OCM vino, per la Toscana non va bene

Un accordo che non soddisfa. Per la Toscana del vino ci vogliono risorse per la competitività delle imprese. E’ questo il primo parere della Cia Toscana sull’approvazione a Bruxelles, da parte dei 27 Stati membri, della nuova Ocm vino. A livello nazionale – sottolinea la Cia regionale – l’intesa porta ad un aumento del budget, ma contemporaneamente apre un problema di ripartizione delle risorse. E lo zuccheraggio, anche se limitato nell’utilizzo, resta un’azione negativa; ma va dato atto – ricorda la Cia – dell’impegno profuso dal ministro De Castro e alle sue capacità negoziali.

"Per l’Italia – afferma il presidente della Cia toscana, Giordano Pascucci – era preferibile la proposta di riforma dell’Ocm vino avanzata a suo tempo dalla Commissione.
L’accordo raggiunto migliora le correzioni di rotta che in questi mesi sono intervenute e, soprattutto, la proposta votata nei giorni scorsi dal Parlamento europeo. L’intesa raggiunta resta insufficiente per le esigenze dei produttori italiani e toscani in particolare".

L’accordo politico sulla riforma lascia, tuttavia, alcuni margini di sviluppo soprattutto a livello nazionale dove è indispensabile non favorire la dispersione di risorse che dovranno essere ripartite con effettivo riferimento alle esigenze delle diverse viticolture regionali.
Per la Cia Toscana "occorrerà, in seguito alla definizione giuridica della riforma – precisa Roberto Scalacci, del settore vitivinicolo della Cia -, lavorare perché l’enveloppe nazionale, ovvero le risorse per la programmazione nazionale, non diventi solo l’occasione per ritornare alla vecchia politica di distillazione delle eccedenze e dei sottoprodotti. Per la Toscana occorrono risorse per la competitività delle imprese vitivinicole e non per la distillazione. Bene, tra le opportunità delle enveloppe, la possibilità di coofinanziamento nazionale di alcune misure che potranno moltiplicare i fondi a disposizione per il settore".

Marta Santopolo

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