Conaf a Sondrio, montagna centrale per il territorio italiano

“Attraverso la gestione della montagna, tornare ad organizzare il nostro territorio. Occorre un’inversione di tendenza, investire in agricoltura di montagna per mantenere il territorio, investire in tecnologia, riportando, anche in montagna, servizi sempre più moderni”. E’ in sintesi quanto ha sottolineato il presidente del Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali (Conaf), che insieme alla Federazione regionale della Lombardia e dell’Ordine di Como-Lecco-Sondrio ha organizzato una giornata di studi dedicata a “Foreste e montagna”, nell’anno (2011) internazionale delle foreste.

L’incontro – Fra le presenze quella del sindaco di Sondrio Alcide Molteni, del presidente della Provincia Massimo Sertori, dell’assessore regionale Sistemi verdi e paesaggio della Regione Lombardia Alessandro Colucci. E poi presente il Conaf con il presidente Sisti, la vicepresidente Rosanna Zari, che ha aperto i lavori – ricordando il ruolo centrale dei dottori agronomi e dei dottori forestali nella corretta gestione della montagna -, il segretario Riccardo Pisanti, e i consiglieri nazionali Graziano Martello, Mattia Busti e Enrico Antignati. I lavori sono stati coordinati per la sessione mattutina da Antonio Rudini, vicepresidente Ordine di Como-Lecco-Sondrio e dal presidente dello stesso ordine provinciale Giorgio Buizza per la sessione pomeridiana. Presenti tutti i presidenti degli Ordini provinciali della Lombardia ed un numero elevato di iscritti da tutta la regione.

Rischio abbandono della montagna – “La crescita oltre misura degli ambiti urbani con il conseguente depotenziamento di quelli montani – ha detto Sisti – ha prodotto il fenomeno dell’abbandono della montagna con conseguenze catastrofiche come in Valtellina ieri e in tempi più recenti in Calabria. Occorre trovare forme di politica attiva sulla montagna investendo sulle professionalità. Oggi abbiamo strumenti più idonei e una consapevolezza culturale sulla montagna più strutturate. Ciò che dobbiamo fare è tornare ad organizzare, attraverso la montagna, il nostro territorio”>. 

I punti di attenzione della Regione Lombardia – “La foresta è una risorsa importante dal punto di vista economico – ha detto Alessandro Colucci, assessore ai Sistemi verdi e paesaggio della Regione Lombardia, ricordando i punti di attenzione della Regione Lombardia sulla montagna: “Semplificazione normativa, attenzione forte a fare sistema tra istituzioni – ha aggiunto – rappresentanze industriali, artigiane e camerali. Infine stiamo lavorando per rendere gli strumenti di pianificazione obbligatori. E su questo punto la collaborazione con gli agronomi e i forestali è fondamentale per la loro conoscenza e applicazione sul territorio. Il professionista può essere il cardine intorno al quale ruota il settore forestale lombardo nel rapporto con le istituzioni e gli attori della filiera”.

Boschi, alpeggi e attività turistica – Nel suo intervento, il consigliere Conaf Graziano Martello, coordinatore dipartimento “Foreste e ambiente” ha illustrato il rapporto fra boschi, alpeggi e attività turistica: “Serve un rapporto più equilibrato tra attività silvo-pastorali e turismo per il futuro della montagna italiana. La gestione territoriale è importante per la nostra vita e la buona gestione lo è ancora di più per la montagna. E’ necessaria una pianificazione territoriale che prescinda dagli aspetti economici della produzione e che politicamente non sia condizionata positivamente dai numeri. Quindi sarebbe auspicabile una maggiore sensibilità politica, che fino ad oggi vede marginali i problemi della vita in montagna e che comunque non li affronta in maniera sistemica: magari potrebbe essere utile e significativo, in questa direzione, un ministro della montagna. Per favorire la compatibilità è opportuno progettare e valutare gli interventi, nelle varie fasi previste dalle normative, VAS, VIA, VincA, in un’ottica territoriale adeguata (bacini, zone  microclimatiche) e tenendo conto di “tutti” i costi ed i benefici. Altro aspetto importante, è quello legato all’attività turistica, che in molti casi determina un forte aumento del valore fondiario non già nella prospettiva di una forte redditività ma per un fattore di rischio estremamente basso che porta una grande sicurezza negli investimenti. Tutto questo in un sistema che un tempo vedeva nel turismo uno strumento di integrazione del reddito”.

