Oltre i dazi. L’Aceto balsamico di Modena guarda alla Corea del Sud e punta sul turismo del balsamico

MODENA – L’altra faccia dei dazi imposti dagli Stati Uniti è la ricerca di nuovi mercati esteri e l’affinamento di un’offerta turistica che abbina le eccellenze alimentari, la cultura e il mondo dei motori.

L’aceto balsamico di Modena Igp ha superato queste frontiere a volte anche con qualche sorpresa che arriva dall’Asia: “Il prodotto sta prendendo piede in Corea del Sud”, spiega Enrico Corsini, presidente del consorzio di secondo livello “Le Terre del Balsamico”.

Tradotto in numeri quel “prendendo piede”, vale oltre quattro milioni di litri che rappresentano il 4,59% del totale delle esportazioni del 2024, di fatto le vendite sono quasi quadruplicate rispetto al 2020 quando Seul aveva importato poco più di 1,2 milioni di litri, cioè l’1,46% del totale. Ma performance positive arrivano anche dal mercato giapponese (oltre 716 mila litri) e da quello cinese (651.400 litri).

Per il Modena Igp si tratta di numeri significativi e di mercati da consolidare nel medio e lungo periodo anche come alternativa agli effetti negativi dei dazi imposti dagli Usa. Il Tradizionale Doc, invece, con i suoi 16 mila litri prodotti all’anno, non sembra toccato dalle scelte americane.

I due Consorzi, però, hanno un interesse strategico ad organizzare e valorizzare il “turismo del balsamico” che ha un potenziale di crescita molto alto: il 62% del campione analizzato per il primo rapporto firmato da Roberta Garibaldi, docente all’Università di Bergamo e presidente di Aite-Associazione italiana turismo enogastronomico, si dice interessato a vivere di persona l’esperienza in un’acetaia e sul territorio di produzione.

Nel report viene indicato come “degno di nota il binomio con lo sport e gli eventi della Motor Valley”.

I Balsamici di Modena sono percepiti, infatti, non come “esperienza isolata, ma come parte integrabile in itinerari tematici: il 59% li assocerebbe a visite ai caseifici del Parmigiano Reggiano, il 53% ai castelli modenesi e il 44% al patrimonio romanico”. Secondo Garibaldi “i Consorzi di tutela avranno un ruolo chiave come attivatore e aggregatore dell’offerta, favorendo il lavoro in rete e l’integrazione”.

Corsini, che è anche presidente del consorzio Aceto balsamico di Modena Tradizionale Dop, la vede così: “La ricerca offre una visione chiara delle potenzialità del nostro territorio e conferma quanto sia strategico promuovere insieme cultura, ospitalità e tradizione per valorizzare un prodotto simbolo dell’identità modenese.”

Per Cesare Mazzetti, presidente del Consorzio Aceto Balsamico di Modena Igp: “I Consorzi sono chiamati a svolgere alcune importanti attività, dall’organizzazione di manifestazioni locali alla preparazione delle aziende sui migliori criteri di sicurezza e igiene per l’accoglienza dei visitatori, ma anche alla condivisione dello storytelling sul territorio e sul prodotto”.


Guarda l’intervista a Enrico Corsini – Dazi, primi effetti su food Modena (dop e igp). Corsini (Piacere Modena): Puntiamo su turismo esperienziale



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