Innovativo, adattativo e sempre più in grado di dare servizi alla società. Ecco come sarà l’agricoltore del futuro nel report di Joint Research Centre

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Uno studio del JRC – Joint Research Centre  riflette sull’agricoltura nei prossimi decenni e su quali caratteristiche avranno gli agricoltori nel 2040.

E’ il contenuto della pubblicazione Farmers of the future pubblicata su PianetaPsr a cura di Ilaria Falconi – CREA PB. 

Nell’attuale fase di emergenza sanitaria il sistema agro-alimentare ha mostrato di possedere una capacità di resistenza e di resilienza che nessun altro settore ha evidenziato.

Caratteristiche che hanno contribuito a definire lo spirito e gli obiettivi che si intendono conseguire con il New Green Deal Europeo, la Strategia “Farm to Fork”, la Strategia sulla biodiversità al 2030, la Strategia UE sul metano, la legge UE per il clima, la revisione della Strategia a lungo termine sulla riduzione delle emissioni, l’aggiornamento e riesame della Strategia tematica UE per il suolo del 2006 ed il recepimento entro il 2021 della Direttiva UE 2018/2001.

La stessa Strategia europea sul Green Deal riconosce gli attori del sistema agro-forestale e della pesca quale parte fondamentale della transizione verso un futuro più sostenibile e efficiente sotto il profilo delle risorse.

Per rafforzare tale ruolo strategico è necessario condurre il sistema agricolo, agro-alimentare, forestale e della pesca verso un cambiamento idoneo a trasformare i diversi temi della sostenibilità, declinati dal Green Deal, in elementi di competitività. Tuttavia, per tale finalità, non occorre essere troppo dirompenti in quanto è fondamentale attuare e favorire la graduale transizione da parte del settore.

Nel dettaglio, il sistema produttivo agricolo e la struttura dell’intera filiera agroalimentare, già orientati nel senso auspicato mediante l’attuazione delle Strategie, vedranno il consolidamento ulteriore degli standard qualitativi, che già sono elevati. I metodi produttivi sostenibili saranno gli strumenti principali per raggiungere tali obiettivi.

Al riguardo corre l’obbligo di sottolineare che le produzioni di origine, l’agricoltura biologica, la produzione integrata a basso impiego di prodotti fitosanitari e l’agricoltura di precisione fanno dell’UE uno degli ambiti politici più attenti e disponibili a recepire lo spirito delle Strategie stesse.

In tale processo è però indispensabile richiamare l’attenzione sulla complessità del sistema e sulle forti connotazioni economiche, sociali, territoriali ed ambientali che lo caratterizzano: senza dette considerazioni non si potrà discutere di sostenibilità ambientale e garantire nel contempo la vitalità e la resilienza economica e sociale dei sistemi agricoli e forestali e delle aree rurali nel loro complesso.

IL RAPPORTO DEL JOINT RESEARCH CENTRE

In tale contesto, il rapporto “Farmers of the Future” riassume i risultati dello studio previsionale elaborati dal Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea in collaborazione con il Dipartimento per l’agricoltura e lo sviluppo rurale (Direzione Generale – DG AGRI) alla luce delle tendenze attuali: incremento degli eventi climatici, scarsità di risorse, cambiamenti tecnologici, problemi infrastrutturali e maggiore consapevolezza da parte dei consumatori.

Lo studio si propone di fornire le basi per un confronto utile per elaborare una strategia in grado di guidare la transizione verde dell’Unione Europea.

La ricerca ha coinvolto agricoltori e stakeholder dell’industria agroalimentare, del mondo accademico e della società civile al fine di analizzare le tendenze future dell’agricoltura ed identificare i ruoli professionali dei possibili agricoltori che lavoreranno in un settore sempre più diversificato entro il 2040. L’orizzonte temporale al 2040 è stato individuato per andare oltre l’attuale periodo di pianificazione delle politiche europee.

Nuove sfide attendono, dunque, gli agricoltori del futuro che, seppure con approcci differenti, avranno successo solo se riusciranno a rinnovarsi, non potendo più fare affidamento sui modelli di business consolidati. Infatti, saranno chiamati a fornire risposte nuove ed efficaci in uno scenario nel quale i consumatori diventeranno ancora più consapevoli ed i cambiamenti climatici, con il degrado ambientale, renderanno più difficile l’agricoltura in generale.

