Credito agricolo. Via al fondo di garanzia Agri: potrà attivare investimenti per 120 milioni

Prima riunione del Comitato di investimento per la piattaforma di garanzia “Agri” lanciata in Italia dal Fondo Europeo per gli Investimenti (Fei), emanazione diretta della Banca Europea per gli Investimenti (BEI). La Regione Veneto, che è componente del Comitato di investimento, ha dato il via – su proposta dell’assessore all’Agricoltura Giuseppe Pan – all’organismo “motore” dello strumento finanziario di sostegno al credito agricolo, in particolare per le piccole e medie imprese.

credito.jpgEsperienza unica in Europa Al momento sono tre le Regioni rappresentate nel Comitato (oltre al Veneto, anche Puglia e Umbria), 11 le Regioni coinvolte, 157 i milioni stanziati, con un rapporto minimo di leva di 1 a 4 e con una percentuale di finanziamento garantito che arriva al 50%. «Il Veneto è stata la prima regione italiana a manifestare ufficialmente il proprio interesse per la piattaforma multiregionale di garanzia ‘Agri’, con una lettera inviata al FEI ancora nel luglio dello scorso anno – ricorda l’assessore all’Agricoltura – e da allora ha sempre attivamente collaborato con il FEI per la configurazione tecnica dello strumento e per la stesura dei documenti dell’accordo. La Regione Veneto risulta il maggior investitore nel fondo di garanzia fra tutte le Regioni aderenti, poiché rappresenta da sola circa il 20% del totale dei fondi regionali stanziati. Si tratta di una esperienza unica in Europa, che consentirà di creare un portafoglio di garanzie per prestiti destinati a finanziare gli investimenti connessi ai Programmi di sviluppo rurale». «L’attivazione del Fondo FEI – spiega l’assessore – consentirà alla Regione di creare finanziamenti in favore di imprese del primario per circa 6 volte rispetto alle risorse del Programma di sviluppo rurale effettivamente stanziate. Usando 15 mln di fondi FEASR, si creeranno portafogli di prestiti a PMI del settore per 92 milioni. Se i fondi delle misure 4.1 e 4.2 del FEASR fossero stati utilizzati solo come contributi a fondo perduto, avrebbero generato aiuti per soli 15 milioni. Inoltre, con l’ulteriore intervento finanziario del FEI e della Cassa Depositi e Prestiti, le risorse regionali a favore delle PMI agricole potranno essere incrementate del 90%».

Come funziona Sostanzialmente, il meccanismo del fondo Agri segue questo schema: le Regioni aderenti costituiscono una serie di fondi regionali conferendo agli stessi risorse del proprio Programma di sviluppo rurale e ne affidano la gestione al Fondo Europeo per gli Investimenti. Questi stanziamenti costituiscono il fondo di primo rischio (junior), a valere sul quale verranno escusse le prime perdite; Bei, Fei e Cassa Depositi e Prestiti (CDP) stanziano a loro volta proprie risorse, al fine di creare un fondo di secondo rischio (mezzanine o senior), a valere sul quale potranno essere escusse perdite che dovessero eccedere la percentuale di leva applicata al fondo junior; questo ulteriore stanziamento, poi, consente di dare alle garanzie che verranno emesse la caratteristica di essere ‘uncapped,’ ossia senza un limite verso l’alto, assicurando alle banche finanziatrici l’assoluta copertura delle perdite garantite; il Fondo europeo per gli investimenti, in base al mandato conferitogli dalle Regioni, seleziona un gruppo di banche affidando loro il compito di costruire un portafoglio di finanziamenti a favore di imprese agricole e agroalimentari, che trova supporto nelle garanzie emesse da FEI a valere sui fondi di garanzia sopra citati; il tutto funziona in parte sulla base di un accordo generale che regolamenterà le parti comuni ai rapporti con tutte le Regioni (la cosiddetta ‘piattaforma’), in parte sulla base di un accordo particolare stipulato da FEI con ciascuna Regione (i ‘termini specifici’), che regolamenta l’uso dei fondi regionali singolarmente stanziati, sulla base delle esigenze differenziate di ciascuna di esse.

Un settore sano La gestione del fondo sarà affidata direttamente al Fondo Europeo per gli Investimenti (che gode di un rating di tripla A), con benefici diretti per le banche selezionate e per le imprese, che potranno godere di costi di commissione azzerati. Da notare che la leva applicata al Veneto è la più elevata fra quella applicate alle regioni aderenti, «a dimostrazione – sottolinea l’assessore – di come il nostro settore primario sia considerato comunque uno dei più sani”. Avremmo potuto adottare anche un moltiplicatore maggiore, vista la sostenibilità del nostro sistema, ma – chiarisce l’assessore – abbiamo preferito mantenere una linea più prudenziale al fine di consentire alle banche finanziatrici di aprire linee di credito anche alle piccole e medie imprese con classe di rischio più elevata».

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