Futuro con più agricoltura. La proposta della Cia Toscana

“Così non va”, tuona la Cia toscana. Ci vuole più agricoltura nel futuro. I prezzi degli alimenti al consumo sono aumentati del 28 per cento dal 2000 al 2007, mentre i redditi degli agricoltori sono diminuiti, nello stesso periodo del 18 per cento (contro un +16% della media europea). Insomma, per l’agricoltura toscana, i conti non tornano. Se ne parlerà lunedì prossimo, 7 luglio, a Firenze (presso l’Auditorium Mps-Capital Service, in Via dei Della Robbia, 41) durante l’assemblea della Cia Toscana, a cui prenderanno parte il presidente della Regione Toscana – e assessore all’agricoltura – Claudio Martini e il presidente della Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Politi.

Il futuro dell’agricoltura – Sarà l’occasione, dopo le considerazioni raccolte nelle assemblee provinciali della Cia che si sono svolte in tutta la regione, di fare il punto sul futuro dell’agricoltura che appare in serio pericolo: nel 2007 sono aumentati i costi di produzione del 6%; è aumentata l’incertezza produzioni a causa dei cambiamenti climatici; si moltiplicano i vincoli e condizionamenti dell’attività agricola e il costo della burocrazia soffoca, sempre più, le imprese.

I problemi dell’agricoltura toscana – “Così non va – dice perentorio Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana, citando uno slogan che riunisce una serie di iniziative della Confederazione -, serve un progetto strategico per lo sviluppo del settore, e serve anche un nuovo patto tra agricoltura e società. La situazione purtroppo è di estrema difficoltà ed è generalizzata in tutta la regione – aggiunge Pascucci -, non ci sono differenze sostanziali nelle diverse zone della regione, la preoccupazione degli agricoltori è omogenea. Il Piano di sviluppo rurale può essere una spinta alla ripresa e all’ammodernamento delle strutture, ma da solo non sarà sufficiente per risolvere i problemi, che vanno dal caro gasolio al calo di consumi”. La nostra agricoltura ha bisogna di rinnovarsi, “solo così – sottolinea la Cia – potrà essere competitiva sui mercati”. Forte preoccupazione poi sul fronte burocrazia, che strangola letteralmente le aziende: basti ricordare che ogni azienda agricola dedica 100 giorni all’anno per risolvere le pratiche amministrative e burocratiche anziché per lavorare nei campi.

La proposta della Cia Toscana – “Quello che propone la Cia Toscana – anticipa il presidente Pascucci -, partendo dalla prossima assemblea, è di ipotizzare e realizzare un futuro con più spazio per il settore agricolo. In primis per garantire delle produzioni alimentari di qualità, quindi per garantire lo sviluppo delle aree rurali e per migliorare la qualità della vita di quei cittadini che vivono in quelle aree. E inoltre è importante ricordare che grazie all’agricoltura si tutela l’ambiente e il paesaggio della Toscana”.

 

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