Federconsorzi, Cia e Confagricoltura sul piede di Guerra. Ritiro emendamento su rifinanziamento consorzi

La Cia Agricoltori Italiani chiede l’immediato ritiro dell’emendamento 353 presentato dal deputato Pd, Mauro Guerra, relatore di maggioranza sul provvedimento ‘mini- manovra’, con il quale si prova a far rivivere il dissestato sistema dei consorzi agrari, quel che è rimasto dell’impero dai piedi di argilla della Federconsorzi commissariata e liquidata ben 25 anni fa.

20081013_trattore_d0_1.jpgCon un blitz il deputato ha inserito, infatti, un emendamento che, con la cifra di 40 milioni di euro, come partenza, istituisce il Fondo presso l’Ismea per la ristrutturazione dei debiti contratti dai Consorzi agrari in amministrazione ordinaria nei confronti del sistema creditizio. «Denaro pubblico – denuncia il presidente della Cia, Dino Scanavino – che viene sottratto all’agricoltura per perpetuare inefficienze e scandalose gestioni di un sistema obsoleto e inutile per il settore primario. Questi soldi potrebbero essere dirottati all’agricoltura nel suo insieme attraverso progetti di sviluppo e innovazione, favorendo la redditività delle imprese».

Confagricoltura: emendamento da ritirare «Siamo esterrefatti di fronte all’ennesimo tentativo di rifinanziare il sistema dei consorzi agrari. Sollecitiamo che venga ritirato o respinto l’emendamento n. 3.53 alla mini-manovra del DL 50/2017». Lo chiede Confagricoltura in relazione all’emendamento che istituisce un Fondo – con una dotazione iniziale di 40 milioni di euro – presso Ismea per la ristrutturazione dei debiti contratti dai consorzi agrari in amministrazione ordinaria.

Ad avviso di Confagricoltura «già dalla relazione tecnica che accompagna l’emendamento risulta chiaro che il sistema dei consorzi agrari (che ci si ostina a mantenere in vita a 25 anni dal commissariamento e dalla liquidazione della Federconsorzi) ha un costo esorbitante che ancora pesa sulla collettività. Va posta decisamente fine alla gestione separata senza ulteriori escamotage e sperpero di risorse pubbliche». I consorzi agrari in grado di stare sul mercato ci restino con le proprie forze e non con i fondi pubblici – osserva Confagricoltura -. Non è accettabile che si dissipino risorse per le finalità di una sparuta pattuglia di consorzi agrari laddove, invece, sussiste un sistema imprenditoriale e associativo agricolo davvero utile all’agricoltura. Per questo Confagricoltura chiede «la massima attenzione su questo argomento ai parlamentari che dovranno muoversi nell’interesse dell’intero settore agricolo e non di alcune componenti, peraltro bocciate dalla storia e dall’economia. L’agricoltura ha altre priorità, a partire dalle emergenze dei comparti di riso, cereali, ortofrutta, agrumi, zootecnia. A queste priorità andranno destinate tutte le risorse disponibili».

 

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