Ci salveranno gli chef, il contributo della cucina italiana alla crescita del sistema agroalimentare

Un libro senza ricette di cucina, ma con tante ricette per sancire una più stretta alleanza tra cucina e produzione agroalimentare. È “Ci salveranno gli chef” (Agra Editrice), scritto dall’economista Denis Pantini e dalla giornalista Alessandra Moneti . La pubblicazione fa il punto sul forte appeal del made in Italy nel mondo e sul ruolo degli chef e dei distributori nel valorizzare quei prodotti food and wine, tra certificati e tipici, che sono il nostro petrolio, e l’ancora di salvezza, per la ripresa dalla crisi dei consumi interni. Un argomento non facile perché all’estero non sempre la cucina tricolore si basa su materie prime autenticamente italiane e perché l’Italia, pur riconosciuta ovunque come un campione della buona tavola, non fa poi scuola di alta cucina e non la codifica, se non tramite iniziative private descritte nel libro.

Nuove tendenze – Gli autori mettono in luce le nuove tendenze della ristorazione e i suoi riflessi sulla filiera primaria, con i cuochi sempre più con la valigia in mano e in vetrina nelle cucine a vista, per poi essere attivi comunicatori in tv e nei social network. C’è un boom di iscrizioni all’Alberghiero e alle scuole di cucina per inseguire le carriere di successo degli chef e al contempo la caduta in ombra del mestiere di cameriere, maitre, banconista; tutte figure chiave per la divulgazione del gusto italiano e per la promozione del nostro sistema agroalimentare.

Export – L’obiettivo internazionalizzazione inseguito da tanti nostri operatori è monitorato dagli autori con dei focus sul ruolo degli oriundi, sulle piazze più promettenti per l’export, sul boom dei negozi monomarca, sulle nuove strategie per la promozione della cultura alimentare e la formazione, frutto anche del dialogo recentemente apertosi, per la prima volta, tra gli chef e le istituzioni.

I documenti raccolti – Tra i documenti inediti, la ricerca Nomisma sull’incidenza sui consumi della moda della cucina in televisione e su internet. E poi il “Documento di Vico” con le richieste di chef stellati ed esperti del settore al Governo Letta. Insieme ai dati sul turismo esclusivamente legato ai giacimenti enogastronomici della destinazione Italia.
Interessante anche per il doppio registro espressivo che lo caratterizza: Pantini e Moneti alternano analisi economiche al “bello della diretta” per farsi trend setter di uno dei pochi
comparti in forte evoluzione.

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