Emergenza acqua, ci vuole l’impegno di tutti

"La Toscana è tra le regioni in Italia più attenta nel ridurre gli sprechi. Dopo la legge regionale di qualche giorno fa a tutela della risorsa idrica del territorio, ora dobbiamo puntare allo sviluppo di politiche concertate che nascano dalle necessità di tutti i soggetti interessati e proprio per questo cerchiamo fin da subito un intervento programmatico che favorisca un’unità di interventi a partire da quello di ottobre sulla programmazione del piano regionale". Questo il monito dell’assessore all’ambiente della Regione Toscana, Marino Artusa, durante il suo intervento alla tavola rotonda promossa dalla Cia Toscana nell’ambito della quarta edizione di Terra Futura, in corso alla Fortezza da Basso. "La Toscana, grazie anche agli interventi dell’Arsia – ha commentato Stefania Nuvoli, dell’Arsia – è già avanti con la ricerca sul mantenimento e dell’acqua per irrigazione, ma con l’emergenza di questi ultimi anni sono necessarie manovre più efficaci e maggiore investimenti per cercare di dare una reale applicazione agli studi compiuti fino ad oggi nel territorio".
Duro l’intervento del presidente dell’Uncem Toscana, Oreste Giurlani, che ha sottolineato come sia preoccupante la situazione del settore alla vigilia della programmazione regionale in materia di acqua. "Una legge per l’emergenza – ha commentato Giurlani – è utile solo se rappresenta un modello di partenza per azioni future. Non possiamo rischiare di soccombere a un problema climatico se poi in realtà il nostro sistema di governo del settore non riesce a controllare quelli che sono gli sprechi. L’Uncem in questi anni si è battuta proprio per cercare di sviluppare interventi concreti trovando spesso freni nel momento della messa in atto di progetti e soprattutto una seria e preoccupante mancanza di risorse, ora necessarie allo sviluppo del settore".

Anche per Fortunato Angelini, presidente Urbat, il problema dell’acqua in Toscana parte da un sistema di acquedotti che rappresenta un reale freno al mantenimento della risorsa. "Sono inoltre da considerare – continua Angelini – degli interventi di recupero dell’acqua in uscita, soprattutto nei confronti del settore dell’agricoltura. Gli agricoltori a livello nazionale hanno cercato di rispondere con investimenti importanti, questo dimostra che se vogliamo possiamo con la concertazione trovare soluzioni importanti per risolvere un problema che solo con una programmazione integrata potrà trovare delle soluzioni".

"Sostenibilità, concertazione e  più collaborazione – ha detto Donato Di Stefano, vicepresidente Anbi – per dare risposta alla necessità di un Piano degli Invasi anche per l’Italia centro-settentrionale, da concertare con le realtà del territorio". "Accanto all’ampliamento dei serbatoi già esistenti – ha spiegato Di Stefano – stiamo pensando a piccoli bacini in pianura o collina, al recupero di cave abbandonate, alla creazione di casse di espansione lungo i fiumi dove poter abbinare funzioni ambientali e di prevenzione idrogeologica".

 

«E’ essenziale  una concertazione diffusa sul territorio anche attraverso le "Cabine di regia" dei vari Bacini che oggi fanno i conti con una persistente carenza idrica – ha espresso il presidente della Cia, Giuseppe Politi nell’intervento conclusivo – mettendo in atto una concertazione nella quale il mondo agricolo organizzato dovrà avere un ruolo importante e da protagonista, in modo da fornire il suo contributo di azione e di proposta". Secondo il presidente della Cia al di là dell’emergenza, è essenziale che il problema della gestione della risorsa acqua venga affrontato in maniera realmente concreta. Prioritaria, resta, per la Confederazione,  la costituzione dell’”Autorità unica” nella quale adottare, nel pieno rispetto del principio di solidale e leale collaborazione, un approccio integrato di tutte le politiche e porre in essere le possibili iniziative di programmazione sperando in una maggiore collaborazione anche da parte dei consorzi di bonifica. "In sostanza ha concluso Politi – va sviluppata una strategia condivisa che consenta, con un valido Piano irriguo e con misure e strumenti mirati, di avviare una seria azione in questa particolare materia". Intanto Giordano Pascucci, presidente Cia Toscana, rinnova l’appuntamento per un nuovo confronto per verificare lo stato di avanzamento delle politiche.

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