Consumo di legumi. L’Italia si metta a difesa di un pezzo importante della dieta mediterranea

Nonostante la ripresa avviata già nel 2017 (anno in cui l’Italia è stata il secondo Paese Ue per la produzione di ceci) continua la dipendenza nazionale dalle importazioni per il consumo dei legumi. «Questo deficit – dichiara in una nota il presidente nazionale Confeuro, Andrea Michele Tiso – è evidente su tutto il fabbisogno agroalimentare nazionale (colmato proprio per il 70% dalle importazioni) ma diviene ancor più sorprendente quando si riferisce ad alcuni degli alimenti alla base del nostro stile di vita».

La nostra dipendenza dalle importazioni di legumi, pari al 65% del loro consumo complessivo, ci pone molto al di là della media europea (33%) e sottolinea ancora una volta l’esigenza di un piano per il rilancio dei consumi interni che si agisca rapidamente su queste criticità.

Andrea Tiso, presidente Confeuro

«Come Confeuro – prosegue Tiso – siamo convinti che la competizione sul piano agroalimentare si possa vincere solo distinguendosi per la qualità, la salubrità e la genuinità delle produzioni; ed è su questo che come Paese, e come sistema agricolo, dobbiamo puntare per il prossimo futuro. I consumatori – conclude Tiso – hanno ormai capito il reale valore del mondo agricolo e sanno che il primario non è solo un aggregato economico, ma un paradigma sociale e culturale che mira ad innalzare la qualità della vita delle persone e che, proprio per queste ragioni, va visto e vissuto come il principale».

 

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