Strategie per la riduzione dell’impronta carbonica in agricoltura

Un incontro per comprendere quale possa essere l’impatto dell’agricoltura sul riscaldamento globale, quali le strategie che si posso mettere in atto per ridurre l’impronta carbonica dei prodotti alimentari e quale sarà il futuro del settore. E’ stato questo in estrema sintesi l’obiettivo del convegno dal titolo “Strategie per la riduzione dell’impronta carbonica in agricoltura” che si è tenuto a Trento, organizzato da Manica Spa. L’evento ha ospitato duecento tecnici delle più importanti cantine vitivinicole d’Italia.

Giulia Manica
Giulia Manica – Direttore generale Manica Spa

La mission Tecnici delle aziende vitivicole italiane accolti da Giulia Manica, direttore Generale di Manica Spa, che ha ricordato come l’azienda di famiglia competa con le grandi multinazionali di agrofarmaci. In un panorama che si misura sulla base di un elevatissimo standard qualitativo, l’innovazione più spinta e la ricerca e sviluppo più all’avanguardia, Manica si posiziona come leader nella difesa delle culture con l’uso del rame, ponendo particolare attenzione alle coltivazioni tipiche del Mediterraneo, olivo e vite in primis. «La Manica è un modello d’industria in Italia che produce in un’ottica di rispetto dell’ambiente del territorio trentino – ha sottolineato Giulia Manica -, dove la sfida è più ardua, ma solo rispettando le regole la convivenza è possibile. Come imprenditrice e come madre posso affermare che solo se abbiamo a cuore la sostenibilità possiamo dirci proiettati al futuro»

Interventi tecnici Ha aperto la serie di interessanti relazioni Paolo Gabrielli, ricercatore dell’Ohio State University, che ha inquadrato la situazione globale, dimostrando attraverso la partecipazione a molte spedizioni di carotaggio dei ghiacci, il trend inesorabile di crescita della CO2 in atmosfera e della sua origine indubitabilmente antropogenica. L’aumento della temperatura, del livello dei mari e dei gas serra è inevitabile, ma possiamo fare molto e decidere di ridurre il nostro impatto sul pianeta mitigandone le conseguenze.

Michele Manica - Ricerca e sviluppo Manica
Michele Manica – Ricerca e sviluppo Manica Spa

Ricerca e sviluppo Mitigazione di cui ha parlato a lungo Michele Manica responsabile ricerca e sviluppo di Manica Spa, portando esempi concreti di come un’azienda possa impegnarsi a fondo nelle scelte di sostenibilità. Calcolando l’impronta carbonica di tutti i propri agrofarmaci Manica ha verificato che produrre con rame 100% italiano e rigenerato (non proveniente da miniera, ma da rottami) riduce del 27% l’emissione di CO2 eq. Rame, che pur essendo candidato alla sostituzione in Europa, ha notevoli vantaggi e può essere impiegato nell’agricoltura biologica senza inquinare terreno e falde. Lancia infatti la provocazione Michele Manica «possiamo chiudere il cerchio? E riuscire a produrre agrofarmaci di sintesi estraendo il rame metallo che si accumula nei terreni?». «Una sfida da cogliere al volo per rientrare perfettamente nel nuovo paradigma dell’economia circolare. Andrea Segrè – Presidente di Fondazione Mach – ci stimola infatti sulla riduzione degli sprechi, primo grande fattore di inquinamento e sull’evoluzione da un’economia lineare del produrre e consumare a un’economia circolare, che mette in cima alla piramide di riduzione del nostro impatto sul mondo la prevenzione dello spreco». Il consumatore dovrebbe così trasformarsi in fruitore, dall’etimologia della parola: non più soggetto che distrugge o porta a termine, ma attore che fruisce.Andrea_Segrè

Sostenibilità ambientale L’esperienza di molte aziende che già si impegnano nell’ambito della sostenibilità ambientale è positivamente proposta da Marco Tonni (consulente per le aziende vitivinicole della Franciacorta), che suggerisce di essere compatti e lavorare insieme, coinvolgendo tutta la filiera, in un obiettivo comune di riduzione dell’impronta carbonica del comparto agricolo e della trasformazione dei suoi prodotti.

«Un’azienda storica, fortemente radicata e integrata nel territorio trentino, che ha una straordinaria spinta verso il futuro» così definisce la Manica Spa Alessandro Olivi. Il Vicepresidente della Provincia autonoma di Trento la porta infatti ad esempio come un’impresa che produce conoscenza nell’economia reale, non solo in settori in cui la R&S è evidentemente centrale, ma anche laddove si tende a pensare non ci sia; in luoghi cioè legati ai bisogni primari, in un settore tradizionale, in produzioni storiche, dove invece  si rivela frutto di un’innovazione “che si vede e si sente». La giornata si è poi conclusa con la visita alla mostra “Estinzioni: storie di catastrofi e altre opportunità” presso il MUSE di Trento, perfettamente coerente con i temi trattati.

 

 

Informazione pubblicitaria