Trematerra (Calabria), brand Calabria è qualità nel mondo, paghiamo gap infrastrutturale

 Intervista di agricultura.it all’assessore all’agricoltura della Regione Calabria Michele Trematerra

Assessore Trematerra, che 2011 è stato per l’agricoltura della sua regione, faccia un breve bilancio.

Il 2011 è stato un anno duro per il comparto agricolo, come in generale per tutta l’economia. La costante crisi dal lato della domanda, dovuta alla contrazione dei redditi, ha determinato, inevitabilmente, una ripercussione sui prezzi medi del prodotto, si pensi ad esempio alla grande crisi delle pesche o, prima ancora, alla crisi del comparto viticolo di fine 2010. In tutto questo, comunque, il comparto in Calabria ha mostrato cenni di reazione, registrando un +0,6% in termini di occupazione,  che vorrei interpretare come un momento di visione positiva da parte degli imprenditori del settore.
In tutto questo credo che si stia acquisendo, da parte degli operatori, una nuova vison di settore cercando di tirarsi fuori da segmenti basici cosiddetti price takers per spostarsi su segmenti a maggiore valore aggiunto in grado di determinare, in misura maggiore, politiche di prezzo e di prodotto adeguate. Aggiungerei che  i trasformati, come il vino e l’olio, confermano anche nella crisi il loro trend ed un sensibile miglioramento della quota export. Queste considerazioni sono poi quelle che, ogni giorno, portano me ed il dipartimento tutto a calibrare nel modo più oculato possibile le strategie di indirizzo del PSR e delle scelte amministrative in genere.

Cosa le piace e cosa non le piace della proposta di riforma della Pac, presentata recentemente (12 ottobre) dalla Commissione Europea, per quanto riguarda la sua regione? 

Dividerei il discorso in due parti: da un lato la PAC relativa al sostegno al reddito e alle misure di mercato, dall’altro le misure riferite allo sviluppo rurale. In merito alle prime ci sono molte cose che mi lasciano perplesso. Anche non volendo fare considerazioni sugli indirizzi di base, chiaro che non posso condividere alcuni passaggi della proposta. Ad esempio mi sembra oltremodo sbagliato riservare il 30% delle risorse alle politiche di greening, subordinandole al raggiungimento di risultati che sono oggettivamente penalizzanti per una regione come la Calabria che ha un focus molto proiettato su colture specializzate arboree. Sul punto la mia Regione ha fortemente voluto una proposta di modifica tendente a ridurre al 20% al quota greening e, in più, ad equiparare le colture mediterranee (ulivo ed agrumi) al cosiddetto prato pascolo permanente, creando così una situazione ipso facto di greening per tutti gli olivicoltori ed agrumicoltori. Ancora abbiamo proposto la modifica dello slittamento del regime accoppiato, portando la progressione dal previsto 2019 al 2026 e chiedendo anche la modifica della quota dal 10 al 20%. Mi rendo conto che parlare dei singoli punti della PAC e delle proposte regionali sarebbe un pochino lungo, oltreché troppo tecnico, tuttavia, per sintesi, direi che la nuova proposta mi sembra un pochino timida e quindi, non riformando in maniera radicale le politiche di comparto, è necessario che si abbia una maggiore salvaguardia nel passaggio dal metodo storico al metodo regionalizzato. Sulle politiche di sviluppo rurale, invece, mi sembra che ci sia un sostanziale problema di base: non è noto il budget che verrà assegnato allo stato membro. Questo è un elemento di complessità per formulare un giudizio atteso che, sostanzialmente, le linee di base per lo sviluppo rurale dipendono fortemente dal quanto si ha a  disposizione per attuare le scelte politiche. Chiaro che non sono contento del regolamento ombrello per come proposto, anzi mi correggo, per come prospettato. Mi sembra che l’agricoltura sia la cenerentola dei tavoli negoziali per il contratto di partnership, su questo mi impegnerò affinché la nostra sedia sia in prima fila ed abbia pari dignità rispetto agli altri fondi.

Quali sono i principali punti di forza e le maggiori criticità della “sua” agricoltura?

