Al Giglio i conigli devastano le vigne. E gli ambientalisti denunciano gli agricoltori

E’ guerra all’Isola del Giglio fra agricoltori e animalisti. I primi devono difendere il loro lavoro, frutto di sudore e sacrifici (in terreni davvero impervi), non solo dalla crisi economica, dall’Imu e dai costi sempre più alti di produzioni, ma anche dall’assalto di animali selvatici che vanno a distruggere le colture. E fino a qui, purtroppo, per l’agricoltura è la normalità. Ma come se non bastasse eccoti spuntare frotte di animalisti della domenica che arrivano al Giglio, invadono le proprietà private dei vignaioli e compiono veri e propri blitz contro gli agricoltori. Questa volta – siamo al paradosso – c’è scappata anche una denuncia contro un agricoltore isolano. La colpa degli agricoltori? Difendere il loro lavoro e le loro colture dagli animali selvatici.

Ci mancavano anche i conigli Casus belli è la presenza massiccia e indiscriminata dei conigli selvatici, che stanno devastando i vigneti (nella fase della germogliazione) destinati a produrre il buon vino Ansonaco, che si produce nell’Isola toscana. Ma il caso dei conigli è solo uno dei tanti: lo scorso anno, sempre per restare nella piccola Isola del Giglio, erano i mufloni a devastare le colture. Che in Toscana, ma anche in altre zone d’Italia, il problema ungulati e selvatici in genere abbia assunto i connotati di una vera e propria emergenza non ci sono dubbi. Nel mese di novembre la Cia Toscana presentò alla stampa e alle istituzioni un dossier dettagliato (LEGGI), con numeri shock: ogni giorno i cinghiali e gli altri ungulati si “mangiano” oltre 10mila euro di colture agricole toscane. Che in un anno fa circa 4 milioni di euro di mancato fatturato per il settore agroalimentare. Le campagne e le coltivazioni della Toscana sono sotto assedio: 300mila cinghiali (sono la metà secondo i dati della Regione); 153mila caprioli, 8.800 daini, 3.600 cervi e 2.500 mufloni. A cui si aggiungono le crescenti predazioni di lupi e capi selvatici alle greggi, soprattutto in Maremma, e i danni provocati dalle tante specie non cacciabili, fra cui, appunto anche i conigli selvatici. E ancora, i rischi per la sicurezza stradale (1,5 incidenti al giorno di media causati dai selvatici), e i rischi sanitari poiché gli animali sono portatori di parassiti e malattie infettive. Non basta questo quadro per dichiarare lo stato di emergenza? E ci chiediamo: gli agricoltori chi li tutela non essendo una specie protetta (fra l’altro neanche i conigli del Giglio lo sono e non sono neanche una razza in via di estinzione)?

L’intervento della LAC (Lega abolizione della caccia) – “Dal 28 aprile al 1 maggio, a distanza di un mese dall’ultima operazione antibracconaggio, i volontari della LAC (Lega Abolizione Caccia) – si legge in una nota della LAC – e di TerrAnomala sono tornati sull’isola del Giglio. In meno di quattro giorni sono stati rimossi 131 lacci e 16 schiacce. Nelle perlustrazioni effettuate si è potuto constatare che alcuni contadini hanno seguito i consigli dell’Ente Parco per proteggere meglio i loro vigneti utilizzando una recinzione adeguata. Tutti gli altri, però, cioè la maggior parte, continuano a preferire l’uso di lacci e schiacce. Disporre intorno al proprio terreno questi strumenti di morte è un’attività illecita che, invece, viene svolta alla luce del sole in modo continuo. Basta percorrere i sentieri panoramici dell’isola, buttare un’occhiata attorno agli orti e notare queste trappole micidiali”.

AL GIGLIO NON ESISTONO BRACCONIERI. VIGNAIOLI SOTTO ASSEDIO: replica il Comune del Giglio – «Non è più tollerabile che a degli attivisti animalisti estranei al tessuto socio culturale dell’isola sia consentito di girare indisturbati sul territorio di Isola del Giglio, violare proprietà private in nome di un estremismo idealista e che gli sia consentito di rompere recinzioni, attrezzi e danneggiare oltremodo le gemme delle vigne compromettendo il già delicato equilibrio di un sistema economico intero. Può trattarsi dell’ideale più nobile e del principio più giusto in assoluto da difendere ma deve essere perseguito secondo gli strumenti che la convivenza civile consente. Altri atti di questo tipo non saranno più tollerati né ammessi». Il sindaco del Comune di Isola del Giglio Sergio Ortelli, preoccupato per motivi di ordine pubblico – a questo proposito è stata informata anche la Prefettura di Grosseto – interviene sull’ennesima incursione nelle vigne del Giglio da parte di attivisti della Lac (Lega abolizione caccia) che si sono introdotti nelle vigne ed hanno segnalato la presenza di strumenti di difesa contro i danni da animali selvatici.  «Come già ribadito esistono le normative, gli enti e i soggetti preposti alla legiferazione e alla sorveglianza per tutelare la proprietà privata, l’ambiente e i diritti delle persone e quelli dell’ecosistema. Un primo incontro tra produttori e istituzioni si è già svolto con l’obiettivo di individuare nel più breve tempo possibile le più efficaci soluzioni al problema che è reale proprio secondo quanto previsto dalla normativa. Sarebbe opportuno che il mondo animalista, invece di prendere iniziative contra legem a dispetto di una comunità calpestata e provata da questi episodi imparasse, nel rispetto delle istituzioni democraticamente elette, a sedersi ai tavoli dove le problematiche si affrontano e si discutono. All’Isola del Giglio – conclude Ortelli – non esistono bracconieri ma esclusivamente vignaioli che fanno in silenzio e con passione il proprio lavoro ottemperando in modo puntuale a due sacrosanti capisaldi della nostra società isolana: quello del mantenimento di un sistema economico e quello della tutela ambientale e del presidio del territorio. Ogni altra definizione, nei fatti, è puro sciacallaggio che ha il solo obiettivo di dare visibilità a chi non capisce il valore e l’importanza del lavoro dei vignaioli gigliesi. Faccio l’ennesimo appello a tutti gli enti territoriali, Provincia e Regione perché si individuino soluzioni nella direzione della tutela delle colture vitivinicole che da più parti viene riconosciuta come una peculiarità imprescindibile di questo territorio».

LEGGI IL DOSSIER UNGULATI DELLA CIA TOSCANA

L’intervento dell’on Cenni: "Riprendere nostra proposta di legge) – 23/11/ 2011

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