Invasione estera per il mercato dell’olio. E per le imprese aumentano i costi

I costi di produzione sempre più elevati e la siccità stanno mettendo in ginocchio i nostri produttori olivicoli che, specialmente in Puglia, vivono una situazione ormai insostenibile. E a ciò si aggiunge l’invasione del mercato da parte di olio di oliva estero e di dubbia qualità. Per questa ragione va aperto subito un Tavolo da parte del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia al fine di individuare misure di confronto valide per rispondere alle difficoltà del settore. E’ quanto sollecita la Cia-Confederazione italiana agricoltori che ribadisce il proprio sostegno agli imprenditori agricoli che manifestano in questi giorni il loro legittimo malcontento.

Scenario – Lo scenario per l’olivicoltura – afferma la Cia – ha raggiunto livelli estremamente preoccupanti, soprattutto in Puglia, la regione di maggior produzione. Produrre olio d’oliva, con prezzi sempre più bassi (meno 30 per cento) e costi produttivi e oneri sociali a livelli vertiginosi (con aumenti di oltre il 50 per cento), non è più redditizio. Moltissimi agricoltori producono in perdita, con l’aggravante di competere su un mercato dove, oltretutto, si registrano frodi e contraffazioni da parte di prodotti stranieri che in diversi casi vengono spacciati addirittura per italiani.

Extravergine italiano ? – Secondo i dati forniti dalla Cia oggi  in Italia su 9 bottiglie che dichiarano di contenere olio extravergine solo 7 lo contengono veramente e 2 non dicono la verità, cioé non contengono extra vergine. Delle 7 bottiglie, poi, 4 soltanto sono di olio extravergine italiano e 3 di olio extravergine estero. Naturalmente il tutto viene venduto per italiano.

Più tutela e promozione – C’è bisogno, sempre più, di promozione e tutela del nostro olio di oliva. Contemporaneamente, però, necessitano -sollecita la Cia- maggiori controlli da parte degli organi preposti, proprio per sconfiggere la contraffazione del nostro olio d’oliva, che sta mettendo in ginocchio le migliaia di aziende olivicole, soprattutto in Puglia. Dobbiamo tutelare la qualità del “made in Italy” attraverso nuove politiche che valorizzino il lavoro dei nostri produttori, che non possono continuare ad operare nell’incertezza e tra innumerevoli difficoltà, a cominciare dagli alti costi. Il Tavolo di confronto, quindi, può rappresentare l’occasione per ridare prospettive all’olivicoltura italiana.

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