Lo studio prevede che gli agricoltori e l’agricoltura potranno contribuire di fatto alla transizione verso la sostenibilità entro il 2040, rispettando le aspettative della società e partecipando attivamente al processo di cambiamento.

Il documento identifica le seguenti aree di interesse per salvaguardare la resilienza dell’agricoltura e la sicurezza alimentare:

  • politiche coerenti per un sistema alimentare più diversificato, con approcci divergenti alla protezione ambientale;
  • consenso alla resilienza nella trasformazione degli agricoltori;
  • gestione di reti più diversificate e volatili da parte degli agricoltori;
  • nuove forme di comunicazione e collegamento con cittadini e consumatori;
  • ridefinizione dell’identità tradizionale dell’agricoltore;
  • modificazione delle interdipendenze tra agricoltori e zone rurali.

La ricerca, infine, mira ad incrementare la consapevolezza del settore e ad avvicinare gli agricoltori locali ai cittadini.

I PROFILI DI AGRICOLTORI DELINEATI DALLO STUDIO

Le politiche attuali e le strategie, sostiene lo studio, non tengono in debita considerazione la tipologia degli agricoltori nel medio e lungo termine.

Al riguardo si rileva che solo il 5,6% degli agricoltori dell’UE ha un’età inferiore ai 35 anni e, conseguentemente, tale dato fa presumere che potrebbero esserci molte più interruzioni nella continuità nella professione agricola.

Per tali motivazioni, nel dettaglio, lo studio identifica 12 profili di agricoltori affiancati da figure emergenti e innovative, che presumibilmente avranno un ruolo attivo nella transizione verso la sostenibilità entro il 2040. I profili individuati dallo studio rappresentano modelli in grado di annoverare le nuove necessità del sistema, dei lavoratori e degli imprenditori del settore al fine di delineare un percorso utile alla politica per definire un quadro normativo e di intervento in grado di sostenere un settore chiave come l’agricoltura.

I profili di agricoltore identificati nel rapporto sono del tipo “adattativo”, “aziendale”, “intensivo”, “patrimoniale”, “ambiente controllato”, “basato su colture cellulari”, “assistenza sociale”, “rigenerativo”, “urbano”, “stile di vita”, “hobby serio” e “fornitura alla comunità”.

I profili di agricoltore “adattativo”, “aziendale”, “intensivo” e “patrimoniale” incarnano le caratteristiche consolidate dell’agricoltura europea che si coniugano con i cambiamenti inerenti la digitalizzazione e le nuove biotecnologie, nonché con l’evoluzione dei mercati agricoli, dei modelli di consumo e con le diversità economiche e patrimoniali delle aziende.

I profili “ambiente controllato” e “basato su colture cellulari” guardano alle tecnologie emergenti e potenzialmente dirompenti per il cibo e per le altre produzioni correlate al fine di modificare l’alimentazione e l’intera filiera dalla terra alla tavola.

I profili del tipo “assistenza sociale”, “rigenerativo” ed “urbano” sono i più attenti a comprendere le tendenze in atto destinate ad incidere sulla società, urbanizzazione, salute e benessere, costruzione di comunità, ridefinizione del rapporto uomo – natura.

I profili di “stile di vita”, “hobby serio” e “fornitura alla comunità” convergono attorno alle tendenze socio-culturali come, ad esempio, la natura mutevole del lavoro, il ritorno alla terra e lo slow food.

CONCLUSIONI

Nel complesso i risultati dello studio ampliano la visione sugli agricoltori e sui loro possibili ruoli e realtà del futuro e forniscono prove utili per esplorare il potenziale impatto delle misure politiche.

L’analisi rappresenta anche un punto di partenza e un invito a continuare le discussioni sul futuro degli agricoltori e dell’agricoltura nell’UE.

Essere agricoltori nel 2040 permetterà dunque di avere nuove competenze, nuove funzioni e nuovi ruoli di servizio verso la società. Si pensi, ad esempio, alle opportunità legate ai servizi di assistenza sanitaria sociale. L’agricoltura futura, quindi, dovrà avere un approccio olistico e rigenerativo.

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