I punti di forza mi sento di affermare che risiedono nella sostanziale qualità delle nostre produzioni. Queste qualità, anche nelle filiere più competitive e difficili, riesce comunque a fare affermare i nostri prodotti. Ancora tra i punti di forza inserirei la specializzazione produttiva. Nella nostra regione molte aziende sono monoprodotto, riuscendo così a realizzare sufficienti economie di scale e, quindi, ad ottimizzare i costi di produzione. A questo si mostra un diverso lato della medaglia, che è rappresentato da una ancora non adeguata concentrazione delle produzioni. A questo bisogna mettere mano, anche alla luce delle nuove disposizioni della PAC 2014 in materia di OP ed OCM. In merito alle criticità mi sento di evidenziare un significativo gap infrastrutturale che penalizza significativamente la capacita di spostamento delle produzioni, specialmente il fresco estivo, sui mercati di medio raggio.Vorrei soffermarmi su quello che viene storicamente percepito come una criticità di sistema che danneggia il comparto: l’immagine della Calabria. Noi stiamo fortemente investendo su questo aspetto. Riteniamo essenziale riposizionare il brand Calabria nell’ambito dello scenario nazionale ed europeo. Infatti il marchio “Calabria gustonaturale” è presente in tutte le maggiori fiere ed i più importanti eventi nazionali ed internazionali.

Fra i problemi del mondo agricolo la forse eccessiva burocrazia: quali sono le principali azioni fatte in questa direzione e quelle in programma?

Purtroppo l’eccessiva burocrazia in agricoltura non deriva da norme o regolamenti regionali. Tutto ciò che afferisce agli aspetti burocratici delle autorizzazioni, della tenuta dei registri obbligatori di legge, come i registri di cantina, i registri di frantoio e quant’altro sono in applicazione di normative comunitarie. Così come tutta la parte relativa al fitosanitario ed alla salubrità dei luoghi sono espressioni di normative nazionali.Per ciò che riguarda la regione possiamo dire che abbiamo nel 2011 fatto significativi passi in aventi per ciò che concerne il rapporto con l’utenza in relazione alla gestione delle istanze di finanziamento. Infatti con l’introduzione del sistema S.A.R.A. abbiamo reso possibile un qualcosa che sembrava, sino a due anni fa, pura utopia. Infatti ogni singola pratica presente nel sistema è monitorabile in tempo reale e consente di dare tutte le informazioni procedurali ad essa riferibili, oltre che avere sempre on line i documenti (mediante il centro scannerizzazione associato al SARA) relativi. Questo consentirà da un lato una ottimizzazione dei tempi di lavoro dei funzionari, dall’altro un sostanziale azzeramento dei tempi di risposta all’utenza. Ancora per il 2012 abbiamo attivato un sistema di informazione rapido tramite SMS, che acquistiamo in pacchetti da 100.000 e gestiamo con un apposito software per il tramite di Telecom che ci supporta in questa operazione.
Ancora potrei parlare dell’insieme di modifiche che abbiamo introdotto nelle disposizioni procedurali ed attuative del PSR, dove abbiamo abolito, ad esempio, la progettazione esecutiva in fase di presentazione delle domande, riservando tale momento solo alle imprese effettivamente ammesse a finanziamento. Questo ha generato estremi risparmi alle imprese candidate e, da parte nostra, maggiore snellezza operativa nelle procedure di valutazione. Ancora abbiamo modificato il regime delle varianti, il regime delle proroghe, le modalità di garanzia per gli Enti Locali, ma mi fermerei qui senza entrare nei dettagli tecnici. Voglio solo dire che quella della deburocratizzazione rappresenta per il mio dipartimento un sfida, e la giocheremo a tutto campo.

Infine, dia un voto da 0 a 10 allo stato di salute dell’agricoltura della Calabria.

Guardi a questa domanda le rispondo come le risposi lo scorso anno. Non si danno voti. Posso dare solamente un voto a quanti ogni giorno si impegnano per portare il nome e le qualità di questa regione sui mercati di tutti il mondo, ecco per tutti loro il voto è 10. Per noi sempre e soltanto 6, siamo solo in campo per riuscire ad associare a quel 10 una meritata lode.

Lorenzo Benocci

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