Cenni, Fiorio (PD) chiedono più attenzione per agricoltura sociale

“Inserimenti socio sanitari, progetti agronidi, ippoterapia e pet terapy. Il settore dell’agricoltura sociale offre idee, ricchezza progettuale e disponibilità, ma richiede allo stesso tempo agevolazioni, semplificazioni e sostegno”. Con queste parole Susanna Cenni, deputata toscana del Pd in Commissione Agricoltura, e il parlamentare Pd Massimo Fiorio commentano quanto emerso dal confronto con gli operatori dell’agricoltura sociale durante una serie di visite, toccando prima la storica cooperativa ‘Il Forteto’ di Vicchio, nel Mugello per poi arrivare a Firenze, alla sede regionale del Pd, dove sono state affrontate le problematiche del settore, con la partecipazione di una quarantina di imprese e associazioni che hanno raccontato le loro esperienze.

“Siamo partiti dalla Toscana – continua Cenni – perché qui abbiamo tante esperienze e una grande disponibilità del mondo agricolo a diversificare la propria attività in questa direzione. E’ evidente che l’agricoltura non può essere solo ‘usata’ come supporto a seconda delle necessità delle comunità e degli enti locali. Servono alcune certezze in più da parte delle istituzioni socio sanitarie e una maggiore attenzione nella gestione degli strumenti a sostegno del settore che, è bene ricordarlo, ha visto enormi cali di reddito in questi anni. È su questo che vogliamo lavorare, intanto raccogliendo l’insieme delle questioni da sciogliere in una risoluzione, e forse anche  arrivando a elaborare una proposta di legge sul tema".

Anni Settanta – "L’agricoltura sociale – dicono Cenni e Fiorio – è nata in Italia negli anni Settanta del secolo scorso e da allora la Toscana è sempre stata attiva in tale ambito, facendo da traino anche a livello comunitario, legiferando e arrivando a contare diverse centinaia di aziende agricole sociali. Qualche anno fa è nata anche una rete regionale in tale ambito, collegata con Arsia, che ha svolto un ottimo lavoro di coordinamento. Oggi serve un impegno concreto per definire e promuovere a livello nazionale il settore, con indirizzi e forse con una normativa quadro capace di sciogliere alcuni nodi incerti, e gli strumenti di sostegno a un’attività che svolge contemporaneamente una funzione produttiva e di sostegno sociale. Il nostro viaggio proseguirà e certamente toccherà il Piemonte, il Veneto e il Lazio, per poi raccogliere gli input in un atto parlamentare”.

 

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