Luci e ombre per le semine di grano duro. Stabili le superfici al Sud, male il Centro Italia

Nel 2013 crollano le superfici a grano duro al Centro Italia, mentre si mantengono pressoché stabili nel Mezzogiorno. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, che ha effettuato una prima indagine sull’andamento della nuova campagna di semina. In particolare, al Sud si prevedono invariate le aree coltivate a grano duro rispetto all’annata agraria precedente, rimanendo quindi intorno ai 925 mila ettari -spiega la Cia-. Un dato che si preannuncia positivo non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo, grazie alle buone condizioni climatiche durante la fase di semina.

Allarme in Centro – Completamente diversa la situazione nelle aree dell’Italia centrale (LEGGI la situazione in Toscana), dove le piogge torrenziali, quando non alluvionali, tra novembre e dicembre hanno di fatto ritardato, se non impedito del tutto, le operazioni di semina – osserva la Cia -. Dalle nostre prime stime, infatti, sembrerebbero non inferiori al 30 per cento i cali di superficie a grano duro nelle aree interne della Toscana, mentre sul litorale tirreno toccherebbero addirittura riduzioni fino al 60 per cento rispetto all’anno scorso.

Dati non definitivi – Dati ancora provvisori – puntualizza la Cia – ma che, se confermati, porterebbero a una significativa contrazione delle superfici coltivate a grano duro al Centro Italia rispetto ai 320 mila ettari della scorsa annata. Con effetti disastrosi dal punto di vista economico per le aziende agricole, soprattutto in un momento in cui i prezzi di listino si prevedono remunerativi, anche a seguito della diminuzione della produzione mondiale (35 milioni di tonnellate). Ma il crollo delle superfici coltivate desta preoccupazione anche sotto il profilo paesaggistico e ambientale, considerato che gran parte delle semine delle aree interne del Centro avviene su colline scoscese a forte rischio di abbandono e di dissesto idrogeologico. Il nostro auspicio -conclude la Cia- è che le migliorate condizioni climatiche possano ancora favorire le semine tardive. Nel frattempo è assolutamente vitale accelerare tutte le pratiche di sostegno alle aziende agricole colpite dal maltempo estremo e che hanno visto riconosciuto lo stato di calamità.

 

Informazione pubblicitaria