Raccolta delle fragole al via nel Veronese. Gli operai stranieri ci sono, ma prima devono fare il test Covid

VERONA – Ai blocchi di partenza la raccolta delle fragole, che prenderà il via verso la metà della settimana prossima in provincia di Verona, nei territori di Raldon, San Giovanni Lupatoto e Buttapietra.

Il caldo sta favorendo la maturazione dei frutti e la domanda sul mercato è forte. Qualche intoppo potrebbe arrivare sul fronte manodopera, a causa delle restrizioni riguardanti l’emergenza Covid. In base alle comunicazioni dello Spisal dell’Ulss 9, per i lavoratori provenienti dai Paesi dell’area Schengen (tranne l’Austria) ci sarà l’obbligo di tampone ma non di quarantena. Per tutti gli altri, invece, dovranno essere osservati 14 giorni di isolamento dalla comunità.

PRIMA IL TAMPONE

“Nessun problema per le squadre di braccianti che arrivano da Paesi dell’Est come Polonia, Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Slovacchia, Slovenia, Lettonia e Lituania – spiega Damiano Valerio, azienda a Raldon, della sezione frutticoltori di Confagricoltura Verona e vicepresidente dell’Associazione fragolicoltori della pianura veronese, che conta 40 aziende associate -.

Per loro ci sarà l’obbligo di sottoporsi al tampone molecolare nelle 48 ore antecedenti l’ingresso nel territorio nazionale, risultato negativo e quello di comunicare l’ingresso al dipartimento di prevenzione dell’Ulss. Per i Paesi extracomunitari ma anche per Paesi come la Serbia ci sarà l’obbligo, oltre al test negativo, di osservare l’isolamento fiduciario e la sorveglianza sanitaria per 14 giorni. I problemi ci sono per chi ha lavoratori serbi o marocchini, ma rispetto all’anno scorso le regole sono chiare e ci si può organizzare in tempo. Molti dei fragolicoltori hanno comunque braccianti romeni o indiani, che sono qui da molti anni, e quindi non avranno difficoltà”.

Una situazione differente rispetto al 2020 (LEGGI), quando, con l’emergenza Covid appena esplosa e il blocco dei movimenti causato dallo stop alle frontiere, mancarono all’appello i braccianti dell’Est e Confagricoltura Verona lanciò un appello per reclutare gli italiani rimasti senza lavoro per la chiusura di bar e ristoranti e lo stop alle lezioni all’Università. Anche quest’anno, comunque, ci sarà chi si avvarrà del servizio di incontro tra domanda e offerta di lavoro, lanciato dall’enete bilaterale per l’agricoltura Agribi Verona in collaborazione con i Centri d’impiego di Veneto Lavoro. Un’intermediazione che sta prendendo piede incontrando il gradimento delle aziende, che possono disporre di uno strumento efficace e veloce per il reperimento di manodopera.

Per quanto riguarda le previsioni di raccolta, gli imprenditori agricoli sono ottimisti in quanto la domanda è molto alta sia dal mercato italiano che estero, in primis Germania e Inghilterra.

“Le raccolte di fragole negli areali produttivi del Sud Italia sono state largamente inferiori agli standard del periodo a causa del maltempo e del freddo – spiega Valerio -. I volumi non sono riusciti, perciò, a soddisfare le richieste e di conseguenza partiamo con grande fiducia. È vero che la Spagna sta producendo fragole in abbondanza, ma è anche vero che dall’anno scorso, anche in conseguenza della pandemia, i consumatori hanno iniziato ad apprezzare il prodotto italiano e ora preferiscono la nostra alta qualità a prodotti stranieri non a questo livello”.

In Veneto sono 246 gli ettari coltivati a fragole (dati 2020 elaborati da Cso Italy) su 3.646 totali in Italia, di cui l’80 per cento in provincia di Verona. Le superfici maggiori sono in regioni del Sud come Campania, Basilicata e Sicilia. Il Veneto è la prima regione del Nord per produzione.

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