Crisi climatica. Con il contratto di fiume si può risolvere, il primo di Anbi è il “Patto per l’Arno”

FIRENZE – È stato presentato a Firenze e sarà sottoscritto mercoledì a Pratovecchio Stia, il Contratto di Fiume “Casentino H2O”, promosso dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (soggetto attuatore) e formalizzato nell’ambito del Patto per l’Arno, il “contratto dei contratti” che, prima in Italia, l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale promuove e coordina sull’intera asta fluviale. Già da oltre un anno, il progetto vede lavorare in stretta sinergia Regione, ANBI ed ANCI Toscana, oltre 45 amministrazioni comunali, i Consorzi di bonifica Alto, Medio e Basso Valdarno, oltre naturalmente all’Autorità di bacino distrettuale.

“I Contratti di Fiume rappresentano un efficace strumento di presidio del territorio e rivestono un ruolo importante in tema di sicurezza idrogeologica e tutela ambientale, collegate a finalità di promozione e fruibilità dei corsi d’acqua: sinergie e progetti integrati, che vedono collaborare enti, istituzioni, associazioni e popolazione in un’ottica di sussidiarietà – afferma Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Per questo, fin dall’inizio, ANBI ne ha sostenuto la nascita e lo sviluppo.”

“Nasce ora il Contratto di Fiume per il primo tratto dell’Arno – aggiunge il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani – Coinvolge i 10 Comuni del Casentino, che vivono uno storico legame con il corso d’acqua. H2O Casentino è un modello, che vorremmo replicare in tutta la Toscana, perché funzionale a gestire adeguatamente i finanziamenti per le opere necessarie ad una corretta regimazione delle acque.”

Si tratta di un  aspetto importante, perché in Toscana il 12,49% del territorio, pari a 2.872 chilometri quadrati (kmq), è in classe P3, che indica le aree potenzialmente instabili per fattori fisici o propensione al dissesto; il 3,75% della regione è addirittura in classe P4, cioè registra dissesti attivi, per un totale di kmq. 863. Nel solo bacino dell’Arno, il 5,9% delle aree (kmq. 536,5) è a pericolosità elevata così come il 10% (kmq. 162,3) del bacino del Serchio ed il 3,8% (kmq. 64,4) dei territori attraversati dal Magra.

“I recenti eventi meteo hanno evidenziato ancor più la fragilità del territorio – spiega Gaia Checcucci, Segretario Generale dell’AdB Appennino Settentrionale – Valorizzando lo strumento del Contratto di Fiume, il Commissario di Governo, d’intesa con l’Autorità di bacino distrettuale e in collaborazione con le amministrazioni comunali territorialmente interessate, potrà più facilmente attuare interventi di manutenzione idraulica sostenibile e periodica dei bacini e sottobacini idrografici. Nella veste di promotori del Patto per l’Arno sull’intera asta, spetterà a noi valorizzare le best practice per esportarle negli altri tratti fluviali.”

“Fruizione di alvei e sponde, sicurezza idrogeologica e qualità idrica, tutela dell’ambiente fluviale, sviluppo sociale ed economico del territorio, partendo dalla risorsa acqua: sono i 4 assi, su cui si sono concentrati gli oltre 30 stakeholder di Casentino H2O – spiega Serena Stefani, Presidente del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno – Di questi, 14 hanno proposto 28 azioni, che richiedono un investimento di 6.700.000 euro, un milione dei quali già disponibile o con linee di finanziamento individuate.”

Per quanto riguarda l’Alto Casentino, che rappresenta il perimetro del Contratto di Fiume “H2O Casentino”, il quadro attuale vede il 31,4 % del territorio interessato da 3108 aree a pericolosità geomorfologica, dovuta a dissesti di varia natura; il 5,3% del comprensorio (851 aree per kmq. 47,5) è interessato da pericolosità molto elevata per la presenza di dissesti attivi, mentre il 25,6 % (2185 aree per kmq. 226) ricade nella classe di pericolosità elevata, dovuta a dissesti potenzialmente instabili. Sul fronte della pericolosità da alluvione, nell’Alto Casentino ricadono numerose zone già interessate da “flash flood”  (le “bombe d’acqua”).

“La scelta dei locali Consorzi di bonifica è di avere nel Patto per l’Arno una cornice di riferimento strategica; per questo saranno organizzati tre percorsi diversificati: sul tratto iniziale è nato Casentino H2O; seguiranno Abbraccio d’Arno e Acque d’Arno. A nostro avviso – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – il Contratto di fiume è uno strumento essenziale per mettere a punto una strategia di sviluppo delle politiche territoriali, a cominciare dalla difesa idrogeologica, con il coinvolgimento diretto delle comunità locali.”

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