PAC, Copagri: Per il post 2027 inaccettabile compromesso al ribasso che pesa su redditività produttori agricoli

ROMA – “Pur condividendo appieno la necessità di lavorare per una maggiore flessibilità nell’applicazione delle politiche comunitarie, da attuare mediante una contestuale opera di semplificazione e di snellimento burocratico, non possiamo mancare di rimarcare la nostra ferma e totale contrarietà alla proposta dell’Esecutivo comunitario per la Politica Agricola Comune post2027, caratterizzata da un inaccettabile compromesso al ribasso che rischia di depotenziare sensibilmente la redditività dei produttori agricoli”.

Lo ha ribadito la Copagri intervenendo in audizione davanti alla Commissione Agricoltura del Senato sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce le condizioni per l’attuazione del sostegno dell’Unione alla PAC 2028-34.

“Dal bilancio agricolo comunitario dipende non solo la sicurezza alimentare di tutta l’Europa, ma anche la sostenibilità ambientale e sociale di un comparto che storicamente fornisce un apporto insostituibile in termini di tutela e di presidio del territorio; intervenire su questo capitolo di spesa, stanziando 31 miliardi di euro per la PAC e andando a ridurre le risorse di oltre il 20%, è una scelta scellerata che rischia di tagliare le gambe a migliaia di imprese agricole, con ripercussioni sullo sviluppo delle aree interne, delle zone montane e dei territori rurali”, ha evidenziato la Confederazione.

“Oltre alle problematiche sul versante economico, legate al gravoso e preoccupante taglio dei fondi agricoli, a destare particolare preoccupazione è l’istituzione del cosiddetto fondo unico, che rischia di incidere sensibilmente sulla crescita dell’agricoltura, depotenziando l’efficacia delle relative politiche di sviluppo e andando sostanzialmente ad annacquarne le specificità, assimilandole a macro obbiettivi ben più ampi e generici, quali la coesione, l’innovazione e la transizione verde”, ha aggiunto la Copagri.

“Invece di tutelare il Primario in un contesto di mercato comune, come ci si attenderebbe da una politica come la PAC, si vanno a frammentare le politiche agricole degli Stati membri, con l’ulteriore e conseguente rischio di incrementare le disparità tra le nazioni, così come le asimmetrie tra gli stessi territori, con l’ulteriore risultato negativo di perdere competitività e avere quindi una capacità di investimento sensibilmente minore”, ha continuato la Confederazione, invitando il Parlamento a mettere in campo ogni possibile sforzo per invertire questa preoccupante deriva.

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