La gestione forestale e la tutela del paesaggio – E’ stato questo il tema del consigliere Conaf Matttia Busti, coordinatore dipartimento “Paesaggio e pianificazione territoriale”. Busti ha ricordato l’evoluzione del paesaggio forestale – oggi la superficie forestale è di 10milioni di ettari mentre negli anni ’30 era di 5,6 milioni ettari – e della cultura “da incrementare” del valore paesaggistico del bosco. “E’ necessario – ha aggiunto Matti Busti – riappropriarci del dibattito culturale; definire dei criteri univoci per la valutazione del valore paesaggistico delle foreste e dei territori montani; proseguire sulla strada della formazione e dare linee guida a livello nazionale; far sì che ci possa essere una presenza di competenze forestali all’interno del Ministero dei beni artistici e culturali; favorire una semplificazione legislativa e la razionalizzazione dei contributi”

Gestione sostenibile – Fra gli altri interventi quello di Alessandro Wolynsky, direttore dell’ufficio pianificazione e selvicoltura della Provincia di Trento che ha ricordato come “la gestione forestale debba essere sostenibile, non è una scelta”; Alessandro Nicoloso ha parlato della gestione forestale e prevenzione dal dissesto idrogelogico: “Il bosco è elemento centrale della tutela idrogeologica – ha detto -. L’unica legge organica che si è occupata del rapporto tra bosco e rischio idrogeologico è un regio decreto del 1923. Senza pianificazione non si possono trasformare i boschi, nella trasformazione bisogna tenere conto dello scenario idrogeologico che muta e infine servono le valutazioni di rischio”. Michele Cereda, coordinatore del gruppo di lavoro “foreste e sistemi verdi” della Federazione regionale ha ribadito il concetto della “economicità sostenibile per consentire di fare azioni a prescindere dal sostegno pubblico” e poi ha lamentato una cronica mancanza di dati in questo settore. Walter Righini presidente Fiper ha sottolineto l’importanza delle biomasse da bosco nel campo delle energie alternative: “bisogna fare pressione verso i vari livelli amministrativi per incentivare il settore delle biomasse che in Lombardia, in Valtellina, non è sfruttato per quante sono le potenzialità, a differenza, ad esempio della vicina svizzera”. Patto di filiera bosco legno-energia per Giorgio Bonalume, Regione Lombardia, direzione generale sistemi verdi e paesaggio.”Patto di filiera è il riconoscimento del fatto che siamo ricchi di boschi, ma che, essendo utilizzato meno di quanto si sarebbe potuto, questi soggetti si sono messi insieme sulla base di questo elemento comune dotandosi di regole comuni e strumenti condivisi”.  Di governo del territorio montano e degli strumenti di pianificazione e del ruolo dei professionisti ha parlato Nicola Gallinaro;  mentre Gian Battista Bischetti, docente di sistemazioni idraulico forestali dell’Università degli Studi di Milano, ha illustrato la situazione sui dissesti del territorio montano, le sistemazioni idraulico forestali dalla cura alla prevenzione dei dissesti. Adriana May Regione Lombardia – Difesa del suolo, è intervenuta sulla realizzazione e la gestione delle sistemazioni in montagna, parlando delle politiche e di linee e strumenti di azione; fino a Giulio Zanetti, che ha fatto un’analisi degli impianti a fune per ciò che concerne la viabilità forestale.

 

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