Nessuna ripresa per i consumi. Gli italiani stringono la cinghia

È calma piatta per le vendite alimentari, che ad agosto fanno registrare una variazione nulla sul mese precedente e appena uno 0,2 per cento su base annua. Si tratta di dati che confermano la situazione critica degli italiani, che fanno i conti con difficoltà economiche tali da arrivare a “tagliare” anche sulla spesa di cibo e bevande, tornata ai livelli di trent’anni fa. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati sul commercio al dettaglio diffusi oggi dall’Istat.

Più Discount – Se due famiglie su tre comprano meno cibo -spiega la Cia- a cambiare sono soprattutto le abitudini di spesa. Per quanto riguarda la tavola, gli italiani si rivolgono sempre più spesso ai discount, che crescono dell’1,2 per cento rispetto ad agosto 2011, a fronte di una diminuzione delle ormai sempre più rare botteghe di quartiere, che incassano un ulteriore calo dell’1,4 per cento nello stesso periodo.

Non solo – Insieme al modo di fare la spesa -continua la Cia- vengono stravolti pure i bilanci familiari degli italiani, che nel 2011 hanno dovuto “sborsare” più per la voce trasporti, carburanti ed energia (483 euro al mese) che per cibo e bevande (477 euro al mese). Uno sconvolgimento “pericoloso” e indicativo della situazione degli italiani, alle prese con una pressione fiscale sempre crescente. Ormai la situazione è diventata insostenibile: sono sempre più urgenti efficaci misure del governo per aiutare le famiglie e rilanciare la domanda interna, anche perché -conclude la Cia- non c’è alcuna possibilità di ripresa economica senza un rialzo dei consumi domestici.

Informazione pubblicitaria