine e qualità». I costi di produzione ai raggi X – E’ di 7,71 euro al litro il costo di produzione medio per l’olio extravergine d’oliva in provincia di Siena. Durante l’anno l’azienda deve fare la fertilizzazione (concime 120 €; distribuzione 30 €); la gestione del terreno (lavorazione e due trinciature d’erba 70 €); potatura (primaverile 600€ e estiva 300€); un trattamento del costo di 100 €; raccolta per 1.400 €; trasporto delle olive e olio dall’azienda al frantoio 100 €; frangitura 600 euro; confezionamento 150 €. Il totale è di 3.470 euro di costi per un ettaro di oliveto dove si presuppone una produzione media di 30 quintali di olive (ad ha.) ed una resa media di olio del 15%.

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