Non solo gelo. C’è la speculazione dietro i rincari delle verdure

E’ vero che le gelate hanno “tagliato” la produzione di verdure, ma è altrettanto vero che sui rincari al consumo hanno pesato anche le spinte speculative che sono sempre in agguato. E’ quanto sostenuto dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito ai dati provvisori dell’Istat nel mese di gennaio che vedono, appunto, un aumento record al dettaglio (più 12 per cento su base congiunturale e più 11,7 per cento su base tendenziale) dei vegetali freschi.

Aumenti – Aumenti fisiologici dei prezzi delle verdure – avverte la Cia – si registrano soprattutto nei mesi invernali, come gennaio e febbraio, quando intervengono in maniera pesante i fattori meteorologici. E negli ultimi trenta giorni il gran freddo ha avuto effetti pesanti specialmente sulle coltivazioni a cielo aperto. Sui campi -come rilevano anche gli ultimi dati dell’Ismea- le quotazioni, però, non hanno subito impennate eccezionali. La dinamica dei listini si è mantenuta stazionaria, con incrementi marginali che da soli non potevano certo determinare i rincari al consumo segnalati dall’Istat. Altri elementi, in particolare la speculazione, hanno favorito questa corsa al rialzo che, visto l’andamento all’origine, appare del tutto ingiustificata.

Crollo 2009 – La Cia ricorda che nel 2010 i prezzi alla produzione dei prodotti agricoli, dopo il crollo dell’anno precedente (meno 14 per cento), hanno avuto una leggera ripresa che, tuttavia, si è mantenuta in linea con il trend inflazionistico. Sta di fatto che a gennaio i listini sugli scaffali hanno registrato una crescita tendenziale dell’1,6 per cento, ben al di sotto degli incrementi messi a segno da “voci” come abitazione,acqua, elettricità e carburanti (più 3,9 per cento, con punte del 15,7 per cento del gasolio e dell’11,3 per cento della benzina), trasporti (più 4,3 per cento), istruzione (più 2,5 per cento), altri beni e servizi (più 3,1 per cento).

Accordi di filiera – Davanti a questo scenario, la Cia ribadisce, comunque, l’esigenza di rapporti sempre più stretti e di accordi nella filiera e l’importanza di una maggiore trasparenza nei processi di formazione dei prezzi dal campo alla tavola, per poter così contrastare rincari artificiosi e non giustificati e manovre speculative.

 

 

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