La fragola Flavia conquista i mercati. CIV triplica le superfici nel Metapontino

POLICORO (MT) – I circa mille ettari a fragole fra Policoro e Scanzano Jonico, fanno storicamente del Metapontino e della Basilicata la regione leader per la fragolicoltura italiana, grazie a clima mite e la fertilità dei suoli.

Stanno crescendo in questa area gli investimenti delle imprese lucane nelle varietà commerciali del CIV (Consorzio Italiano Vivaisti) in particolare la cultivar Flavia, caratterizzata da precocità di maturazione, vigoria media, frutti esterni alla chioma facili da raccogliere, elevata resistenza ad oidio ed alle malattie fogliari e radicali in generale, sapore eccellente, molto dolce, con bassa acidità e alta percentuale di frutti di qualità extra. Adatta anche a terreni stanchi, ha dimostrato buona adattabilità alla pratica del ristoppio ed alla coltivazione biologica o a basso impatto ambientale. Quest’anno i trapianti di piantine fresche a radice nuda sono iniziati nella prima settimana di ottobre. Per Flavia la campagna 2022 è quella del decollo produttivo, le superfici sono passate dai circa  10 ha a 30 ha e se il trend positivo si confermerà si conta di raddoppiare ad almeno 50-60 ha nel 2023.

La varietà, grazie alla sua precocità ed alle sue caratteristiche qualitative, sta rispondendo molto bene in termini produttivi e commerciali con una crescita anche della sua conoscenza da parte della clientela servita (GDO, DO e Normal Trade) con  riscontri molto positivi sul mercato. Quest’anno la produzione è rimasta buona fino a gennaio, poi l’ondata di freddo degli ultimi 20-30 giorni ha un po’ bloccato le produzioni a livello generale, non solo di Flaviapbr, al punto che i quantitativi non riescono a soddisfare le richieste del mercato. Finora la produzione a pianta (al 1 marzo) ha raggiunto i 130 grammi di frutta con colorazione ottima, rosso brillante sul 98% della superficie, e con sapore e dolcezza al top (media 12-13 gradi brix).

Il CIV ha raccolto le testimonianze di due produttori del Metaponto con diverse dimensioni aziendali.

L’Azienda agricola Fratelli Santarcangelo ha 20 ettari a fragole a Scanzano Jonico su un totale di 35 coltivati anche a ortaggi, drupacee e agrumi. “La varietà FLAVIA – dice Mario Santarcangelo – l’avevamo provata con soddisfazione qualche anno fa e in questa campagna 2021-22 abbiamo deciso di piantumare ad inizio ottobre 200.000 piantine fresche a radice nuda che hanno dato i primi frutti a dicembre. Siamo soddisfatti: nonostante le avversità climatiche, la pianta ha confermato le sue doti: precocità, resistenza alle malattie, adattabilità anche a terreni poco fertili, bel frutto di forma regolare, di medio calibro, rosso brillante, attrattivo, veramente dolce”. Commercialmente FLAVIA “sta funzionando bene, anche grazie ad una iniziativa di marketing ad essa collegata”. La prossima campagna? “Confermeremo certamente gli investimenti, anzi li aumenteremo almeno fino a 300-350.000 piantine su 5 ettari di superficie, sempre che ci siano le condizioni di mercato e che si riescano a contenere i costi gestionali-operativi cresciuti ormai a livelli insopportabili”.

Francesco Cirigliano coltiva 3 ettari a fragole in agro di Policoro Tursi, in una azienda di 7 ettari complessivi tra agrumi, frutta e orticole. Negli ultimi anni ha sempre incrementato i trapianti di Flaviapbr, fino a raggiungere quest’anno le 40.000 piantine fresche a radice nuda dalle circa 25.000 con cui aveva iniziato. Sta raccogliendo da metà gennaio: “Come per tutte le varietà, ho avuto qualche piccolo problema di colore ad inizio campagna commerciale dovuto alle basse temperature, poi abbiamo raccolto un prodotto dal colore uniforme e di buona pezzatura. Il frutto è dolce ed il mercato sta rispondendo molto bene, anche e soprattutto come remunerazione”.

Nel 2023 continuerà a puntare su Flavia? “L’intenzione c’è, vorrei arrivare a piantumarne circa 100.000”. “Personalmente – conclude Cirigliano – sono contento di questa varietà come qualità di fragola e come riscontro sul mercato e penso che, se paragonata ad altre nuove varietà ed ai rispettivi progetti di sviluppo, sarebbe opportuno pubblicizzarla e promuoverla di più, perché lo merita”.

 

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