Agricoltori pugliesi. Per Copagri dimostrano con i fatti di avere ancora fiducia nelle istituzioni

L'olivicoltura nel tarantino

“Nonostante le numerose ed eccezionali difficoltà che affliggono l’agricoltura pugliese, stretta nella morsa della Xylella, del maltempo e delle gelate, che hanno messo in ginocchio un comparto di fondamentale importanza per l’economia regionale e nazionale, come quello dell’olivicoltura, i produttori dimostrano ancora una volta di continuare ad avere fiducia nelle istituzioni; prima di annunciare un nuovo stato di agitazione, infatti, gli agricoltori pugliesi hanno atteso quasi un mese, in modo da dare tempo agli annunci fatti di trasformarsi in realtà, e hanno ora concesso altro tempo alle istituzioni nella speranza che qualcosa possa contribuire a far cambiare la grande situazione di disagio che stanno vivendo ormai da anni”. Così il presidente della Copagri Franco Verrascina all’indomani dell’annuncio della nuova protesta degli agricoltori pugliesi.

“Voglio ribadire per l’ennesima volta che stiamo parlando di un settore che in Puglia conta oltre 350mila imprese e rappresenta il 13,59% del totale delle aziende agricole italiane, per un valore della produzione che si aggira intorno ai 4 miliardi di euro l’anno e dà un notevole contributo al Pil e all’economia del Paese”, prosegue il presidente della Copagri.

“La produzione olivicola pugliese, in particolare, che da sola rappresenta circa la metà di quella nazionale, è stata quasi azzerata, colpita come certificano gli ultimi dati dell’Ismea da una flessione stimabile attorno al 65%”, evidenzia Verrascina, ad avviso del quale “è necessario intervenire per risolvere la situazione, anche alla luce del preoccupante quadro economico delineato dall’Istat, che rende palese l’esigenza di un intervento per rilanciare gli investimenti e salvare le aziende agricole”.

“È quello che tutti gli agricoltori si aspettano e che anche noi ci aspettiamo. I produttori hanno bisogno di scelte chiare e concrete che gli consentano di proseguire con la loro attività e che vadano nella direzione di risollevare il primario”, conclude il presidente della Copagri.

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